DRESDA, mercoledì, 7 settembre 2011 (ZENIT.org).- Da questo martedì, nella città tedesca di Dresda si può visitare la mostra “Splendore celeste. Raffaello, Dürer e Grünewald dipingono la Madonna”, un'esposizione congiunta dei Musei Vaticani e delle Staatliche Kunstsammlungen, organizzata in occasione della prossima visita apostolica di Benedetto XVI in Germania dal 22 al 25 settembre.

La mostra è stata inaugurata questo lunedì dal Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente in funzioni del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, che ha sottolineato l'eccezionalità dell'esposizione, che unisce per la prima volta dopo secoli due immagini della Vergine dipinte da Raffaello Sanzio.

Una delle opere, la Madonna di Foligno, è stata offerta dai Musei Vaticani, da dove non usciva da quasi duecento anni. In genere l'opera è esposta nella stessa sala di un altro dipinto di grande valore, la Trasfigurazione di Raffaello. Per cederla è stata necessaria l'espressa autorizzazione del Papa.

Nell'esposizione di Dresda si mostrano insieme la Madonna di Foligno e la Madonna Sistina, nota anche come la Madonna di Dresda, dipinta anch'essa da Raffaello, probabilmente per la tomba di Papa Giulio II.

La Madonna di Foligno venne dipinta tra il 1511 e il 1512, mentre la Madonna Sistina è stata eseguita tra il 1513 e il 1514.

I due dipinti si trovano accanto alle opere di altri celebri pittori tedeschi precedenti alla Riforma: Albrecht Dürer, Matthias Grünewald e Lucas Cranach il Vecchio.

“Opere tutte stupende, che rivelano allo sguardo dei visitatori, nella diversità della propria configurazione stilistica, l’unità nella stessa fede”, ha affermato il Cardinal Lajolo durante l'inaugurazione.

L'esposizione rimarrà aperta fino all'8 gennaio 2012.

Ordinario militare: “Come il pane, Cristo è necessario”

ANCONA, mercoledì, 7 settembre 2011 (ZENIT.org).- La Chiesa Ordinariato militare ha partecipato questo mercoledì al XXV Congresso Eucaristico Nazionale in svolgimento ad Ancona con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’Ordinario militare, l’Arcivescovo Vincenzo Pelvi, nel Duomo della città.