“Se concedessimo l’immunità a chi lascia Boko Haram, la maggior parte dei miliziani deporrebbe le armi”. Ne è convinto il cardinale John Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, che in una conversazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre nota come almeno l’80% degli appartenenti al gruppo fondamentalista non ne condivida affatto il pensiero.
“Sono pochi quelli che sposano realmente l’ideologia di Boko Haram – aggiunge il porporato – gli altri sono stati reclutati con la forza e lascerebbero volentieri la setta islamista se gliene fosse offerta la possibilità”.
Il cardinale Onaiyekan è quindi favorevole a concedere l’amnistia ai terroristi che si consegnino liberamente alle autorità, impegnandosi ad interrompere i rapporti con il gruppo. “Soltanto in questo modo potremmo convincere altri membri a lasciare il gruppo”, afferma il porporato ricordando come il 16 settembre scorso il presidente nigeriano Mohammadu Buhari si sia detto pronto ad accordare un tale provvedimento qualora i fondamentalisti liberassero le 200 studentesse rapite a Chibok nell’aprile 2014.
Le considerazioni del cardinale Onaiyekan emergono in un momento decisamente negativo per gli uomini di Abubakar Shekaku. Il 19 settembre scorso l’esercito nigeriano ha infatti sferrato un duro colpo ai “talebani africani” nell’ambito della controffensiva che mira a eliminarne la presenza dal nordest della Nigeria.
“Negli ultimi mesi vi sono state numerose incursioni nelle aree in mano a Boko Haram, che ormai ha perso il controllo anche di larga parte dei confini nazionali”, aggiunge il porporato, lodando l’impegno profuso da Buhari sin dal suo primo giorno di mandato.
L’arcivescovo di Abuja ha particolarmente apprezzato la scelta del neo presidente – che in quanto ex presidente del Consiglio militare supremo ha una solida esperienza in campo militare – di collaborare con gli eserciti di Ciad, Camerun e Niger. Tuttavia il porporato fa notare come i primi successi dei militari nigeriani contro il gruppo oltranzista si siano registrati durante l’ultima fase della presidenza di Goodluck Johnathan.
“Ora che Boko Haram è in difficoltà – afferma – è fondamentale offrire una via d’uscita a quanti desiderino abbandonare il gruppo fondamentalista. Il nostro paese è grande abbastanza per correre il rischio di un’amnistia”.
Se il porporato è bendisposto ad un’amnistia per i “pentiti” della setta, non si può dire lo stesso di molti cristiani. Per il cardinal Onaiyekan la ragione di questo rifiuto è da ricercarsi nel deterioramento dei rapporti interreligiosi. “La presenza di Boko Haram ha gravemente compromesso le relazioni tra cristiani e musulmani. Ci vorrà molto tempo prima che la ferita guarisca”, ha poi concluso.