di don Natale Scarpitta*
ROMA, martedì, 26 gennaio 2010 (ZENIT.org).- In questi ultimi anni la Chiesa sta approfondendo con sempre più interesse l’importanza di internet come strumento di ausilio nella cura pastorale dei fedeli. Mentre alcuni anni fa nel mondo ecclesiale un tentativo di evangelizzare mediante la Rete era ritenuto inefficace, oggi si sta prendendo viva coscienza delle grandi possibilità che internet offre alle dinamiche proprie della vita della Chiesa come evangelizzazione, missione e catechesi.
Il web si configura oggi come un universo culturale in continua ed irrefrenabile espansione, dalle elevate potenzialità comunicative, dalla massima apertura sociale e dalla frequentazione sempre più crescente. Essendo medium di comunicazione globale, area di confluenza multiculturale e multietnica che accoglie ogni espressione dell’esperienza umana (dall’informativa all’economica, dalla commerciale alla religiosa), internet esercita influssi incisivi sui modi di pensare e sui comportamenti, sia personali che collettivi.
Nell’osservare un simile scenario culturale, l’urgenza di evangelizzare lo smisurato “continente virtuale” – per usare l’espressione di Papa Benedetto XVI – si fa sempre più pressante. La Chiesa comprende chiaramente che oggi operare pastoralmente in questo ambito è non solo opportuno, ma rappresenta un dovere “impellente”.
Proseguendo così la bimillenaria opera apostolica dell’annuncio della fede anche nell’era digitale, la Chiesa esplora le capacità religiose della Rete ed attentamente ne valuta il profilo umano, sociale ed ecclesiale. Le potenzialità comunicative, infatti, incentivano e stimolano l’impegno dell’intera comunità cristiana ad un’evangelizzazione più proficua, efficace ed al passo con i tempi.
Proponiamo allora alcune riflessioni legate alla “e-vangelizzazione”, la nuova forma di evangelizzazione che utilizza internet come moderno “pulpito virtuale”, offrendo anche delle considerazioni e degli spunti per una riflessione più acuta sul rapporto che lega comunicazione, cultura ed evangelizzazione.
Chiesa in Internet: presenza necessaria e qualificata
L’incidenza informativa e formativa, individuale e sociale, esistenziale e culturale dei new media, impone alla Chiesa il dovere di partecipare attivamente allo sviluppo tecnologico apportando il suo contributo affinché tale progresso sia accompagnato da una crescita umana e spirituale. In questo scenario comunicativo, la presenza della Chiesa si rende doverosa.
Da diversi anni l’intera Chiesa Cattolica ha deciso non solo di varcare timidamente questa soglia culturale, ma di abitare questa realtà comunicativa con un impegno tanto fattivo quanto coraggioso, investendo energie spirituali e culturali per far risuonare il messaggio evangelico anche da questi moderni aeropaghi telematici.
Ma la semplice promozione, pura ed integrale, della Verità salvifica non basta per essere accolta. Il pur profondo spessore dei contenuti trasmessi non è sufficiente per rimanere impresso in coloro a cui viene proposto. La loro trasmissione può risultare infeconda se non mediata in codici linguistici adeguati. Nella cultura moderna, in cui l’immagine sembra aver il sopravvento sul contenuto, anche l’annuncio deve inculturarsi, conformandosi ai canoni della comunicazione massmediale, senza eludere la piena adesione al depositum fidei trasmesso lungo i secoli.
Per vivere l’esperienza missionaria su Internet bisogna essere interpreti dei nuovi linguaggi calandosi nella filosofia che sottende alla Rete, rispettando quelle dinamiche che sono proprie della comunicazione telematica. Infatti, il messaggio che tale comunicazione veicola non è semplicemente informativo. Quel messaggio, nell’era multimediale, porta con sé un carico di stimolazioni che sollecitano l’intera globalità delle nostre percezioni sensoriali.
L’impiego di queste tecniche comunicative garantisce professionalità alla trasmissione del messaggio e, in molti casi, ne assicura anche l’efficacia mediatica in chi ne fruisce. Tale professionalità offre alla Chiesa l’opportunità di una visibilità maggiore e qualificata nello spazio virtuale a favore di una comunicazione che sviluppi un’efficace azione pastorale telematica. Un uso qualificato del Web, potrebbe fare di Internet addirittura un nuovo ambito della pastorale ordinaria in cui investire risorse tecniche, economiche ed umane.
E-vangelizzazione: cos’è?
L’evangelizzazione è il compito essenziale, il dovere fondamentale e prioritario affidato dal Signore ad ogni fedele. Per continuare a diffondere il messaggio di salvezza cristiano nel mondo di oggi, la Chiesa ha intrapreso un sentiero tanto arduo quanto affascinante: valorizzare le potenzialità e cogliere le opportunità che Internet offre al servizio della nuova evangelizzazione, quella che comunemente viene chiamata “e-vangelizzazione”.
Ma di cosa si tratta? Innanzitutto, l’e-vangelizzazione non è e-commerce né e-business: il Vangelo non è un prodotto d’acquisto, né l’offerta di servizi religiosi commerciabili on-line.
E-vangelizzazione, in senso pieno, non equivale neanche ad informazione religiosa: tale richiesta è assolta da agenzie di stampa, anche cattoliche, che si limitano a garantire un servizio di comunicazione di notizie, avvenimenti ed attività che riguardano il mondo religioso in generale ed ecclesiale in particolare.
E-vangelizzazione non è neanche quella trasmissione del Vangelo secondo una logica meramente informativa: il Vangelo non è una semplice opinione tra le tante!
E-vangelizzazione è piuttosto tensione ed azione missionaria nello sfondo culturale virtuale, attraverso l’annuncio di una proposta esistenziale e spirituale da abbracciare. È la capacità di sapere offrire input per una riflessione individuale, per l’inizio di un cammino spirituale personale. È, quindi, comunicazione/partecipazione del messaggio salvifico ad una “assemblea virtuale” che può raggiungere anche dimensioni sconfinate.
Che tipo di E-vangelizzazione?
Siamo perciò persuasi che il Web sia un prezioso strumento di annuncio immediato ed universale del messaggio evangelico. Internet costituisce un laboratorio della fede in cui viene sperimentata ed alimentata la ricerca di risposte ad una sete religiosa e spirituale sempre più in crescita nello spazio virtuale. La Rete, infatti, permette di operare almeno tre fondamentali modalità di processi comunicativi della fede utili e coinvolgenti. La prima consiste nell’azione di “pre-evangelizzazione”: l’utente può essere introdotto ad un’iniziale alfabetizzazione attraverso l’incontro con la fede cristiana; può investigare sui più svariati argomenti connessi alla fede. Nella riservatezza dell’anonimato virtuale, l’utente può imbattersi in situazioni che gli scatenano perplessità, dubbio, ansia di approfondimento. Nel Web può così soddisfare la propria sete trovando risposta alle sue domande, un senso da dare alle sue azioni, un ideale da perseguire nella vita reale.
Successivamente, per cercare una riscontro e confronto “incarnato” può rivolgersi ad un sacerdote, ad un credente, magari avvicinandosi alla parrocchia. Tale modalità assume maggiore importanza se ci riferiamo ai cosiddetti “lontani”, coloro che, pur battezzati, per molteplici ragioni hanno ormai smesso di frequentare la Chiesa. Per costoro Internet può risultare un potente mezzo per una rinnovata adesione al messaggio evangelico e, successivamente, può favorire il loro re-inserimento in un contesto ecclesiale.
La seconda opportunità è quella di utilizzare Internet quale validissima risorsa di consultazione e approfondimento per quegli utenti che, già formati, intend
ono maggiormente comprendere le verità di fede e i principi cristiani. Sono numerose le opportunità di trovare banchedati, istituzionali o personali, che dispongono di materiale atto allo studio e alla riflessione. Si pensi ad esempio al sito del Vaticano che presenta un accesso piuttosto diretto allo stesso Magistero dei Pontefici.
A queste due modalità che delineano un approccio piuttosto recettivo/passivo dell’utente, si possono aggiungere altre forme di comunicazione evangelica più dinamica, quelle interattive. Ci riferiamo al fenomeno di cristiani che interagiscono con altri utenti (credenti e non) attraverso email, instant messenger, chat, newsgroup, mailinglist, social network ecc. Usato in tal senso, Internet costituisce anche un momento di incontro, riflessione, discussione e confronto sulla fede e sulle realtà ad essa ricondotte (vocazione, sacramenti, carità, etica, impegno sociale). Attraverso questa interazione è favorito un uso più missionario del mezzo e perciò maggiormente stimolante, coinvolgente ed impegnativo.
[Mercoledì verrà pubblicata la seconda parte dell’articolo]
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*Don Natale Scarpitta è un prete dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, appassionato di informatica e impegnato fattivamente in progetti di pastorale attraverso i nuovi mezzi di comunicazione.