Anjara: un luogo di rifugio per cristiani e musulmani

Alla Madonna del Monte, dove la statua di Maria ha pianto sangue, si preparano a ricevere Papa Francesco

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

La Madonna  è conosciuta con molti nomi in tutto il mondo: Nostra Signora di Fatima, Nostra Signora di Lourdes, Madonna della Divina Provvidenza …. C’è un luogo in Giordania conosciuto da pochi, ma venerato da molti, in una zona vicina come nessun’altra alle grandi figure del Vecchio e del Nuovo Testamento: la Madonna del Monte. Situato nella città di Anjara, in Giordania, è un santuario fondato da padre Yousef Salmeh Nammat, in onore della Vergine Maria.

Secondo la tradizione, Gesù e sua madre Maria  passarono per Anjara  e si fermarono in una cavità del Monte Ajloun, vicino a dove si trova ora la Chiesa, situata nella zona di Gilead, nella parte ad est della valle del Giordano. Il Santuario ospita anche una scuola e un orfanotrofio per bambini che hanno perso entrambi i genitori o che sono stati abbandonati a causa della povertà.

Padre Hugo Alvaniz, parroco della parrocchia, ha detto a ZENIT  che “il bambino più piccolo che abbiamo avuto qui era nato da appena 11 giorni”. “Sua madre – ha proseguito – l’ha lasciato qui, e alcuni mesi dopo, è riapparsa e il bambino è tornato con lei”.

“Mi auguro che adesso vada tutto bene”, ha commentato con uno sguardo di sincera preoccupazione. Padre Alvaniz , proviene dall’Argentina, appartiene alla Famiglia Religiosa del Verbo Incarnato, un ordine religioso di sacerdoti e suore che hanno iniziato il loro lavoro in Anjara nel 2004.

L’attesa è palpabile in parrocchia. C’è un grande cartellone con Papa Francesco e il re Abdullah II di Giordania che si affacciano sul Santuario. Quando il Santo Padre arriverà, ai bambini dell’orfanotrofio sarà dato il privilegio di cantare un inno tradizionale spagnolo alla Beata Vergine Maria. Ieri, poco dopo la Messa, le suore del Verbo Incarnato hanno radunato i bambini per provare i canti prima del grande evento.

C’è qualcos’altro che unisce questa parrocchia a Maria. Racchiusa in una teca di vetro vi è una statua della Vergine Maria con Gesù Bambino. Il 6 maggio 2010, una suora, tre donne e diverse ragazze della scuola stavano pulendo e mettendo in ordine la Chiesa. Mentre la suora stava pulendo la teca di vetro, fu sorpresa dalla statua della Madonna i cui occhi hanno iniziato a lampeggiare e poi sono scese lacrime di sangue.

La suora e una delle ragazze hanno visto e testimoniato come gli occhi della Madre lampeggiassero e poi versavano lacrime di sangue. Le due donne, impressionate, hanno iniziato a gridare. Dopo aver sentito il trambusto, altri membri della parrocchia sono corsi nella Chiesa e hanno visto e testimoniato l’evento soprannaturale.

Per l’eccezionalità dell’evento il vescovo ha chiesto un’indagine sulla questione. I test eseguiti in un vicino ospedale hanno confermato che le lacrime apparse sulla statua erano di sangue umano. Visti i risultati delle analisi e dopo aver ascoltato i testimoni, il Patriarcato Latino di Gerusalemme ha riconosciuto la validità dell’evento miracoloso.

Di fronte a 5.000 persone, il Patriarca latino di Gerusalemme ha detto: “La Vergine Maria piange per noi e con noi”. Padre Alvaniz ha commentato: “Perché questo è accaduto? Noi non lo sappiamo, di fatto  dopo pochi mesi si è verificata l’Ar-Rabi Al –Arabi (La primavera Araba). Nonostante le difficoltà abbiamo missionari in Egitto, Tunisia e Iraq che sono ancora lì”.

Pur riconoscendo che qualcosa di buono è venuto dalle primavere arabe, p. Alvaniz ha affermato che la sofferenza che ne è derivata per migliaia di persone in Medio Oriente è stata terribile. “Grazie a Dio, – ha affermato – non si è scatenata una guerra di religione, anche se ci sono quelli che stanno ancora cercando di accendere un conflitto religioso”.

“Ci sono state molte atrocità commesse contro i cristiani, e non solo contro i cristiani. Stiamo aiutando tantissime persone, compresi i musulmani che sono qui profughi arrivati in Giordania per sfuggire agli orrori che si stanno verificando nei loro Paesi”.

Il Santuario della Madonna della Montagna è ormai luogo non solo di pellegrinaggio e di devozione, ma anche un luogo di rifugio e di speranza. Un luogo dove la fede viene testimoniata con le parole e con le azioni. Mentre i Paesi circostanti continuano a commettere atrocità l’uno contro l’altro utilizzando impropriamente il nome di Dio, il santuario, la scuola e l’orfanotrofio della Madonna del Monte sono un esempio nel Regno di Giordania di vero amore e di unità tra cristiani e musulmani.

Un testimonianza concreta di come cristiani e musulmani possono lavorare insieme ed in maniera concreta in medio Oriente. “Si tratta di un fulgido esempio che risponde all’appello di Papa Francesco” per “amare coloro che sono emarginati e rifiutati” da quella che oggi si chiama “cultura dello scarto”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Junno Arocho Esteves

Newark, New Jersey, USA Bachelor of Science degree in Diplomacy and International Relations.

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione