Il tesoro dell'America Latina

Intervista a Guzmán Carriquiry a poche ore dal viaggio del Papa in America Latina

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Entrare nella Pontificia Commissione per l’America Latina (CAL) è come visitare un santuario con tutte le devozioni latinoamericane insieme. Immagini della Vergine Maria nelle sue molteplici invocazioni, croci, foto e bandiere riflettono la Chiesa continentale, che molti hanno definito come l’autentica “dispensa” del cattolicesimo mondiale.

Ciò è evidente, perchè il 40% della Chiesa vive ed applica la propria fede nelle tre Americhe, se si conta l’elevato numero di ispanici che vivono in Canada e negli Stati Uniti. In particolare in quest’ultimo paese, tra pochi anni, la metà dei cattolici saranno proprio quelli provenienti dal mondo ispanico.

Proprio in questo Dicastero, l’unico presso la Santa Sede in cui si parla prevalentemente spagnolo, ZENIT è stato ricevuto dal dr. Guzmán Carriquiry, uruguaiano, segretario del CAL e primo laico nella storia ad assumere una posizione così alta nella curia vaticana e ad ottenere riconoscimenti di ogni genere, dopo aver dedicato tutta una vita alla Chiesa.

Alla vigilia dell’arrivo del Papa in Messico e a Cuba, abbiamo parlato con lui delle aspettative del viaggio del Pontefice e delle sfide della Chiesa in America Latina, oltre che dei piani del CAL. Il tutto raccontato in esclusiva ai lettori ZENIT, i cui servizi di informazione, ha confessato Carriquiry, “li leggo come il pane quotidiano”.

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Qual è lo spirito del Santo Padre e della Curia Vaticana per questo viaggio?

Carriquiry: Nonostante sia stato preparato intensamente e in pochi mesi, c’è molta allegria e speranza per questa seconda visita del Santo Padre nelle terre latinoamericane. Siamo sicuri che le popolazioni di Messico e Cuba lo riceveranno con molta gioia e mi sembra anche che l’invito del Papa ad incontrare tutti i vescovi del continente nella cattedrale di Leòn sia stato ben recepito….

Cosa troverà il Papa  in America Latina?

Carriquiry: Penso che la V Conferenza del CELAM e il documento di Aparecida costituiscono il quadro generale degli orientamenti dell’episcopato latinoamericano sulla situazione attuale dell’America Latina e della sua missione.

Proprio da questo è nata la Missione Continentale che si sta sviluppando in diversi paesi e che è una risposta alle ripetute esortazioni di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI circa l’urgenza di una nuova evangelizzazione.

Ho letto, poi, recentemente sul Latinobarometro che la Chiesa cattolica resta l’istituzione che raccoglie il maggior consenso, la maggiore credibilità e fiducia, superata solo dai pompieri… Ciò significa che in America Latina la tradizione cattolica è una matrice culturale per la vita del nostro popolo, con l’80% di persone battezzate nella Chiesa cattolica.

Ci sono anche altri fenomeni che emergono e preoccupano?

Carriquiry: Non ignoriamo il processo di secolarizzazione che si estende nelle grandi città, la diffusione dell’evangelismo neo-pentecostale, oltre a delle forme di sincretismo spirituale e pseudoreligioso e vessazioni che la Chiesa cattolica subisce.

A questo proposito, ci sono governi che istigano e provocano la Chiesa?

Carriquiry: Alcune persone pensano che una tradizione cattolica tanto radicata in America Latina sia un’anomalia che deve essere spostata, sradicata, indebolita…

Non sorprende che, attualmente, ci siano molte pressioni e proposte legislative che cercano di imporre la liberalizzazione dell’aborto, l’assimilazione delle unioni omosessuali nel matrimonio tra uomo e donna, e altre delicate questioni antropologiche.

Sono pressioni che derivano dai lobbisti supportati da forti poteri locali transnazionali, ma in conflitto con la sensibilità religiosa ed etica del nostro popolo.

La religiosità popolare è molto estesa nel continente, ma ha anche i suoi rischi…

Carriquiry: La religiosità popolare è un grande tesoro del patrimonio cattolico dell’America Latina, perché è una forma di inculturazione della fede cattolica nella vita del popolo latinoamericano. Essa, però, deve portare alla liturgia che è la preghiera più importante della Chiesa e dei sacramenti.

Quando ci rendiamo conto che le espressioni di religiosità popolare riuniscono grandi folle, ma dopo la partecipazione alla liturgia domenicale è considerevolmente ridotta, è evidente che bisogna fare tutto un lavoro di nuova evangelizzazione e di catechesi, in modo che il popolo dei battezzati, diventi sempre più un popolo di discepoli, testimoni e missionari di Gesù Cristo.

Riguardo, invece, alla formazione sacerdotale nel continente, cosa raccomanda la CAL?

Carriquiry: Negli ultimi anni stiamo notando ovunque un aumento delle vocazioni sacerdotali. Per esempio il Messico ha a Guadalajara il seminario con il maggior numero di candidati al sacerdozio del mondo. Questa crescita rappresenta un incremento anche del livello di disciplina spirituale, comunitaria, dottrinale, pastorale e culturale nei nostri seminari americani.

Molti dei candidati arrivano con problemi di squilibri emotivi e culturali, per cui è molto importante accompagnarli in modo da forgiare negli anni la tempra di uomini, di personalità sacerdotali mature nella fede, con un importante background culturale, in grado di soddisfare tutte le realtà dei paesi, data la presenza di Cristo che rappresentano.

Di cosa c’è bisogno ancora?

Carriquiry: È necessario che aumenti il livello culturale: che i sacerdoti conoscano la storia latino-americana, la tradizione della nostra Chiesa, il patrimonio dei santi che abbiamo, le nostre devozioni, gli scrittori latino-americani più importanti.

Devono conoscere i tesori della dottrina, della cultura, della carità, della tradizione cattolica nel suo complesso e crescere come santi, in risposta all’amore di Dio che li ha scelti e chiamati al sacerdozio, completamente al Suo servizio e nella comunione con il presbiterio, in cui il vescovo è padre e fratello.

Qual è, invece, il ruolo dei laici nella Chiesa latinoamericana?

Carriquiry: Il laicato è un “gigante addormentato”, come disse una volta un cardinale.  Il Papa lo ha detto anche ad Aparecida: questo continente cattolico dimostra una carenza di presenza e di leadership laicali nei campi della politica, dell’economia, della cultura e dei media. La presenza dei laici deve diventare più incisiva, coerente con gli insegnamenti della fede, appassionata della vita e del destino dei nostri popoli. Deve essere in grado di tradurre nella vita pubblica le benedizioni del vangelo.

Verso quali altre direzioni si sta muovendo la CAL?

Carriquiry: Dopo Pasqua presenteremo un sito web per comunicare con i vescovi, il Celam e tutte le istanze della Chiesa cattolica in America Latina. Un sito non solo formale, ma pieno di contenuti riguardanti anche la missione della Chiesa nel continente e via dicendo.

Stiamo procedendo, inoltre, alla convocazione di una riunione di sacerdoti, religiosi e religiose che risiedono a Roma per studio o lavoro, dal titolo “La memoria grata del viaggio apostolico del Papa”, e stiamo riprendendo regolari contatti con tutte le agenzie per l’assistenza finanziaria dei paesi europei e degli Stati Uniti con l’America Latina, al fine di armonizzare gli sforzi, definire priorità e riflettere sulle sfide che la missione della Chiesa nel continente comporta. Stiamo, inoltre, pensando di celebrare e commemorare degnamente i 15 anni di Sinodo americano, entro la fine dell’anno, con qualche attività importante.

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José Antonio Varela Vidal

Lima, Perú Periodista colegiado con ejercicio de la profesión desde 1993. Titulado en periodismo por la Universidad Jaime Bausate y Meza, de Lima. Estudios complementarios en filosofía, teología, periodismo religioso, new media y en comunicación pastoral e intercultural-misionera; así como en cooperación para el desarrollo y gerencia política. Con preparación adicional en pastoral urbana, doctrina social de la Iglesia, responsabilidad social empresarial, metodología activo-participativa, además de comunicación institucional y estratégica, desarrollados indistintamente en Lima, Quito, Bogotá, Roma, Miami, y Washington DC. Ha ejercido tareas como ejecutivo en oficinas de comunicación institucional en el sector público, privado y eclesial. Asimismo, gerente de Televisión de un canal y director de dos revistas impresas. Experiencia en la docencia universitaria, y en la dirección, producción y conducción de programas de radio, televisión y espacios online. Colabora con artículos, entrevistas y traducciones en ZENIT desde diciembre 2011.

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