L'intensa domenica di Papa Francesco: dalla Messa coi Nunzi all'incontro con 250 bambini

La Messa a Santa Marta, l’Udienza all’associazione dei Santi Pietro e Paolo, l’Angelus e l’incontro con i piccoli viaggiatori del “Treno dei bambini” promosso dal Dicastero per la Cultura

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Mentre il mondo si gode il riposo domenicale, il Santo Padre è a “lavoro” dalle prime luci dell’alba. Dopo le personali preghiere mattutine, il Papa ha celebrato la Messa, questa mattina alle 9.30, a Santa Marta, con 40 nunzi apostolici rimasti in Vaticano dopo l’udienza di venerdì scorso. Alle 11.15, si è poi spostato nell’Aula delle Benedizioni del Palazzo Apostolico, dove ha ricevuto i Membri dell’Associazione dei Santi Pietro e Paolo. Alle 12, era già affacciato dallo studio del terzo piano per salutare i fedeli in piazza San Pietro per il tradizionale appuntamento dell’Angelus.

Terminata la preghiera mariana, il Papa è corso verso la Stazione ferroviaria vaticana, dove ad attenderlo c’erano i 250 bambini partecipanti all’iniziativa del “Treno dei Bambini, un viaggio attraverso la bellezza”, promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura nell’ambito del Cortile dei Bambini.

Una mattinata intensissima quindi per Papa Francesco. Nella Messa di questa mattina, il Pontefice ha commentato il Vangelo domenicale di Luca, soffermandosi in particolare sulla domanda di Cristo agli Apostoli: “Ma voi chi dite che io sia?”. Una domanda – ha detto – che a noi cristiani 2000 anni dopo ci mette ancora in crisi, perché implica un’altra domanda di Gesù: “Cosa pensi tu di me?”. Questo interrogativo, Egli ce lo pone “tante volte”,  ha affermato il Santo Padre, e noi “non possiamo fare quelli che non capiscono bene. Ma, tu sei l’unto! Sì, ho letto”.

“Con Gesù – ha aggiunto – non possiamo parlare come con un personaggio della storia”; Gesù “è vivo davanti a noi, questa domanda la fa una persona viva e noi dobbiamo rispondere, ma dal cuore”. Per rispondere, però, ha sottolineato il Papa, sono necessarie due solide condizioni: “venerazione e amore per il Suo Santo Nome”. Ovvero la certezza che Cristo “ci ha stabiliti sulla roccia del Suo amore” e proprio da questo amore noi affermiamo: “Io sono stabilito sulla roccia dell’amore di Lui. Lui mi guida”.

L’invito a scegliere radicalmente la strada di Cristo, Papa Francesco lo ha ribadito poi alla successiva Udienza con l’Associazione dei Santi Pietro e Paolo. Dopo averli ringraziati più volte per l’organizzazione “dietro le quinte” dell’accoglienza e delle celebrazioni liturgiche in San Pietro, il Santo Padre ha parlato loro di carità che “è segno distintivo del cristiano” e li ha incoraggiati ad una maggiore e più concreta attenzione verso i poveri, i deboli e i bisognosi.

“E’ bello far parte di un’associazione come la vostra – ha poi detto il Papa – composta da uomini di diverse età uniti nel comune desiderio di dare una particolare testimonianza di vita cristiana, servendo la Chiesa e i fratelli senza chiedere nulla in cambio”. Non c’è cosa più straordinaria di “servire senza chiedere nulla in cambio”, ha sottolineato il Pontefice, “come ha fatto Gesù” che “ci ha servito tutti e non ha chiesto nulla in cambio!”.

L’invito è quindi ad approfondire la conoscenza di Cristo “con la preghiera, le giornate di ritiro, la meditazione sulla Parola, lo studio del Catechismo, per amarlo sempre di più e servirlo con cuore generoso e grande” e soprattutto “con magnanimità”. Così, ha rimarcato, “la vostra testimonianza sarà più convincente ed efficace, e anche il vostro servizio migliore e più gioioso”.

Infine, le ultime parole a braccio prima della Benedizione conclusiva, con una spontaneità ‘alla Giovanni XXIII’ che provoca un moto di tenerezza nel cuore di chi ascolta. “Adesso vi darò la Benedizione”, ha detto Papa Francesco, “pensate a tutti quelli a cui volete tanto bene: alla famiglia, agli amici, affinché la Benedizione scenda su di loro. Ma pensate anche ad alcuni a cui non volete tanto bene, alcuni che vi fanno del male, alcuni con i quali siete un po’ arrabbiati. Pensate anche a questi e che la Benedizione sia anche per loro”.

In meno di un’ora dopo, lo stesso affetto Bergoglio lo ha portato ai 250 piccoli viaggiatori del “Treno dei bambini”, giunto stamane nella Stazione ferroviaria vaticana da Milano, dopo le tappe di Bologna e Firenze. Il progetto del Dicastero della Cultura presieduto dal cardinale Ravasi, nell’ambito del Cortile dei Bambini, e in collaborazione con le Ferrovie dello Stato Italiane, è dedicato a tutti i bambini segnati da problematiche psico-sociali. Lo scopo è infatti di avvicinarli alla comunicazione visiva e al linguaggio delle immagini attraverso la visita di opere artistiche – in particolare il Duomo delle diverse città – e laboratori didattici.

Giunto alla stazione, dopo i saluti ai cardinali Ravasi e Bertello e all’amministratore delle ferrovie Moretti, il Papa è stato subito contornato da decine di bambini saltellanti per l’emozione. Come sua abitudine, il Santo Padre ha salutato tutti i piccoli e i loro accompagnatori e ha poi rivolto loro alcune domande sul viaggio e su come avrebbero trascorso le prossime ore in Vaticano. Dopo il pranzo, i passeggeri del Treno speciale saranno impegnati infatti in giochi nell’atrio dell’Aula Paolo VI e nella visita ludico-didattica al colonnato di San Pietro. La partenza per Milano è prevista in serata.

I bambini, dai 6 ai 10 anni, provenienti da diverse città italiane e di varie nazionalità, hanno regalato al Pontefice i disegni e i lavoretti realizzati durante la prima fase del progetto, che prevedeva visite alla cattedrale della loro città, per conoscere l’arte e la storia attraverso il gioco. A coronare questa ricca mattinata, la bellissima immagine di una bimba di 13 anni che ha donato al Papa un mazzo di fiori di camomilla, con una dedica speciale alla Vergine Maria.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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