Così papa Francesco ha concluso l’omelia della messa mattutina che si è tenuta nella cappella della Domus Sanctae Marthae in Vaticano.
Il Vescovo di Roma ha preso spunto dalla lettura del Vangelo del giorno in cui Gesù abbraccia, bacia, accarezza, i bambini che la gente gli portava. Si vede che i discepoli si preoccupano perché pensano che Gesù si stanchi troppo. E cercano di limitare l’entusiasmo della gente, impedendogli di arrivare al Signore. E il Cristo si irrita, e dice “Lasciate che vengano a me, non glielo impedite. A chi è come loro, infatti, appartiene il Regno di Dio”.
In questo senso papa Francesco ha sostenuto che “La fede del Popolo di Dio è una fede semplice, è una fede forse senza tanta teologia, ma con una teologia dentro che non sbaglia, perché c’è lo Spirito dietro” e per questo motivo, ha rilevato, “quanti si avvicinano alla Chiesa trovino le porte aperte e non dei controllori della fede”.
Il Pontefice ha citato la Costituzione Lumen Gentium per sottolineare che “il popolo santo di Dio … non può sbagliarsi nel credere, ed ha aggiunto: “Se tu vuoi sapere chi è Maria vai dal teologo e ti spiegherà bene chi è Maria. Ma se tu vuoi sapere come si ama Maria vai dal popolo di Dio che te lo insegnerà meglio”.
E’ vero, ha affermato il Pontefice che il popolo di Dio “sempre si avvicina per chiedere qualcosa a Gesù” e “alcune volte è un pò insistente in questo. Ma è l’insistenza di chi crede”.
Come riportato da Radio Vaticana e da L’Osservatore Romano, il Papa ha raccontato: “Ricordo una volta, uscendo nella città di Salta, la Festa patronale, c’era una signora umile che chiedeva a un prete la benedizione. Il sacerdote le diceva: ‘Bene, ma signora lei è stata alla Messa!’ e le ha spiegato tutta la teologia della benedizione nella Messa. Lo ha fatto bene … ‘Ah, grazie padre; sì padre’, diceva la signora. Quando il prete se ne è andato, la signora si è rivolta ad un altro prete: ‘Mi dia la benedizione!’. E tutte queste parole non sono entrate, perché lei aveva un’altra necessità: la necessità di essere toccata dal Signore. Quella è la fede che troviamo sempre e questa fede la suscita lo Spirito Santo. Noi dobbiamo facilitarla, farla crescere, aiutarla a crescere”.
Il Santo Padre, ha poi fatto riferimento al Vangelo, quando racconta del cieco di Gerico che venne rimproverato dai discepoli perchè gridava: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!”:
“Il Vangelo dice che volevano che non gridasse, – ha aggiunto il Papa – volevano che non gridasse e lui gridava di più, perché? Perché aveva fede in Gesù! Lo Spirito Santo aveva messo la fede nel suo cuore. E loro dicevano: ‘No, non si può! Al Signore non si grida. Il protocollo non lo permette”.
A questo punto Papa Francesco ha fatto riferimento ai tempi moderni. “Pensiamo ai cristiani buoni, con buona volontà – ha detto – pensiamo al segretario della parrocchia… ‘Buonasera, buongiorno, noi due – fidanzato e fidanzata – vogliamo sposarci’. E invece di dire: ‘Ma che bello!’. Dicono: ‘Ah, benissimo, accomodatevi. Se voi volete la Messa, costa tanto…”.
“Così – ha aggiunto – invece di ricevere una accoglienza buona – E’ cosa buona sposarsi!’- ricevono questo: Avete il certificato di Battesimo, tutto a posto…. E trovano una porta chiusa”. Con un po’ di amarezza il Papa ha affermato: “Siamo tante volte controllori della fede, invece di diventare facilitatori della fede della gente”.
Ed ha spiegato che si tratta di una tentazione che c’è da sempre ed è quella “di impadronirci, di appropriarci un po’ del Signore”.
A questo proposito ha raccontato di una ragazza madre, che va in chiesa, in parrocchia e al segretario dice: “Voglio battezzare il bambino” e quello risponde: ‘No, tu non puoi perché non sei sposata!”. Così “questa ragazza che ha avuto il coraggio di portare avanti la sua gravidanza e non rinviare suo figlio al mittente, cosa trova? Una porta chiusa!”.
“Questo non è un buon zelo! – ha rilevato il Papa – Allontana dal Signore! Non apre le porte! E così quando noi siamo su questa strada, in questo atteggiamento, noi non facciamo bene alle persone, alla gente, al Popolo di Dio. Ma Gesù ha istituito sette Sacramenti e noi con questo atteggiamento istituiamo l’ottavo: il sacramento della dogana pastorale!”.
“Gesù – ha concluso il Vescovo di Roma – si indigna quando vede queste cose, perché chi soffre per questo? Il suo popolo fedele, la gente che lui ama tanto”.