Maldive: entra in vigore la sharia. Pena di morte anche per i bambini di 10 anni

Dure condanne da Onu e Unione Europea, intanto attivisti e internauti lanciano campagna on-line per boicottare il turismo nell’arcipelago

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La sharia entra in vigore nelle Maldive e stravolge subito il sistema penale del paese introducendo la sentenza capitale anche per i bambini di 10 anni. Questa, secondo la legge islamica in vigore dal 27 aprile, verrebbe applicata ai minori colpevoli di omicidio ed eseguita al compimento della maggiore età. La prospettiva è dunque che i bambini condannati trascorrerebbero tutti gli anni dell’adolescenza nel braccio della morte.

L’applicazione del nuovo codice, ispirato ai dettami più rigorosi della religione musulmana, ha suscitato l’indignazione di attivisti e internauti che – come riferisce l’agenzia Asia News – si sono subito messi in moto lanciando una campagna di mobilitazione sul web che invita a boicottare viaggi nelle isole delle Maldive, da sempre tra le mete “paradisiache” favorite dai turisti di tutto il mondo. E non sono mancate anche dure condanne da parte dei più alti esponenti di Nazioni Unite ed Unione Europea soprattutto per la reintroduzione della pena di morte, “congelata” con una moratoria dal 1953, anno in cui era stata applicata per l’ultima volta la sentenza.

Nonostante le reazioni contrarie, il presidente Abdulla Yameen, alla guida dello Stato dal 17 novembre scorso, salito al potere presentandosi come un “salvatore” dell’islam, ha ribadito l’obbligo di “applicare alla lettera la sharia” e ha sottolineato che “la morte va punita con la morte”. 

Nelle Maldive, arcipelago composto da più di 1.110 isole nell’Oceano Indiano, la responsabilità penale è fissata ai 10 anni di età ma, in alcuni casi come furto, fornicazione, consumo di alcol e apostasia, viene applicata a partire dai 7. 

La Repubblica delle Maldive – informa Asia News – è formata da una serie di atolli nell’Oceano Indiano, a sud-ovest dell’India, ed è abitata da poco più di 350mila persone. Nell’arcipelago non esiste libertà di culto e l’islam sunnita è religione di Stato. Nel 2008, un emendamento costituzionale ha negato ai non musulmani la possibilità di avere la cittadinanza. Nel Paese l’alcool e la carne di maiale possono essere serviti solo in aeroporto e nei resort dove non lavora personale del luogo. Inoltre, nel Paese non possono essere introdotti “idoli” di altre religioni. (S.C.)

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ZENIT Staff

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