ROMA, mercoledì, 23 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo di seguito l’intervento pronunciato il 10 dicembre da monsignor Michael Banach, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Ufficio delle Nazioni Unite e Istituzioni Specializzate a Vienna, in occasione della tredicesima sessione della Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (Unido).
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Signor presidente,
la delegazione della Santa Sede desidera aggiungere la propria voce al coro delle congratulazioni a lei nonché agli altri membri del Bureau che sono stati eletti all’inizio di questa settimana. Le nostre congratulazioni vanno anche al dr. Kandeh Yumkella perché è stato nuovamente nominato direttore generale dell’Organizzazione per lo Sviluppo Industriale delle Nazioni Unite (unido). Sono certo che egli consoliderà il trend positivo dell’evoluzione dell’organizzazione e darà ad essa un ulteriore sviluppo.
Nel suo Messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Pace del 2009, Papa Benedetto XVI ha scritto: «Combattere la povertà implica un’attenta considerazione del complesso fenomeno della globalizzazione. Tale considerazione è importante già dal punto di vista metodologico, perché suggerisce di utilizzare il frutto delle ricerche condotte dagli economisti e sociologi su tanti aspetti della povertà. Il richiamo alla globalizzazione dovrebbe, però, rivestire anche un significato spirituale e morale… Resta comunque vero che ogni forma di povertà ha alla propria radice il mancato rispetto della trascendente dignità della persona umana. Quando l’uomo non viene considerato nell’integralità della sua vocazione e non si rispettano le esigenze di una vera “ecologia umana”, si scatenano anche le dinamiche perverse della povertà, com’è evidente in alcuni ambiti»
Queste parole descrivono bene qual è il fulcro di questa Tredicesima Conferenza che offre l’occasione per riflettere sui progressi compiuti nelle tre aree prioritarie dell’unido, ovvero riduzione della povertà attraverso attività produttive, creazione della capacità commerciale, ambiente ed energia. La mia delegazione è interessata ai risultati della Tredicesima Conferenza Generale perché la Santa Sede ha sempre riconosciuto la centralità della persona umana nella sollecitudine per uno sviluppo equo, accessibile e sostenibile.
Il rispetto per la dignità e per la libertà di ogni persona interessata dai pogrammi di sviluppo deve essere la forza trainante nella nostra opera. Infatti, la Chiesa cattolica ha sempre sottolineato che è necessario un equilibrio fra sviluppo sociale ed economico industriale. Il dibattito sullo sviluppo industriale rivela che nessuna persona o nessun gruppo vive in isolamento. Ciò che colpisce uno colpisce altri. La mia delegazione crede che i benefici del discutere le questioni e nel proporre soluzioni per rimuovere gli ostacoli che sfidano lo sviluppo sostenibile si sentiranno in ogni parte del mondo.
In quest’idea di solidarietà umana non possiamo perdere di vista la necessità di un’amministrazione responsabile che richiede attenzione al bene comune, che va oltre limitati interessi individuali a tutti i livelli.
L’amministrazione responsabile e la solidarietà umana autentica sono rivolte alle tre aree prioritarie e devono anche rimanere il punto di partenza nel dibattito sull’accesso allo sviluppo industriale. Gli effetti del cambiamento climatico, la questione delle risorse idriche e della sicurezza alimentare, la mobilitazione delle risorse energetiche e il turismo sostenibile devono essere collegati ai dibattiti su sanità, educazione, alimentazione, politica abitativa e sicurezza.
Nel parlare di sicurezza, è importante ricordare che l’energia è centrale per ottenere obiettivi sostenibili di sviluppo. Con circa due miliardi di persone ancora prive dell’accesso all’elettricità nel mondo e un numero ancora più alto di persone che usano biomasse tradizionali, migliorare l’accesso a servizi energetici affidabili, alla portata di tutti e a basso impatto ambientale è una importante sfida al fine di sradicare la povertà. È anche urgente trasformare i sistemi globali di energia perché le modalità attuali stanno causando grave danno alla salute umana, al clima della Terra e ai sistemi ecologici da cui dipende tutta la vita e perché l’accesso a servizi energetici affidabili e puliti è un prerequisito vitale per alleviare la povertà. Sebbene la quantità assoluta dell’uso di energia rinnovabile mondiale sia aumentata in modo significativo, la percentuale delle energie rinnovabili nell’offerta primaria totale di energia a livello mondiale è aumentata solo marginalmente negli ultimi tre decenni. Alcune tecnologie energetiche rinnovabili sono già mature ed economicamente concorrenziali, ma lo sviluppo di energie rinnovabili continua a essere una necessità umana, ecologica, economica e strategica e dovrebbe essere una priorità nei progetti pubblici di ricerca.
In considerazione dei progressi compiuti durante questi dibattiti, la Santa Sede desidera affermare, ancora una volta, che prestare semplicemente aiuto, per quanto lodevole e necessario, non è sufficiente a trattare tutti gli aspetti della solidarietà umana che devono essere offerti ai bisognosi. Le nazioni devono cooperare per una efficacia rinnovata e maggiore delle strutture internazionali in sfere quali l’economia, il commercio, lo sviluppo industriale, la finanza e il trasferimento di tecnologia.
Presidente!
Desidero assicurare quest’Assemblea del fatto che la Chiesa cattolica continuerà a sviluppare e a promuovere nelle aree critiche programmi specifici, che cercano di migliorare la vita umana in alcune delle zone più povere e meno sviluppate e, così facendo, contribuiscono a migliorare la vita di tutti.
La mia delegazione plaude ai progressi compiuti in questa Conferenza Generale e attende le iniziative future che saranno il prossimo passo verso il conseguimento di obiettivi di sviluppo equo, accessibile e sostenibile per tutti.
[Traduzione a cura de L’Osservatore Romano]