Benedetto XVI: la Chiesa non abbandona i poveri

La carità cristiana fa parte dell’evangelizzazione

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di Inma Álvarez

ROMA, domenica, 14 febbraio 2010 (ZENIT.org).- “Sappiate che la Chiesa vi ama profondamente e non vi abbandona, perché riconosce nel volto di ognuno di voi il volto di Cristo”, ha detto questa domenica Papa Benedetto XVI alle persone assistite nell’Ostello romano “Don Luigi Di Liegro” della Caritas.

Il Papa ha visitato nelle prime ore della mattinata questo complesso assistenziale creato 23 anni fa, costituito da un ostello, una mensa e un piccolo centro medico, destinato ai poveri e ai senzatetto di Roma.

Nel suo discorso, ha affermato che il centro “è diventato un luogo dove, grazie al generoso servizio di tanti operatori e volontari, si attuano ogni giorno le parole di Gesù: ‘Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto'”.

“La testimonianza della carità, che in questo luogo trova speciale concretizzazione, appartiene alla missione della Chiesa insieme con l’annuncio della verità del Vangelo – ha affermato -. L’uomo non ha soltanto bisogno di essere nutrito materialmente o aiutato a superare i momenti di difficoltà, ma ha anche la necessità di sapere chi egli sia e di conoscere la verità su se stesso, sulla sua dignità”.

La Chiesa, “con il suo servizio a favore dei poveri, è dunque impegnata ad annunciare a tutti la verità sull’uomo, che è amato da Dio, creato a sua immagine, redento da Cristo e chiamato alla comunione eterna con Lui”, ha ricordato.

“Tante persone hanno potuto così riscoprire, e tuttora riscoprono, la propria dignità, smarrita a volte per tragici eventi, e ritrovano fiducia in se stessi e speranza nell’avvenire”.

La certezza profonda di sapersi amati da Dio “genera nel cuore dell’uomo una speranza forte, solida, luminosa, una speranza che dona il coraggio di proseguire nel cammino della vita nonostante i fallimenti, le difficoltà e le prove che la accompagnano”, ha aggiunto il Pontefice.

“La Chiesa vive nella storia con la consapevolezza che le angosce e i bisogni degli uomini, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure quelli dei discepoli di Cristo”.

Il Papa ha quindi invitato quanti lavorano nell’Ostello a imitare “l’esempio di Gesù, che per amore si fece nostro servo e ci amò fino alla fine”, e a considerare le persone accolte nel centro “uno dei tesori più preziosi” della loro vita.

Il Vescovo di Roma ha poi voluto approfittare del suo intervento per esortare “non solo i cattolici, ma ogni uomo di buona volontà, in particolare quanti hanno responsabilità nella pubblica amministrazione e nelle diverse istituzioni, ad impegnarsi nella costruzione di un futuro degno dell’uomo”.

Per fare ciò, ha avvertito, è necessario scoprire “nella carità la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società più giusta e fraterna”.

“Per promuovere una pacifica convivenza che aiuti gli uomini a riconoscersi membri dell’unica famiglia umana è importante che le dimensioni del dono e della gratuità siano riscoperte come elementi costitutivi del vivere quotidiano e delle relazioni interpersonali”.

Tutto ciò diventa sempre più urgente in un mondo in cui, invece, sembra prevalere la logica del profitto e della ricerca del proprio interesse.

Il Papa ha infine invitato i giovani a vivere l’esperienza del volontariato, che rappresenta “un’autentica scuola in cui si impara ad essere costruttori della civiltà dell’amore, capaci di accogliere l’altro nella sua unicità e differenza”.

“Nel suo servizio alle persone in difficoltà la Chiesa è mossa unicamente dal desiderio di esprimere la propria fede in quel Dio che è il difensore dei poveri e che ama ogni uomo per quello che è e non per quello che possiede o realizza”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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