Lettura
L’inizio del capitolo 11 di Luca presenta Gesù che passa dalla casa dell’amicizia al luogo della preghiera. I suoi discepoli, che hanno appena ascoltato la lezione di Marta e Maria sull’unica cosa necessaria, lo contemplano ora in intima comunione col Padre e gli chiedono di insegnar loro a pregare. Sullo sfondo c’è il modello e la polemica con Giovanni Battista e i suoi seguaci (Lc 5,33). Anche la prima lettura (Gio 4,1-11) provoca alla riflessione sul modo di pregare, attraverso il dialogo tra il Signore e Giona, che vorrebbe escludere dalla misericordia gli abitanti di Ninive. La risposta di Gesù è nel Pater.
Meditazione
Il capitolo si apre con Gesù e il Padre al centro. C’è una relazione strutturale e fondante, che colpisce i discepoli. Uno di loro prende l’iniziativa a nome di tutti: «Signore, insegnaci a pregare!». E aggiunge, come motivazione, quello che Giovanni Battista ha fatto con i suoi. Sembra profilarsi all’orizzonte una sorta di competizione tra gruppi religiosi, che si distinguono per il modo di pregare. A Gerusalemme c’è un sito archeologico – sul monte degli Ulivi – che rimanda al “luogo” in cui Gesù pregava. Sembra di poter dire che la prima risposta di Gesù è proprio nel luogo. Egli insegna scegliendo un luogo in cui essere solo con il Padre. Mi chiedo: dove mi posso appartare nel corso della giornata per dialogare con Dio? Lo devo cercare, anche a costo di modificare le mie abitudini, il modo in cui organizzo la mia giornata. Il secondo insegnamento riguarda i contenuti. Siamo figli di Dio Padre. Non c’è – nella redazione di san Luca – l’aggettivo “nostro”: la formula sembra meno giudaica di quella di Matteo (Padre nostro – abinu). Colui che prega – a qualunque popolo appartenga – si colloca subito nella condizione e nella consapevolezza di essere figlio di Dio in Gesù. Entriamo nella situazione filiale del Maestro, che ci invita a rivolgere al Padre cinque domande. Anzitutto, la santificazione del suo nome, che significa la sua glorificazione; poi la venuta del suo regno, la cui manifestazione è dono e opera sua; il dono del pane per la vita presente e per il banchetto della vita eterna; il perdono per la nostra esistenza di peccatori: siamo persone dalla storia piena di infedeltà. Non siamo solo debitori: siamo peccatori, chiusi al suo amore, bisognosi di vera conversione. Quinta domanda: che la prova permessa da Dio per purificare la nostra fede non sia superiore alle nostre forze.
Preghiera
Gesù, aiutaci a essere figli con te dell’unico Padre del cielo. Aiutaci a rivolgerci al Padre con te e come te, per stabilire sulla terra la civiltà della verità e dell’amore.
Agire
Mediterò con tutto il cuore la preghiera di Gesù, sicuro che il Padre non ci abbandona alla tentazione.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Pietro Maria Fragnelli, vescovo eletto di Trapani, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it