General Secretary of the Central Committee of the Communist Party of China - Xi Jinping

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Vescovo di Shanghai: "Sogno una stretta di mano fra il Papa e il presidente cinese"

Mons. Ma Daqin esprime la speranza nel suo blog, in riferimento all'”incontro” tra i due leader a Washington il 24 settembre. E afferma: “Un tale gesto muoverebbe il mondo”

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Il vescovo ausiliare di Shanghai, mons. Taddeo Ma Daqin, ha espresso la speranza che Papa Francesco e il presidente cinese Xi Jinping possano stringersi la mano durante la visita che entrambi compiranno il prossimo 24 settembre  a Washington, capitale degli Stati Uniti. Il presule lo ha scritto in un articolo pubblicato sul suo blog lo scorso 21 settembre, dal titolo “Un attesa su due importanti leader, che possano stringersi la mano durante un incontro inatteso”, ripreso dall’agenzia AsiaNews, la quale informa che il presule è impedito nell’esercizio del suo ministero episcopale dal governo cinese, ma gli è permesso pubblicare sul blog le preghiere del giorno e articoli dal sapore spirituale.

Aprendo questo commento mons. Ma dichiara di “essere felice” di vedere il presidente Xi impegnato in una visita di una settimana negli Usa; in concomitanza, Francesco visiterà i cattolici americani nel corso di cinque giorni. I due hanno programmi diversi “tuttavia – scrive il vescovo blogger – ha attirato la mia attenzione il fatto che il 24 settembre arriveranno entrambi a Washington DC”.

Per prima cosa, il pastore di Shanghai analizza le relazioni diplomatiche fra Cina e Stati Uniti (stabilite nel 1979) che dovrebbero muoversi in armonia, una strada che entrambi i lati dovrebbero riconoscere. Osserva poi che la delegazione cinese negli Usa potrebbe essere lì per cercare un tavolo comune, su cui basare la costruzione della pace per il mondo intero. “Credo che possiamo aspettarci che il presidente Xi e il presidente Obama si scambino una stretta di mano amichevole”, afferma Ma.

E passa poi ad analizzare i rapporti fra Santa Sede e Stati Uniti, rilevando che anche se il fattore religioso nella politica internazionale sembra essere in genere recesso, può divenire dominante in alcuni casi. Gli Stati Uniti – scrive il vescovo – sono con ogni probabilità molto consapevoli di questa verità, e hanno relazioni diplomatiche stabili con il Vaticano. Quindi mons. Ma si chiede se vi possa essere un progresso nei rapporti fra Cina e Stati Uniti. Ora che la Cina ha relazioni diplomatiche con 165 nazioni, il presule ricorda il ministro degli Esteri di Pechino che alla stampa ha dichiarato che il Paese mette la cooperazione reciproca al cuore delle nuove relazioni internazionali. E ha aggiunto che Pechino manterrà questa rotta di progresso espandendo la diplomazia a tutto campo.

L’ausiliare di Shanghai ricorda inoltre che il Vaticano, in senso molto stretto, non è uno Stato ma mantiene lo status di Osservatore permanente presso le Nazioni Unite. Esso “sostiene le relazioni con le altre nazioni, e questo tipo di rapporti può proteggere la libertà religiosa dei cattolici in quelle nazioni e territori. La Santa Sede mantiene rapporti diplomatici formali con 179 fra Stati e regioni, e la sua politica estera fondamentale è di tipo religioso e umanitario, non politico e di certo senza relazioni con il commercio o con il settore militare”.

“Il nostro presidente Xi e Papa Francesco avranno l’opportunità ora che sono negli Usa di incontrarsi in maniera inaspettata, e potranno scambiarsi una stretta di mano amichevole così a lungo attesa?”, si chiede in conclusione Ma. E aggiunge: “Io aspetto questo momento. Se questi due leader così influenti potessero davvero arrivare a questo punto allora non ne sarei colpito soltanto io – che sono un piccolo uomo ai piedi della collina di Sheshan, nei pressi di Shanghai – ma ne sarebbe colpito il mondo intero”.

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ZENIT Staff

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