FRIBURGO, domenica, 25 settembre 2011 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI ha esortato questa domenica i cattolici tedeschi a un rinnovamento spirituale affinché la Chiesa in questo Paese possa superare “le grandi sfide” attuali, obiettivo che potrà raggiungere rimanendo “unita” al Successore di Pietro.
In una mattina assolata, nella spianata dell’aeroporto turistico di Friburgo e alla presenza dei Vescovi delle 27 Diocesi della Repubblica Federale, Benedetto XVI ha parlato alle migliaia di fedeli riuniti per la Messa della necessità di una “fede rinnovata” e di una “conversione”.
“La Chiesa in Germania supererà le grandi sfide del presente e del futuro e rimarrà lievito nella società se i sacerdoti, le persone consacrate e i laici credenti in Cristo, in fedeltà alla propria vocazione specifica, collaborano in unità”, ha affermato.
E, ha aggiunto, “se le parrocchie, le comunità e i movimenti si sostengono e si arricchiscono a vicenda; se i battezzati e cresimati, in unione con il Vescovo, tengono alta la fiaccola di una fede inalterata e da essa lasciano illuminare le loro ricche conoscenze e capacità”.
“La Chiesa in Germania continuerà ad essere una benedizione per la comunità cattolica mondiale, se rimane fedelmente unita con i Successori di San Pietro e degli Apostoli”, ha indicato, esortando anche alla “collaborazione con i Paesi di missione” e a lasciarsi “contagiare” “dalla gioia nella fede delle giovani Chiese”.
L’unità, ha osservato il Papa, deve essere accompagnata dall’umiltà.
“L’umiltà è una virtù che oggi non gode di grande stima. Ma i discepoli del Signore sanno che questa virtù è, per così dire, l’olio che rende fecondi i processi di dialogo, facile la collaborazione e cordiale l’unità”.
“Le persone umili stanno con ambedue i piedi sulla terra. Ma soprattutto ascoltano Cristo, la Parola di Dio, la quale rinnova ininterrottamente la Chiesa ed ogni suo membro”.
Necessità di conversione
L’omelia del Papa, prendendo spunto dal Vangelo del giorno sulla parabola dei due fratelli mandati dal padre a lavorare nella vigna (Mt 21, 29-32), è stata un appello ai cattolici tedeschi a non restare in una fede vuota che non interpella più il cuore.
La parabola di Gesù, ha commentato il Pontefice, è rivolta “ai sommi sacerdoti e agli anziani del popolo, cioè agli esperti di religione nel popolo di Israele. Essi, prima, dicono ‘sì’ alla volontà di Dio. Ma la loro religiosità diventa routine, e Dio non li inquieta più”.
Se questa parabola si traducesse nell’attualità, direbbe: “agnostici, che a motivo della questione su Dio non trovano pace; persone che soffrono a causa dei nostri peccati e hanno desiderio di un cuore puro, sono più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli ‘di routine’, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato, senza che il loro cuore sia toccato dalla fede”.
“Questo, però, non significa affatto che tutti coloro che vivono nella Chiesa e lavorano per essa siano da valutare come lontani da Gesù e dal Regno di Dio”, ha spiegato il Papa, ma che “ci vuole di più: il cuore aperto, che si lascia toccare dall’amore di Cristo”.
Per questo, ha esortato i fedeli a interrogarsi sul “rapporto personale con Dio, nella preghiera, nella partecipazione alla Messa domenicale, nell’approfondimento della fede mediante la meditazione della Sacra Scrittura e lo studio del Catechismo della Chiesa Cattolica”.
“Cari amici, il rinnovamento della Chiesa, in ultima analisi, può realizzarsi soltanto attraverso la disponibilità alla conversione e attraverso una fede rinnovata”, ha aggiunto.
Dio può tutto
Il Papa ha quindi concluso la sua omelia ricordando ai presenti il potere di Dio, che non abbandona il suo popolo davanti alle difficoltà.
“Di fronte a tutte le cose terribili che avvengono oggi nel mondo, dicono che Dio non può essere onnipotente”, ha riconosciuto.
Dio, però, è “l’Onnipotente”, “ma dobbiamo, al contempo, renderci conto che Egli esercita il suo potere in maniera diversa da come gli uomini sogliono fare. Egli stesso ha posto un limite al suo potere, riconoscendo la libertà delle sue creature”.
“Quando vediamo le cose tremende, che a causa di essa avvengono, ci spaventiamo. Fidiamoci di Dio, il cui potere si manifesta soprattutto nella misericordia e nel perdono”, ha esortato il Pontefice. “Sempre, e soprattutto in tempi di pericolo e di cambiamento radicale, Egli ci è vicino, il suo cuore si commuove per noi, si china su di noi”.
“Chiediamo a Dio il coraggio e l’umiltà di camminare sulla via della fede, di attingere alla ricchezza della sua misericordia e di tenere fisso lo sguardo su Cristo, la Parola che fa nuove tutte le cose”, ha concluso.