Il vescovo cattolico di rito caldeo di Baghdad, monsignor Shlemon Warduni e i tre imam iracheni, due sciiti e un sunnita, Mohammad Mahdi Al Khalisi, Jawad Mahdi Al Khalisi e Mohammed Bachar Sharif Al Faidhi, presenti all’incontro di Milano, hanno immediatamente lanciato un appello “per la liberazione immediata e senza condizioni delle due operatrici italiane e degli operatori iracheni rapiti in Iraq”.
E’ scritto nell’appello: “Nel nome di Dio clemente e misericordioso a nome di tutti gli uomini di religione riuniti a Milano in occasione dell’incontro di dialogo tra religioni e civiltà per pregare per la pace, ci appelliamo ai sequestratori delle due ragazze italiane che lavorano in un’organizzazione umanitaria e benefica chiamata ‘Un ponte per…’, che lavora per l’interesse dell’Iraq e degli iracheni, e dei due iracheni loro collaboratori”.
“Chiediamo la loro liberazione immediata e senza condizioni”. “In questo modo – concludono i religiosi – sarà onorato il nome dell’Iraq”, e non si darà seguito ad atti volti solamente a danneggiare l’interesse dell’Iraq e ad essere utilizzati “dai nemici dell’Iraq e del popolo iracheno”.
Gli appelli alla liberazione delle due giovani donne sono arrivati anche dalla Lega Araba, il cui portavoce ha detto: “Svolgevano un ruolo attivo nell’aiutare il popolo iracheno, liberatele”.
L’associazione dei “giovani musulmani d’Italia” si sono uniti all’appello dei religiosi presenti a Milano.
L’Associazione Donne Musulmane d’Italia (ADMI), ha emesso un comunicato l’8 settembre in cui si chiede “con forza l’immediato rilascio di Simona Pari e Simona Torretta e di tutti gli operatori di pace e giornalisti nelle mani delle bande armate”.
“Le modalità del sequestro – è scritto nell’appello dell’ADMI – e la scelta dei soggetti, donne impegnate a migliorare le condizioni di vita di civili inermi, soprattutto dei bambini, e che portavano avanti un progetto per il recupero della biblioteca più antica di Baghdad, ci lasciano inorridite e sgomente”.
Quella delle donne musulmane è un associazione legata all’UCOI (Unione delle Comunità ed Organizzazioni Islamiche in Italia).
L’appello si conclude con una manifestazione di solidarietà “ai famigliari delle giovani ragazze e a tutto il gruppo di operatori della pace che lavora nell’associazione “Un ponte per…”.
“Un Ponte per…” è un’Associazione non Governativa nata nel 1991 subito dopo la fine dei bombardamenti sull’Iraq, con lo scopo di promuovere iniziative di solidarietà in favore della popolazione irachena.