Ho incontrato amici che lavorano in un istituto, eretto per una convenzione regionale che salvaguarda i diritti delle persone “disabili”.
Mi hanno parlato dell’opportunità, anzi dell’urgenza che si istituiscano società, scuole, famiglie dove ogni disabile possa usufruire di agevolazioni e, in un insieme comunitario, riesca a vivere la normalità come tutti gli “abili”.
Alle porte dell’istituto leggo in grande: together is possible.
Insieme è possibile. Allora, per ogni disabile, non è possibile una vita normale se non insieme. E’ handicappata un’aquila con un’ala sola. “Insieme a te mi è possibile il tour de France”, affermò una ruota della bici all’altra.
Ho riflettuto: Anch’io sto vivendo insieme ad altri. In una comunità. Un luogo dove convergono persone protese verso lo stesso Ideale. Together is possible.
Perché viviamo insieme, anche se nessuno è ritenuto disabile? Per superare l’handicap dell’individualismo, è la comunione tra noi che ci abilita alla vita trinitaria. L’aereo con un’ala sola si rivela disabile, incapace di levarsi dalla pista; due ali insieme lo abilitano al volo e a goderne altezza e velocità.
Tu ed io condividendo i nostri limiti, meritiamo di correre veloci nella via della vita cristiana. Insieme ci è possibile il volo nel cielo del soprannaturale dove godere la straordinaria normalità del Vangelo.
Ciao da p. Andrea
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