Rappresentanti cattolici e musulmani discutono di "Religione e Società civile"

Colloquio ad Amman (Giordania)

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AMMAN, mercoledì, 20 maggio 2009 (ZENIT.org).- Si è concluso questo mercoledì ad Amman (Giordania) il colloquio sul tema “Religione e Società civile”, promosso dall’Istituto Reale di Studi Interreligiosi (Royal Institute for Inter-Faith Studies, RIIFS) e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

L’incontro si è svolto da lunedì 18 maggio e ha avuto come sede la Royal Scientific Society di Amman. La delegazione della Santa Sede, composta da 12 membri come quella musulmana, è stata guidata dal Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del dicastero vaticano.

Accanto a lui hanno partecipato, tra gli altri, l’Arcivescovo Pier Luigi Celata, Segretario del dicastero vaticano, l’Arcivescovo Francis Assisi Chullikatt, Nunzio in Iraq, e monsignor Salim Sayegh, Vescovo ausiliare e vicario generale per la Giordania.

Tra i membri della delegazione musulmana, c’erano l’ambasciatore Hasan Abu Nimah, direttore del RIIFS, e Seyed Mohammed Ali Abtahi, presidente dell’Istituto per il dialogo interreligioso dell’Iran.

In un comunicato congiunto emesso al termine dell’evento si legge che i temi affrontati sono stati principalmente tre: “religione e società civile nella storia e nel pensiero filosofico-giuridico; religione e società civile nelle società moderne; religione e società civile nella tradizione religiosa”.

I partecipanti hanno concordato su vari punti, come il fatto che la società civile rappresenti “un mezzo per un aperto scambio di esperienze e visioni per perseguire il bene comune”, e hanno sottolineato l’importanza della società civile per uno sviluppo giusto e integrale di individui e comunità, “riconoscendo il particolare e indispensabile contributo che la società civile può fornire come valido forum per il dialogo nel contesto dell’esercizio responsabile della libertà”.

Allo stesso modo, hanno rimarcato “l’importanza di educare i giovani ai valori del rispetto reciproco e alla cultura del dialogo, respingendo la violenza, per promuovere la coesistenza pacifica sulla base della piena cittadinanza”, ricordando anche “la rilevanza della democrazia e della legge in uno Stato che rispetti le diversità etniche, culturali e religiose e promuova l’uguaglianza dei cittadini, sulla base del rispetto della dignità umana e dei conseguenti diritti umani fondamentali, soprattutto libertà e giustizia”.

Le religioni, hanno riconosciuto, “devono giocare un ruolo specifico nella società, offrendo motivazioni per il contributo dei cittadini al bene comune basato sulla fede in Dio e che trascenda l’opportunismo politico e la ricerca di potere”.

Le fedi religiose possono inoltre rafforzare “la partecipazione e la coesione sociali, dando il proprio sostegno specifico alla costruzione di uno Stato stabile e prospero, basato sul principio di sussidiarietà”.

Il prossimo colloquio si svolgerà a Roma tra due anni, preceduto da un incontro preparatorio di cui si dovranno definire tema e modalità.

Al termine dell’incontro, il Cardinale Tauran è rimasto nella capitale giordana per un meeting con i membri e i consultori del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso appartenenti all’area mediorientale, in programma dal 21 al 23 maggio.

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ZENIT Staff

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