I rapporti tra giustizia e misericordia e tra diritto e teologia. E quelli tra ragione, cuore e misericordia. Il modo in cui, quest’ultima, si coniuga con la modernità e con i valori laici di libertà, uguaglianza e fratellanza. Sono questi alcuni dei temi di cui si è discusso stamattina alla Lumsa (Libera Università degli Studi Maria SS. Assunta di Roma) in occasione della presentazione del libro intervista al card. Walter Kasper dal titolo Testimone della Misericordia – il mio viaggio con Francesco (ed. Garzanti), scritto dal vaticanista Raffaele Luise.
Oltre al porporato tedesco, presenti come interlocutori il prof. Stefano Rodotà, giurista tra i partecipanti alla stesura della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, e Raniero La Valle, già direttore de L’Avvenire d’Italia nonché senatore e poi deputato, a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, tra le fila del Partito Comunista Italiano.
Il dibattito si è concentrato subito sul recente viaggio americano di papa Francesco. Secondo La Valle, il Vescovo di Roma “ha fatto un discorso incredibile alle Nazioni Unite”, e cioè “ha ribadito che il compito dell’uomo oggi è promuovere la sovranità del diritto”. In questo modo, secondo il suo parere, “il Pontefice ha messo fine al conflitto tra chiesa e modernità, così come ha messo fine all’inimicizia tra uomo e creato con l’enciclica Laudato si’”.
“Ma che rapporto c’è tra misericordia e giustizia e tra diritto e teologia?”, ha chiesto Raffaele Luise al card. Kasper. “La giustizia è univoca alla misericordia”, ha risposto il porporato. Il quale ha aggiunto che il diritto è centrale nella vita di tutti gli uomini e di tutte le nazioni.
“Misericordia – ha spiegato Kasper – significa avere un cuore per il misero. Misero in senso ampio, vittima non solo di una miseria materiale, ma anche della povertà di relazioni, povertà spirituale, povertà culturale. Essa non è solo cuore, solo emozione, ma anche atteggiamento fattivo: io devo cambiare la situazione dell’altro per quanto mi è possibile”.
Per questo motivo “aiutare i poveri e i bisognosi significa aggiungere la compassione ai diritti fondamentali”, ed è in questo contesto che si apre il dialogo tra teologia e giustizia. “La giustizia deve avere il cuore” ha sostenuto il porporato, e “nell’interesse dell’uomo la misericordia segna il rapporto tra diritto e teologia” .
Secondo il cardinale tedesco ogni persona ha diritto all’amore, ciascuno vuole essere amato, perché non esistono solo i diritti materiali. Kasper ha sostenuto che “se si riduce tutto ai soli diritti individualistici la società diventa fredda e invivibile. Per questo si rende necessaria la misericordia e l’attenzione all’altro, soprattutto al sofferente. Se non si presta attenzione ai poveri ed ai malati la società non può dirsi veramente civilizzata e nemmeno cristiana”.
Parlando a Napoli ai detenuti di Poggioreale, papa Francesco ha detto che “la nostra società è pagana perché non ama, non accoglie e non perdona”. “Amare – ha precisato Kasper – significa accogliere e ascoltare, ed è Dio il primo a vedere la miseria e venirci incontro. Il primo attributo di Dio è il cuore”.
Ha quindi aggiunto che la misericordia “non è una ideologia astratta, Dio respinge il peccato ma cerca di salvare le vittime, vuole aiutare e salvare il peccatore. Questa è la novità del Vangelo. I dieci comandamenti non si toccano, ma Gesù indica la strada del Vangelo vissuto per aspirare alla Misericordia di Dio”.
Il prof. Rodotà ha accolto con vivo interesse le argomentazioni del card. Kasper ed ha aggiunto che “la misericordia si intreccia con il diritto e dà vita ad un grande programma di civiltà di fronte al quale la politica non può tirarsi indietro”. Il noto giurista ha concluso indicando nel libro di Raffaele Luise uno “straordinario strumento di dialogo” tra diritto e misericordia, tra laici e Chiesa cattolica, tra cultori del diritto e teologi.