Il piccolo Damian, da poco trasferitosi con la famiglia in una nuova casa dopo aver perso la mamma, si vede letteralmente “piovere addosso” una borsa piena di sterline. Mentre il fratello maggiore Anthony è deciso a spenderle o a investire, Damien, che è molto religioso e di tanto in tanto “vede” i santi, vorrebbe dare tutto ai poveri. Ma ci sono altri problemi in agguato: l’Inghilterra sta per entrare nell’Euro trasformando l’enorme fortuna in carta straccia e uno dei rapinatori è in cerca del malloppo.
Millions riesce a parlare, forse con una certa disinvoltura, di questioni che con la “religione” hanno parecchio a che fare: il senso della vita e della morte, la responsabilità verso il “prossimo”, il bisogno stesso di credere.
Si tratta di una semplice e positivo favola nella quale però Boyle ci mette tutto il suo entusiasmo con un imprevedibile (forse anche per l’autore) senso del mistero.
Pare davvero un miracolo vedere uscire dalle mani dell’autore del trasgressivo Trainspotting e del cinico Piccoli omicidi tra amici questo delizioso film di bambini e per i bambini, attraversato da una vena di follia ma anche da un imprevedibile (forse anche per l’autore) senso del Mistero.
Il piccolo protagonista Damian deve ancora elaborare il lutto per la perdita della madre (ma non solo lui, si intuisce che il trasloco con cui si apre il film è un tentativo del padre vedovo di far ripartire la famigliola) e trova conforto in estemporanee conversazioni con i più svariati santi del calendario (Santa Chiara fumatrice disinvolta, San Nicola che parla in latino e “esce di rado”, San Pietro che dà la sua particolare versione del miracolo dei pani e dei pesci, san Giuseppe che si presta come suggeritore alla recita natalizia della scuola), che lui solo sembra in grado di vedere e a cui chiede insistentemente notizie di Santa Maureen (la mamma morta, da cui ha evidentemente ereditato il temperamento mistico, dato che il padre sembra poco propenso al soprannaturale).
Che il piccolo sia un po’ diverso dai suoi coetanei lo si capisce anche dalla prima lezione nella nuova scuola, quando i compagni citano come modelli solo giocatori di calcio e lui si sceglie San Rocco, “che stette in silenzio per vent’anni per evitare di dire cose cattive”…
Così non c’è da stupirsi che quando trecentomila sterline gli piovono in testa da un treno in corsa Damian pensi ad un dono divino e decida di distribuirle ai poveri (anche se si accorgerà che non è così facile trovarli in un sobborgo residenziale nuovo di zecca).
Il piccolo “santo in erba” come primo gesto in stile francescano si limita a liberare delle colombe, anziché spogliarsi in mezzo alla folla come la protagonista del nostrano Cuore sacro. Anche perché al suo fianco ha un perfetto contrappeso: un fratello maggiore che a dieci anni è già un affarista incallito e di fronte al denaro pensa ad investimenti immobiliari e piccole speculazioni all’interno della scuola.
Il problema è che l’Inghilterra (finalmente, ma solo in una favola come questa) sta per entrare nell’euro e per due minorenni impossibilitati ad aprire un conto in banca, l’unica alternativa a perdere tutta la somma è spenderla!
Naturalmente le cose si complicano ulteriormente, perché i soldi, anziché dal buon Dio sembrano piuttosto provenire dal Diavolo: infatti sono il frutto di una rapina e uno dei responsabili si fa presto vivo per riprendersi il malloppo. Nel frattempo, anche papà è venuto a sapere del segreto dei due pargoli e non ha nessuna intenzione di restituire il denaro. Pur animato da un sincero amore per i suoi bambini, non sembra in grado di accettare o anche solo di capire gli slanci religiosi del più piccolo. D’altra parte, se “nessuno ci guarda e nessuno si preoccupa per noi”, che senso ha restituire del denaro destinato comunque ad essere distrutto? E invece il problema di Damian, lo capiamo benissimo, è proprio la certezza di avere qualcuno che lo guardi dal cielo, Dio i Santi e soprattutto la sua mamma. E solo la certezza che “Santa Maureen” si trovi in Paradiso gli darà la pace.
A ben guardare, in questa commedia magica e surreale il denaro sembra dotato intrinsecamente una natura ambigua e tendenzialmente demoniaca; il denaro suscita immediatamente ansie di possesso e di potere e anche un’anima pia come Damian trova difficile trovare dei veri “poveri” a cui darlo. La soluzione sarà bruciarlo in un rogo catartico, anche se il finale surreale con una specie di “traslazione” in Africa in stile casa di Loreto (non a caso citata all’inizio) apre una prospettiva più positiva.
Anche se Boyle ha negato che il suo sia un film propriamente religioso, Millions riesce comunque a parlare, forse con una certa disinvoltura, ma anche con grazia di questioni che con la “religione” hanno parecchio a che fare: il senso della vita e della morte, la responsabilità verso il “prossimo”, il bisogno di credere, questioni tanto più fondamentali proprio per un bambino.
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Titolo Originale: Millions
Paese: Gran Bretagna/USA
Anno: 2004
Regia: Danny Boyle
Sceneggiatura: Frank Cottrel Boyce
Produzione: Andrew Hauptman, Graham Briadbent, Damian Jones per Mission Pictures/ Pathé Pictures Ltd./Inside Track
Durata: 97′
Interpreti: Alex Etel, Lewis Owen McGibbon, James Nesbit,Alun Armstrong, EnzoCilenti, Nasser Memarzia
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