"La povertà è una scelta precisa, fatta per amore di Cristo e dei fratelli"

Il cardinale Sarah commenta il Messaggio di papa Francesco per la Quaresima

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Un “messaggio straordinario” con cui il Santo Padre “vuole guidarci nel percorso della Quaresima, affinché sia vissuta da tutta la Chiesa in modo pieno e consapevole rispetto all’impegno che ciascun battezzato e ciascun pastore deve avere verso i poveri”.

Lo ha detto il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, intervenendo in Sala Stampa Vaticana per la presentazione del Messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2014.

Il tema della povertà, come è noto, è molto caro al Papa che, sin dall’inizio del suo pontificato, si sta prodigando per una “comprensione più profonda” del concetto.Si tende troppo spesso a identificare la povertà con la sua “dimensione sociologica”, ovvero con la “mancanza di beni”, ha osservato il cardinale Sarah.

Tuttavia, in realtà, “la visione cristiana della povertà non è la stessa che governa il comune sentire” e il concetto di “Chiesa povera per i poveri” evocato da Bergoglio, viene troppo spesso inteso come “forma di contestazione alla Chiesa”, ha aggiunto il porporato.

Viene quindi erroneamente contrapposta “una Chiesa dei poveri, una Chiesa buona, una Chiesa che fa il bene, una Chiesa la cui missione principale sarebbe quella della promozione sociale, ad una Chiesa della predicazione e della verità, ad una Chiesa dedita alla preghiera e alla difesa della dottrina e della morale”.

Papa Francesco ci riporta piuttosto a una “visione integrale della povertà”. La scelta di Cristo suggerisce addirittura una “dimensione positiva della povertà”, allorché Egli proclama “beati” i poveri. “È evidente che in questa dimensione della povertà c’è un aspetto di spoliazione e di rinuncia”, ha spiegato Sarah, poiché, come afferma il Messaggio, la vera “ricchezza di Gesù è il suo essere il Figlio”.

Non possiamo pensare di mettere a posto le nostre “coscienze borghesi”, limitandoci a denunciare la “mancanza di beni di altri” o la “povertà come sistema”.

La povertà, ha proseguito il cardinale, “tocca la profondità del cuore umano: così come Cristo è sceso dal suo trono regale per compiere la volontà del Padre e venire così incontro ai suoi fratelli bisognosi di salvezza, così il cristiano entra in una dinamica di povertà e di dono, perché è ricco del fatto di essere figlio di Dio”. La povertà è quindi “una scelta precisa, fatta per amore di Cristo e dei fratelli”.

Il Messaggio per la Quaresima di quest’anno, oltretutto, fa una “distinzione importante tra povertà e miseria”: quest’ultima non è un “atteggiamento evangelico” ma qualcosa che bisogna “combattere” e tutta la storia della Chiesa è stata segnata da persone che “per amore di Cristo povero, hanno scelto la povertà per combattere la miseria”.

Chi compie questa scelta, lo fa “non per una ideologia e non in nome di un mondo fatto a nostra immagine e somiglianza ma per amore di Cristo” e paga “in prima persona per affrontare la miseria umana”.

Il Santo Padre cita poi tre tipi di miseria. Il primo è la “miseria materiale”, che la Chiesa combatte “per andare incontro ai bisogni e guarire queste piaghe che deturpano il volto dell’umanità”.

C’è poi la “miseria morale” che si identifica nel “vizio” e nel “peccato”, mentre la “miseria spirituale” ci colpisce quando “ci allontaniamo da Dio e rifiutiamo il suo amore”: il vero “antidoto” a quest’ultimo tipo di miseria è il Vangelo. Papa Francesco sintetizza il tutto in “una sola vera miseria” che consiste nel “non vivere da figli di Dio e da fratelli di Cristo”.

Come spiega anche la Evangelii gaudium, l’opzione preferenziale per i poveri consiste in modo particolare in una “attenzione religiosa privilegiata e prioritaria” (EG, n° 200), tale da non “trasformare la Chiesa in quella ONG di cui papa Francesco parlava nella sua prima Santa Messa da Pontefice ai Padri Cardinali”.

Una “Chiesa povera”, quindi, non è tanto una “Chiesa senza beni materiali”, quanto una Chiesa fatta di uomini la cui ricchezza è nell’essere figli di Dio.

In conclusione del suo intervento, il cardinale Sarah ha ringraziato il Papa per aver “voluto ricordarci questo afflato profondo che deve animare la nostra visione della persona e dunque dell’aiuto che dobbiamo prestare”.

Conversando con i giornalisti, il presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, ha sottolineato come la “miseria spirituale” sia ormai un tratto distintivo dell’Occidente e che le ideologie del gender e dello stravolgimento dell’antropologia cristiana, ne sono alcuni dei sintomi più evidenti.

Risolvere questa forma di miseria spirituale è più difficile che risolvere la miseria materiale e per farlo bisogna tornare a “conoscere chi è l’uomo”, ha aggiunto il cardinale Sarah.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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