Parolin: "Possa vibrare in voi la 'vertigine di libertà' di Santa Caterina"

Il Segretario di Stato conclude il seminario internazionale del mensile “Donne chiesa mondo”, con una Messa a Santa Maria sopra Minerva

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Si è concluso ieri, domenica 31 maggio, il seminario internazionale organizzato dal mensile de L’Osservatore Romano “Donne chiesa mondo”, avviato giovedì scorso presso la Casina Pio IV in Vaticano. A concludere i lavori il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, con una Messa celebrata nel pomeriggio nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva.

Durante la sua omelia – come riporta il quotidiano della Santa Sede – il porporato ha espresso l’auspicio ai partecipanti che “confrontandovi alla luce del Vangelo con i problemi spesso brucianti che toccano la condizione delle donne nel nostro tempo, possiate avvertire la vertigine di grazia e di libertà che vibrava nella maternità spirituale di santa Caterina, la libertà inconfondibile dei figli di Dio”.  

Secondo Parolin, è naturale pensare alla Santa di Siena nel celebrare la Messa nella chiesa romana, a conclusione delle giornate di studio e dialogo su questioni che toccano la condizione delle donne nel tempo presente. Lei – ha sottolineato – “che ha contemplato con vertiginosa intimità il mistero dell’amore trinitario, testimonia con la sua vita che il culmine della partecipazione docile a quel mistero coincide con il massimo della libertà”.

“Cristo ci ha liberato perché rimanessimo liberi, come era libera lei anche quando si rivolgeva al Papa, al ‘dolce Cristo in Terra’, con toni appassionati di filiale sottomissione, ma senza alcuna umana adulazione, per sollecitare la riforma interiore della Chiesa”, ha rilevato il cardinale.  E ha evidenziato che nella sua “familiarità” con il mistero trinitario, Caterina arrivava ad affermare che Dio è “pazzo d’amore” per le sue creature.

“Pazzia” che non è altro che la “misericordia”, che Dio riserva ad ognuno in modo gratuito e senza misura: “«Io amo voi di grazia e non di debito» fa dire a Dio Caterina nella sua opera”, ricorda il Segretario di Stato; la Santa “poi spiega che Dio, pur desiderando di essere ricambiato con lo stesso amore con cui ci ama, sa bene che non siamo in grado di farlo e dunque ci chiede di rivolgere questo amore al nostro prossimo, ai poveri, alle fragili creature umane con cui condividiamo il cammino. Per questo il criterio con cui trattiamo i poveri sarà quello con il quale verremo giudicati”.

L’augurio del cardinale è dunque che quella “vertigine di libertà” di Santa Caterina possa vibrare nell’animo di ciascuno dei presenti, perché “solo quella vertigine permette anche ai nostri discorsi di lasciare intravvedere la dolce vittoria di Cristo offerta a tutti, chiamati a gustare la Sua misericordia e a essere felici”.

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ZENIT Staff

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