Come fronteggiare le emergenze migratorie più recenti, come combattere la tratta degli essere umani, qual è lo spazio dei sacramenti nella pastorale dei migranti e l’annuncio di Cristo ai cinesi giunti nel vecchio continente, sono alcune delle domande a cui cercheranno di rispondere nella quattro giorni di lavoro, promossa dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), i vescovi e direttori nazionali per la pastorale dei migranti e rifugiati delle Conferenze episcopali in Europa, in programma a Vilnius (Lituania) dal 29 giugno al 2 luglio.
“Nel recente incontro dei Segretari generali delle Conferenze episcopali in Europa (Praga, 18-21 giugno) – spiega mons. Duarte da Cunha, segretario generale CCEE – è emerso chiaramente come tutta la Chiesa del continente è impegnata a fare fronte alle sfide risultanti dall’attuale fenomeno migratorio verso l’Europa, e particolarmente in questo momento da quelle poste dal tema dei rifugiati”.
“Per far fronte adeguatamente ai ‘vari volti’ delle migrazioni, è necessario il coinvolgimento di tutte le parti: società civile, Chiesa e autorità pubbliche sono chiamate ad agire in sinergia”, afferma il presule. “Non possiamo fare finta che nulla accada attorno a noi; non possiamo distogliere lo sguardo da quell’umanità ferita che ci tende la mano! La Chiesa insieme a molte altre organizzazioni non governative non solo è impegnata nell’amministrare i primi soccorsi, ricordando che innanzitutto è la persona umana, con la sua dignità, che va rispettata e preservata, ma è anche impegnata a costruire ‘ponti’ tra chi arriva e i suoi rispettivi fedeli”.
Così la Chiesa, prosegue da Cunha, “cerca di adempiere a quel compito evangelico, esemplificato nella figura del buon samaritano: l’essere quel volto amico e una comunità accogliente, pronta a curare le ferite della vita e a essere in ascolto di chi ha spesso dovuto lasciare tutto dietro a sé. È in questo senso che intendiamo andare oltre l’emergenza”.
Per il segretario generale della CCEE, “l’Unione Europea e ogni singolo paese del continente devono sapere quali sono le proprie capacità di accoglienza e cercare d’integrare chi arriva in modo generoso. Allo stesso tempo è importante che i motivi che portano intere popolazioni a fuggire dalle proprie case, dai propri cari, dai propri affetti… devono essere al centro delle nostre preoccupazioni. Dove è guerra, dove sono persecuzioni, dove è fame com’è possibile porre fine a questo esodo incontrollato? Quali sono le responsabilità dei cosiddetti ‘paesi occidentali’ in queste tragedie umane? Se la Chiesa sa di dover essere presente, sa anche di non poter fare tutto. I Governi nazionali e l’Unione europea devono affrontare la situazione senza ipocrisia e con un senso di solidarietà profondo e sincero”.
A Vilnius, i responsabili per la pastorale dei migranti delle Conferenze Episcopali in Europa si soffermeranno anche sulla questione della tratta degli esseri umani, approfondendo i risultati delle due consultazioni organizzate dal “Santa Marta Group”. Con la testimonianza di chi opera sul terreno affronteranno anche la questione della celebrazione dei sacramenti nel rapporto tra chiesa di origine e chiesa di accoglienza. Con la crescita delle comunità di cinesi in Europa, anche il tema della pastorale e dell’annuncio del Vangelo ai cinesi del continente sarà preso in esame. L’incontro si concluderà giovedì 2 luglio con un pellegrinaggio alla Collina delle Croci, per ricordare le numerose vittime delle migrazioni illegali nel mondo.
L’incontro, organizzato dalla sezione “migrazione” della Commissione CCEE Caritas in Veritate, guidata dal Cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria, che presiederà la riunione, si svolge su invito dell’arcivescovo locale, mons. Gintaras Grusas, presidente della Conferenza episcopale lituana.
A Vilnius parteciperanno tra l’altro padre Mesmin Prosper Massengo, Presidente del gruppo di lavoro sulle migrazioni del SECAM (Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar) e il reverendo Matthew John Gardzinski del Pontificio Consiglio per la Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.