Benedetto XVI riceve i partecipanti al Convegno promosso per il V Centenario dei Musei Vaticani

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 18 dicembre 2006 (ZENIT.org).- Pubblichiamo il discorso che Benedetto XVI ha pronunciato questo sabato ricevendo in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, i partecipanti al Convegno Internazionale promosso in occasione del Quinto Centenario dei Musei Vaticani.

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Signor Cardinale

venerati Fratelli nell’Episcopato,

gentili Signori e Signore!

E’ per me un onore ed un piacere accogliere quest’oggi una così qualificata rappresentanza di responsabili delle maggiori istituzioni museali del mondo intero. A ciascuno di voi il mio più cordiale saluto accompagnato da sincera gratitudine per l’odierna vostra visita. In primo luogo saluto il Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, l’Arcivescovo Giovanni Lajolo, che ringrazio anche per essersi fatto interprete dei sentimenti di tutti i presenti. Saluto il Signor Cardinale, i Vescovi, le personalità e gli esperti provenienti da ogni continente. Un ringraziamento speciale va al Direttore dei Musei Vaticani e ai suoi collaboratori, come pure a quanti hanno preparato ed organizzato il Convegno, che conclude un ricco calendario di iniziative commemorative del V° centenario dei Musei Vaticani. Le molteplici manifestazioni, che si sono snodate lungo l’intero anno, non tendevano soltanto a commemorare eventi del passato, ma anche a creare nuove opportunità di approfondimento per i numerosissimi visitatori che ogni giorno frequentano i Musei. Si è in tal modo posto in evidenza quanto interesse susciti una realtà museale così stratificata nel tempo.

Mi congratulo pertanto per questo Simposio, la cui attenzione è incentrata su una tematica di indubbio interesse: l’identità e il ruolo del museo oggi e le sue future prospettive. Proprio perché dedicata allo studio della funzione e degli obiettivi dell’istituzione “museo” nella società contemporanea, l’iniziativa del Congresso non ha previsto semplicemente una rassegna di relazioni da parte di esperti. Voi avete inteso piuttosto confrontarvi attraverso studi teorici, interventi specifici, scambi di esperienze ed un franco dialogo per far emergere elementi che permettano di meglio delineare la funzione, che potremmo definire “educativa”, del museo nel contesto dell’odierna società globalizzata. La Chiesa da sempre sostiene e promuove il mondo dell’arte considerandone il linguaggio un privilegiato veicolo di progresso umano e spirituale. Vale la pena ricordare anche in questa circostanza l’iscrizione che il mio venerato Predecessore Benedetto XIV fece apporre alla porta d’ingresso del Museo Cristiano: “Ad augendum Urbis splendorem et asserendam religionis veritatem – Per promuovere lo splendore della città di Roma e affermare la verità della religione cristiana”.

Lo sviluppo nel tempo dei Musei Vaticani sta a dimostrare come queste finalità siano sempre rimaste ben presenti nell’impegno dei Pontefici. Ricevendo il mese scorso il personale di quest’importante Istituzione, osservavo come nel suo “codice genetico” sia scritta questa verità: la grande civiltà classica e quella ebraico-cristiana non si oppongono tra loro, ma convergono nell’unico piano di Dio. Ed aggiungevo che si tratta di una logica propria all’intero Museo, che in questa prospettiva appare veramente un tutto unitario nella complessa articolazione delle sue sezioni. In definitiva, si potrebbe dire che i Musei Vaticani possono rappresentare una straordinaria opportunità di evangelizzazione perché, attraverso le varie opere esposte, offrono ai visitatori una testimonianza eloquente dell’intreccio continuo che esiste tra il divino e l’umano nella vita e nella storia dei popoli. L’ingente numero di persone che ogni giorno li visitano sta a dimostrare il crescente interesse verso questi capolavori di arte e queste testimonianze storiche, che costituiscono una sintesi meravigliosa di Vangelo e cultura.

Proprio a partire dall’esperienza dei Musei Vaticani, si rivela molto appropriata la scelta operata dagli organizzatori del Convegno, che si sono proposti di non limitarsi ad analizzare le istituzioni museali nell’attuale loro ordinamento. Essi hanno chiesto ai partecipanti di interrogarsi piuttosto su quale ruolo i Musei possano ricoprire nel futuro, quale funzione siano chiamati a svolgere nell’epoca contemporanea, segnata da rapidi mutamenti sociali e nella quale la rete delle comunicazioni innerva l’intero tessuto dell’umanità. Indubbiamente, come è stato notato nel corso dei lavori, la funzione del Museo è oggi sensibilmente cambiata: da privilegio il Museo è diventato diritto, da centro riservato agli artisti, agli specialisti e ai soli uomini di cultura è ai nostri giorni sempre più “casa” di tutti, rispondendo in tal modo ad una diffusa esigenza formativa della società. Giustamente poi si riserva un’attenzione speciale alle nuove generazioni, che nei Musei possono riconoscere le radici della loro storia e della loro cultura. Ogni opportunità per favorire l’integrazione e l’incontro tra gli individui e i popoli è senza dubbio da incoraggiare. In tale prospettiva anche i musei, pur tenendo conto delle mutate condizioni sociali, possono diventare luoghi di mediazione artistica, anelli di raccordo tra il passato, il presente e il futuro, crocevia di uomini e donne dei vari continenti, nonché cantieri di ricerca e fucine di arricchimento culturale e spirituale. Il dialogo, grazie a Dio, sempre più auspicato fra culture e religioni non può che agevolare la reciproca conoscenza e rendere più proficui gli sforzi per costruire un comune avvenire di solidale progresso e di pace per l’intera umanità. I Musei potranno contribuire a diffondere la cultura della pace se, conservando la loro natura di templi della memoria storica, saranno anche luoghi di dialogo e di amicizia tra tutti.

Illustri Signori e Signore, rinnovo a ciascuno di voi il mio cordiale ringraziamento per l’odierna vostra visita e auguro che il vostro quotidiano lavoro contribuisca a trasmettere alle generazioni di domani l’amore per quella bellezza che, come scrive Dostoevskij, “salverà il mondo” (L’idiota, P. III, cap. V, Milano 1998, p. 645). Con tali sentimenti, mentre formulo fervidi voti per le prossime Feste Natalizie, invoco su voi tutti e sulle vostre famiglie l’abbondanza delle benedizioni di Dio.

[© Copyright 2006 – Libreria Editrice Vaticana]

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ZENIT Staff

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