Il Papa incoraggia gli sforzi del “Caritas Baby Hospital” di Betlemme

ROMA, mercoledì, 13 maggio 2009 (ZENIT.org).- Questo mercoledì Benedetto XVI ha visitato il “Caritas Baby Hospital” di Betlemme, che da più di cinquant’anni si prende cura dei bambini della regione di Betlemme e di tutta la Palestina.

Il “Caritas Baby Hospital”, nato originariamente da due semplici stanze grazie all’impegno infaticabile di padre Ernst Schnydrig, crebbe molto nel tempo fino a quando nel 1978 venne inaugurato come ospedale vero proprio.

Con ottanta letti assicura oggi circa 30 mila prestazioni ambulatoriali e 4 mila degenze all’anno anche grazie al sostegno indispensabile delle sei religiose dell’Istituto “Suore Terziarie Francescane elisabettine” di Padova.

Il “Caritas Baby Hospital”, attualmente l’unico ospedale pediatrico esistente in Cisgiordania, non gode di nessuna sovvenzione né da parte del governo palestinese e neppure da quello israeliano, né riceve aiuti da nessun ente pubblico o umanitario internazionale.

Il suo fondatore ha dato vita infatti a una associazione che si chiama “Kinderhilfe Bethlehem” (“Aiuto Bambini Betlemme”), con sede a Lucerna, che gestisce economicamente l’ospedale, attraverso gli aiuti che riceve dalla gente e grazie al sostegno dei Vescovi svizzeri e tedeschi.

“Padre Ernst Schnydrig – ha detto il Papa nel suo saluto – fondò questa struttura nella convinzione che i bambini innocenti meritano un posto sicuro da tutto ciò che può far loro del male in tempi e luoghi di conflitto”.

“Grazie alla dedizione del Children’s Relief Bethlehem – ha aggiunto –, questa istituzione è rimasta un’oasi quieta per i più vulnerabili, e ha brillato come un faro di speranza circa la possibilità che l’amore ha di prevalere sull’odio e la pace sulla violenza”.

“Ai giovani pazienti ed ai membri delle loro famiglie che traggono beneficio dalla vostra assistenza – ha poi continuato –, desidero semplicemente dire: ‘Il Papa è con voi’!”.

“Oggi egli è con voi in persona – ha sottolineato –, ma ogni giorno egli accompagna spiritualmente ciascuno di voi nei suoi pensieri e nelle sue preghiere, chiedendo all’Onnipotente di vegliare su di voi con la sua premurosa attenzione”.

Dopo il suo discorso, il Papa ha quindi regalato all’ospedale un respiratore per bambini prematuri, per poi visitare i piccoli malati, soffermandosi in particolare davanti a un bambino nato prematuro, di due chili e mezzo, di nome Elias.

Presente all’incontro anche il Presidente palestinese Mahmoud Abbas.

Burkhard Redeski del “Kinderhilfe Bethlehem”ha detto a ZENIT che “Papa Benedetto ha fatto sì che i riflettori venissero puntati sui bambini e sulle mamme. Ha visitato coloro che sono nell’ombra, che si sentono dimenticati e non si lamentano” e ci ricorda che “mai più, in un luogo così simbolico per noi cristiani come Betlemme, dovrà essere negata l’assistenza medica a un bambino”.

“Prestiamo il nostro aiuto per le tipiche malattie infantili, perché molte famiglie non possono più permettersi un pediatra”, ha detto perché infatti “le malattie della povertà stanno aumentando e i bambini malnutriti sono più soggetti alle infezioni”.

Nella regione di Betlemme ed Hebron vivono oltre 100.000 bambini al di sotto dei quattro anni e per la stragrande maggioranza non esiste un’assistenza sanitaria garantita, mentre il tasso di natalità nella zona di Betlemme raggiunge il 3,1% e a Gaza addirittura il 3,7%.

“In futuro – ha detto il membro di ‘Kinderhilfe Bethlehem’ –, grazie alla nostra clinica ambulante, che è ancora in fase di costruzione, vogliamo offrire delle maggiori specializzazioni. In modo che tutti i bambini a Betlemme possano avere accesso a una assistenza medica qualificata”.

Al momento ospita 75 ricoverati, assistiti da 200 tra medici, infermieri e personale amministrativo.

[Intervista raccolta da Dominik Hartig]

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ZENIT Staff

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