Pioniere del dialogo analizza la visita papale in Israele

Baruch Tenembaum auspica un’approfondimento delle relazioni ebraico-cattoliche

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GERUSALEMME, lunedì, 11 maggio (ZENIT.org).- Baruch Tenembaum, fondatore della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, spera che la visita iniziata questo lunedì da Benedetto XVI serva ad approfondire il dialogo tra cattolici ed ebrei.

In alcune dichiarazioni a ZENIT, questo pioniere del dialogo interreligioso dai tempi di Paolo VI, negli anni Sessanta, ha parlato di un’opportunità storica per intavolare “un dialogo profondo con coloro che si preoccupano davvero di consolidare il vincolo di fratellanza che unisce queste due grandi religioni”.

In occasione della visita del Santo Padre, la Fondazione Wallenberg ha rivolto un appello mondiale per ottenere testimonianze sui cattolici che salvarono gli ebrei dalla persecuzione nazista durante la Seconda Guerra Mondiale (www.raoulwallenberg.net).

“Il livello di risposta è sorprendentemente alto”, informa Tenembaum. “Stiamo ricevendo decine di risposte al nostro appello, e le nostre équipes di ricercatori le stanno valutando”.

“In Israele vivono ancora molti sopravvissuti all’Olocausto, che devono la propria vita a salvatori cattolici… sarebbe un’eccellente opportunità perché il Sommo Pontefice conosca personalmente alcuni di loro”, ha aggiunto.

Uno degli attuali Ministri del Governo israeliano, Yossi Peled, è un sopravvissuto all’Olocausto. E’ stato salvato in Belgio, insieme alle sue sorelle, da una famiglia cattolica.

Il fondatore della Fondazione Wallenberg ha sottolineato che “la creazione dello Stato di Israele si deve in gran parte ad Angelo Roncalli (in seguito noto come Papa Giovanni XXIII), che ha voluto intercedere presso Papa Pio XII perché non ponesse ostacoli alla votazione a favore della creazione dello Stato ebraico”.

“Angelo Roncalli, come Nunzio Apostolico a Istanbul, salvò la vita a migliaia di ebrei. La nostra Fondazione ha creato un comitato speciale per promuovere il suo riconoscimento come salvatore e preparare programmi educativi per sottolineare la sua eredità”.

Tenembaum ha anche ricordato l’importanza del dialogo autentico tra i rappresentanti delle due religioni, esortando il Vaticano ad aprire i suoi archivi e chiedendo lo stesso ad alcune istituzioni ebraiche, come lo Yad Vashem di Gerusalemme, per permettere agli storici di approfondire le loro ricerche.

A suo avviso, un dialogo fruttuoso tra la Chiesa cattolica e i leader spirituali dell’ebraismo deve abbracciare anche i grandi rabbini, come il rabbino Meir Lau (sopravvissuto all’Olocausto) e il rabbino Sha´ar Yshuv di Haifa.

“In passato, sono state commesse grandi ingiustizie, come l’espulsione degli ebrei dalla Spagna, ed è necessario approfondire questi temi – propone –. E’ anche importante che quanti devono chiedere perdono lo facciano, anche se le loro vittime non sono più tra noi per perdonarli”.

“Dall’altro lato – sottolinea Tenembaum –, il popolo ebraico deve manifestare la sua eterna gratitudine per quei cattolici, uomini e donne, che rischiarono la vita per salvare i loro fratelli perseguitati dal mostro nazista”.

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ZENIT Staff

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