"Il nostro cuore non si stanchi mai di invocare il Signore"

Spunti per l’omelia a cura della Congregazione per il Clero per la XXIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno C / Preghiera dei fedeli

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Citazioni:

Ex 17,8-13: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9ammqcq.htm
2Tim 3,14-17 4,1-2: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9apodfg.htm
Lc 18,1-8: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abs0yr.htm

La preghiera è un argomento che si presta a facili fraintendimenti. Spesso essa può trasformarsi in pretesa, soliloquio o, in casi estremi, persino in autocompiacimento spirituale. In tutti e tre i casi siamo di fronte alla soppressione, più o meno consapevole, del vero incontro con Dio. Se pretendiamo qualcosa, se parliamo da soli, se godiamo di noi stessi, allora siamo soli: non incontriamo nessuno.

La preghiera è un incontro, è elevazione della mente  a Dio, è aprire la coscienza per cogliere la Sua presenza, ascoltare la Sua parola, senza pretese, senza soliloqui, senza autocompiacimento, ma per gioire dello stare con Lui. Di conseguenza, la preghiera ha anche un aspetto pratico, legato ai tempi e ai luoghi opportuni per poter incontrare il Signore. Talvolta essa è etichettata come qualcosa di inutile: “bisogna operare, agire – si dice – piuttosto che pregare!”. Diffusa è la convinzione secondo la quale la soluzione ai problemi umani verrebbe dall’educazione, dalle strategie di politica internazionale, dalla programmazione, dalla tecnica… E non di  certo dalla preghiera!

Tuttavia, Gesù, il Verbo di Dio fatto uomo, ha sia pregato che agito. Anzi, ha pregato sempre prima di agire, specialmente in previsione di azioni importanti, come per la sua passione e croce. Nell’esempio che ci dà Gesù vediamo una perfetta icona di preghiera-servizio, contemplazione-azione. Se Gesù prega, chiede, affida tutto nelle mani del Padre, come possiamo noi affermare che la preghiera non serva a nulla? La preghiera è un atto di fede che a sua volta alimenta la fede. È perciò oltremodo vitale scegliere un tempo e un luogo per pregare e al contempo avere fede che in quel momento è proprio il Signore che incontro , colui che mi ha creato, voluto, desiderato, amato, redento.

A volte, non senza polemica, si sente dire: i cristiani, soprattutto i sacerdoti e i religiosi, pregano, ma non cambiano! Certamente, se la preghiera è falsa, fredda, incostante, improvvisata, non può cambiare il cuore. Ma quando è vera, autentica, costante, affettiva, allora può cambiare tutto: il modo di vedere, di sentire, di amare. Rispetto a questo, dunque, il tempo è una dimensione indispensabile. La preghiera non è una formula magica, non è uno scalpello; essa, piuttosto, può essere paragonata ad una mano che plasma la creta, all’acqua del fiume che, scorrendo, leviga le pietre. Ci vuole, insomma, del tempo. La preghiera dunque è necessaria: essa è il nostro respiro di fede, la consapevolezza di vivere sotto lo sguardo di Dio, e infine anche lo strumento per presentare a Dio i nostri desideri.

La parabola narrata nel brano evangelico di oggi ci insegna la forza della preghiera. La figura della vedova insistente può essere immagine di ciascuno di noi. Ciascuno di noi spera, lotta, desidera, presenta a Dio i propri patimenti, le proprie angosce, i propri progetti e propositi.  La vedova insiste e non si scoraggia; noi, invece, troppo spesso non abbiamo pari costanza e non riusciamo ad essere determinati. Perché? Forse sarà perché quello che chiediamo non è buono, santo, giusto. Se la preghiera non si fonda su un’intenzione buona, essa perde forza e vigore. Al contrario, quando ciò che si chiede è vero, giusto, buono, allora le nostre forze non si affievoliscono. Essa può essere paragonata alla richiesta di un mendicante, il quale umilmente, senza inorgoglirsi, chiede il dono di ciò che tanto desidera.

Ma bisogna pregare anche per saper pregare: è necessario cioè che Dio doni, ravvivi e conservi in noi il dono stesso dell’orazione, affinché le nostre mani, come quelle di Mosè che intercedeva per la vittoria di Israele sui nemici, non si abbassino mai per la stanchezza, il nostro cuore non si stanchi mai di invocare il Signore perché il suo popolo, la Chiesa, giunga trionfante alla sua meta finale: la Patria celeste. Chiediamo, dunque, al Signore questo  dono: la grazia di saper pregare, e di poter liberamente pregare e manifestare la nostra fede fino alla fine della nostra missione terrena.

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PREGHIERA DEI FEDELI

GIORNATA MISSIONARIA

INTRODUZIONE DEL CELEBRANTE

Gesù ci invita a pregare, con fiducia e con insistenza.

1. Signore Gesù, tu ci insegni a pregare con fiducia e fedeltà. Rendi salda la nostra fede in te, fino al giorno della tua venuta. Donaci la grazia di accompagnare i nostri figli all’incontro con te.

          Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

2. Ti preghiamo, o Signore, per Papa Francesco e per quanti annunciano la salvezza che si ottiene per mezzo della fede in te: i vescovi, i sacerdoti, i catechisti e tutti gli educatori.

     Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

3. Ti ringraziamo, o Signore, per tutto il bene che concedi agli uomini ogni giorno. Sostieni l’impegno e la fatica di chi lotta e soffre per la giustizia e la pace,      

          Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

4. O Signore, ti preghiamo per i missionari che percorrono le strade del mondo testimoniando la fede e la carità. Dona vigore alle nuove comunità cristiane. Donaci di collaborare con la preghiera, con l’esempio di vita e con l’aiuto economico all’opera delle missioni,               

          Noi ti preghiamo: ASCOLTACI O SIGNORE

CONCLUSIONE DEL CELEBRANTE

Con l’umiltà e l’insistenza della vedova del Vangelo affidiamo a te la nostra invocazione o Signore

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SPUNTO PER LA DOMENICA

“Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra ?”. La gioia, lo scopo, il valore della nostra vita consiste nel mantenere, accrescere, trasmettere la fede. Come dice Paolo a Timoteo: “Rimani saldo in quello che hai imparato… Annunzia la parola”. Vivere la nostra fede nell’unità della Chiesa, davanti al mondo, esprimendola in famiglia e nei luoghi di vita e lavoro. Compito dei sacerdoti, compito dei cristiani. La fede diventa fiducia che si esprime nella preghiera anche insistente, come quella della vedova del Vangelo.

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ZENIT Staff

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