Cosa c’entra la bioetica con la recente Enciclica di papa Francesco Laudato Si’? Qual è il criterio etico con cui possono essere affrontati e risolti i problemi ambientali? Cosa dice il magistero della Chiesa sui temi ambientali? Quali soluzioni propone? Che cos’è l’ecologia umana e come si differenzia dalla mentalità degli ecologiosti e dei tecnocrati? Queste ed altre domande ZENIT le ha rivolte a padre Joseph Tham, L.C., decano della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma.
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Qual è la sua impressione sull’ultima enciclica di papa Francesco dedicata alla questione ambientale?
La lunga attesa che ha preceduto la pubblicazione dell’enciclica Laudatosi’ ha generato una grande attesa nei mezzi di comunicazione. Leggendola, ho trovato,su molti argomenti, una continuità con i precedenti pontificati, soprattutto con gli scritti di san Giovanni Paolo II e papa Benedetto XVI. Al tempo stesso, c’è una novità nell’approccio pratico e nelle proposte del Papa.
Dov’è la somiglianza tra questa enciclica e i precedenti pronunciamenti?
La continuità con i precedenti insegnamenti del Magistero della Chiesa è evidente. L’uso del termine “ecologia umana” che si riferisce alla centralità della persona umana, nella questione ecologica, è iniziato con Giovanni Paolo II. Se è vero che gli esseri umani sono la causa dello squilibrio attuale le cui conseguenze ricadono sugli stessi uomini e sulla natura intera, sono al tempo stesso anche i protagonisti del cambiamento. Questo fa sì che la questione ecologica si sposti sul piano morale, come papa Benedetto XVI ha scritto in svariate occasioni. Un altro tema sviluppato nella Dottrina Sociale della Chiesa e ripreso qui è quello dello “sviluppo integrale”. Si riferisce al fatto che la questione ecologica non può essere isolata da altre questioni correlate che riguardano l’etica sociale, l’economia, la povertà, la bioetica e la religione che tutte insieme contribuiscono al bene comune. Laudato si’ cita le parole di Benedetto XVI: «Il libro della natura è uno e indivisibile» (LS n. 6).
In che modo la questione ecologica è collegata alla Bioetica?
Papa Francesco enfatizza la correlazione tra queste dimensioni e la reciproca influenza. Il problema ecologico non può essere separato dal tema dell’educazione, della povertà e delle strutture socioeconomiche disfunzionali. Nello stesso modo, l’enciclica include riflessioni su temi che riguardano la bioetica. Il Papa, per esempio, denuncia la distruzione degli embrioni umani o l’abbandono dei disabili che, se andiamo alla radice, sono dovuti alla stessa “cultura usa e getta” che provoca l’abbandono e lo sfruttamento dell’ambiente (LS, 117, 120, 136).
Il Papa rimprovera anche alle organizzazioni internazionali,certi atteggiamenti che promuovono il controllo della popolazione e la “salute riproduttiva” come una soluzione alla povertà. Il problema sta nell’ingiusta distribuzione della ricchezza e delle risorse, con il conseguente impatto ecologico, più che nella sovrappopolazione (LS n. 50). In termini di un appropriata relazione tra gli uomini e il loro contesto, molti commentatori si sono focalizzati sul problema dell’ingiusto sistema economico. Sorprendentemente, il Papa inserisce in questo discorso uno squilibrio che molti commentatori scelgono di ignorare, l’ideologia del gender che sfigura la relazione propria tra uomo e donna (LS n. 155).
Si può dire che la Laudato Si’ colleghi la questione ecologica a quella della dignità umana?
Certamente il Papa ha messo la questione antropologica al centro dell’enciclica. È necessario riconoscere che noi siamo tutti fratelli e sorelle, con la stessa dignità. Nella tradizione giudeo-cristiana, gli uomini sono considerati speciali tra tutte le creature perché sono stati creati a immagine di Dio. Dovremmo quindi evitare la posizione di certi gruppi ambientalisti che si battono contro la crudeltà sugli animali ma paradossalmente sosterrebbero la distruzione di vite umane, soprattutto nei primi stadi di vita (LS n. 90). Rispetto alla dignità umana questo significa anche contrastare la moderna mentalità che riduce tutto al livello di cose che sono a disposizione di chiunque, compresi gli esseri umani. È stato anche un tema ricorrente di questo pontificato criticare la cosiddetta “cultura dell’usa e getta” che tratta tutto ciò che ci circonda come cose da usare, consumare , distruggere (LS n. 123). L’utilitarismo e il relativismo sono le più comuni teorie della bioetica oggi, mentre i dibattiti generalmente ruotano intorno al diritto di impiegare nuove tecnologie all’inizio della vita, alla fine della vita e nella riproduzione umana. Dal punto di vista dell’utilitarismo, tali azioni sono etiche se portano risultati e un’utilità. Il relativismo nega la possibilità di arrivare a una verità universale su questi dilemmi.
In che modo la questione della tecnologia è legata a questa analisi?
Una delle sezioni più interessanti dell’enciclica riguarda la questione della tecnologia. Papa Francesco è deciso nell’affermare che il progresso moderno ci ha portato molte comodità, ha curato molti disagi e ha prolungato la nostra vita. Comunque, mentre la tecnologia ha senza dubbio migliorato la qualità della vita, noi stiamo proprio iniziando a riconoscere i molti problemi ecologici che ha comportato. In questa sezione, il pontefice cita per esteso il pensiero del filosofo e teologo Romano Guardini. C’è una certa ambivalenza nella tecnologia, per il suo potere distruttivo. In ogni potere c’è una grande responsabilità che viene spesso dimenticata nella realtà globalizzata di oggi. Nel mondo delle scienze, della medicina e della politica, sembra regnare una “mentalità tecnocratica”. Così, abbiamo perso il senso del contesto più ampio e tendiamo a cercare risultati immediati o gratificazioni istantanee, spesso con risultati disastrosi (LS 102-114)
Come possiamo sottrarci a questo pericolo dell’uso irresponsabile della tecnologia?
È un problema difficile che è stato posto da filosofo Heidegger nella sua famosa ultima intervista intitolata: “Solo un Dio può salvarci”. Lui aveva predetto, oltre mezzo secolo fa, che la tecnologia è una sorta di prigione omnicomprensiva cui la modernità non può sfuggire. Essendo agnostico, la sua riposta sarcastica “solo un Dio può salvarci” non si riferisce al “Dio” della rivelazione. Spiega infatti, più avanti che consiste nel “pensare, poetare o contemplare” piuttosto che fare nuove ricerche tecnologiche. La sua risposta non è poi così facile da capire, ma io penso che Heidegger abbia avuto un’intuizione che possiamo rintracciare anche nella Laudato si’ quando il Papa ci invita ad elevarci verso la nostra più alta chiamata alla trascendenza e alla spiritualità.
Quale ruolo può svolgere la religione o la spiritualità nella questione ambientale?
Il Papa, fedele al suo omonimo e al titolo di questa enciclica, si rifà a san Francesco d’Assisi per proporre una soluzione a questa spinosa questione. Lui crede che la novità e la creatività dello spirito umano possano vincere la tentazione del materialismo e delle soluzioni tecnico scientifiche (LS 81). L’esegesi del Libro della Genesi e le riflessioni teologiche hanno enfatizzato la relazione armoniosa tra l’umanità, la natura e il Creatore. Dio ci ha dato il dono della natura, qualcosa di cui prenderci cura e da coltivare. Dovremmo instaurare con il nostro ambiente una relazione non di potere e dominio ma di armonia e di amministrazione. Laudato Si’ è un appello a lodare il Creatore per la bellezza della sua creazione. Il pontefice ci chiede di recuperare il senso di meraviglia e di stupore per il nostro ambiente naturale. In questa contemplazion
e, possiamo ritrovare il nostro vero posto nella natura e riscoprire la relazione tra noi stessi e con gli altri e infine con tutta la creazione.
Cosa significa“conversione ecologica”?
Nell’ultima parte dell’Enciclica, papa Francesco invita i cristiani e tutte le persone di buona volontà a una conversione ecologica. Se è vero che siamo in parte responsabili per le tante ferite inferte alla natura, è anche vero che possiamo essere la soluzione a questi problemi, una volta che ci sarà una conversione del cuore. Questo cambiamento significa riconoscere che l’ecologia è prima di tutto una questione etica e l’umanità non può essere dominata dall’utilitarismo, dal consumismo e dalle soluzione tecnologiche. Sebbene il danno all’ambiente derivi dalle nostre azioni, solo attraverso una crescita virtuosa e accrescendo la forza morale, potremo riparare il danno. Le virtù specifiche che il Papa indica sono quelle della sobrietà nel nostro uso della tecnologia e delle risorse contro una cultura dell’usa e getta e quella dell’umiltà nel riconoscere il nostro posto nell’universo per evitare arroganza e insensibilità verso le necessità degli altri e dell’ambiente.
Che cosa fa la Facoltà di Bioetica dell’Ateneo per affrontare la questione ambientale?
Il 14° Corso Estivo Internazionale di aggiornamento in Bioetica che si svolgerà dal 30 giugno al 10 luglio nella sede del nostro Ateneo Pontificio Regina Apostolorum a Roma, sarà dedicato al tema “Bioetica, questione ambientale ed ecologia umana”. La nostra Facoltà di Bioetica auspica la collaborazione con altre organizzazioni internazionali per accogliere studenti, giovani ma non solo, provenienti da tutto il mondo. Com’è tipico della nostra Facoltà, affronteremo la complessa questione ambientale con una metodologia interdisciplinare. Questo approccio interdisciplinare ci consentirà di dare un senso alle preoccupazioni che sono in primo piano come l’inquinamento, la gestione delle risorse, la questione energetica, il cambiamento climatico, la biodiversità, le biotecnologie ambientali e il trattamento degli animali.
Come abbiamo imparato nei precedenti 13 corsi, è essenziale integrare la conoscenza scientifica all’avanguardia con la saggezza perenne della filosofia e della teologia. Il corso estivo è rivolto a tutte quelle persone che possono avere un’influenza nell’approccio della società a questi temi importanti. Abbiamo quindi invitato medici, operatori sanitari, persone impegnate nel campo delle biotecnologie, insegnanti di scienze, sacerdoti e religiosi, giuristi e tutti coloro che sono interessati al dibattito culturale per unirsi a noi in queste giornate stimolanti di studio e scambio.
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Per informazioni: info.bioetica@upra.org