Un osservatorio interparrocchiale

Incontri di studio sulla famiglia, comunità educante a Catania

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L’Osservatorio interparrocchiale di Catania, costituito dalle parrocchie S. Agata al Borgo, S. Maria della Consolazione, Natività del Signore in Cibali, in collaborazione con il Circolo “Don Luigi Sturzo”, sezione Borgo Sanzio, e con l’UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), ha avviato un percorso formativo sul tema “Famiglia comunità educante”.

Nel primo dei tre incontri è stato scandagliato il tema della famiglia come “Istituzione educativa tra sacralità e crisi”, argomento ampiamente discusso il 25 marzo, presso la Chiesa della Consolazione, dai relatori: Rita Calderone, Pedagogista Clinico; Marco Pappalardo, Docente di Lettere al Liceo “Don Bosco” ed il preside Giuseppe Adernò, presidente della sezione UCIIM di Catania.

Nell’incontro del 30 aprile sula tema: “La famiglia e la scuola”, svolto presso la Parrocchia S. Agata al Borgo, sono intervenuti i professori: Angela Giardinaro, presidente provinciale dell’UCIIM, Salvatore Latora, coordinatore dell’osservatorio interparrocchiale e Giacomo Timpanaro, vice presidente nazionale dell’UCIIM.

Sia nel primo, che nel secondo incontro la riflessione sull’emergenza educativa ha messo in evidenza come la famiglia è e sarà sempre “il dono” dell’Amore Vero. Dalla Famiglia di Nazareth si è giunti alla Famiglia moderna: una coppia di sposi diventa famiglia nel momento in cui il loro amore è vivo tra loro, un figlio, massima espressione del mistero del matrimonio. Di generazioni in generazioni, oggi ancor di più, il mistero del matrimonio è sempre più in crisi. Quali le cause? Quali i rimedi? … passano gli anni e le crisi genitoriali si evidenziano ma la fede non passa …

La Famiglia: genitori e figli, non accettano più di subire, inermi, continui attacchi volti a ledere la scala valoriale, penalizzando giovani e future generazioni, attacchi che provengono alle volte da scelte di chi gestisce la cosa pubblica, di chi sempre più spesso si abbandona e accetta stili di vita che non hanno forti fondamenta nell’identità del nostro paese.

La famiglia “comunità educante” fonda il suo operato nell’Amore, come ricorda il paragrafo 53 della Lettera Enciclica “Lumen Fidei” di papa Francesco: “In famiglia, la fede accompagna tutte le età della vita, a cominciare dall’infanzia: i bambini imparano a fidarsi dell’amore dei loro genitori. Per questo è importante che i genitori coltivino pratiche comuni di fede nella famiglia, che accompagnino la maturazione della fede dei figli i quali devono sentire la vicinanza e l’attenzione della famiglia e della comunità ecclesiale nel loro cammino di crescita nella fede.”. Nell’incontro sul rapporto “famiglia e scuola”, la riflessione è stata indirizzata sulla domanda educativa che non è una delega, ma espressione di cooperazione e di convergenza educativa tra l’azione dei docenti e dei genitori che cercano il vero bene dei figli.

Ribaltare la domanda: “Mio figlio come va?” con l’espressione educativa “Mio figlio com’è, come cresce?”, significa aprire un dialogo tra scuola e famiglia e costruire insieme il “progetto di vita” del singolo studente.

La responsabilità educativa che la Costituzione italiana assegna alla famiglia, sollecita che la scuola stipuli con i genitori e gli studenti un vero “patto educativo” che mette al centro la persona che “a scuola cresce, apre i suoi occhi al vero, scopre la dimensione dell’Assoluto”, secondo il filone del personalismo comunitario trascendente, proposto dal prof. Timpanaro.

Rispetto e fiducia, ascolto e dialogo, valori e trascendenza, costituiscono i binomi che rendono salda e sicura la relazione educativa, momento indispensabile per la crescita e la formazione integrale dell’alunno-persona.

E’ stato riproposto il messaggio del Card. Bagnasco, durante il pontificale in onore di Sant’Agata, rivolto ai giovani “ … Fate sentire la vostra giovinezza, la vostra voce, portate il vostro entusiasmo a volte turbolento ma bello. Noi adulti vi stiamo vicini con rispetto, offrendovi una parola, e speriamo un esempio, di sapienza e speranza, di doveroso e responsabile aiuto… “.

A volte è difficile vivere la scuola come luogo in cui instaurare relazioni serene, è difficile considerarla come una seconda casa ed è difficile viverla come strumento di vita, ma la scuola è ciò che di più bello abbiamo!  Lo comprendano le istituzioni e le amministrazioni locali e nazionali e predano consapevolezza che investire nella scuola è garanzia di successo e di sviluppo.

Mentre la famiglia è la cellula della società, la scuola è il ponte che fa da tramite con la vita esterna, quindi, deve essere incoraggiata e spronata a dare sempre di più, per formare giovani intelligenti e determinati, cittadini consapevoli e attivi, uomini e donne pronti a mettersi in gioco per migliorare la propria città, il proprio paese e il mondo intero.

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Giuseppe Adernò

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