È di decine di palestinesi feriti il bilancio degli scontri avvenuti ieri, venerdì 18 settembre, nei quartieri arabi di Gerusalemme Est e in Cisgiordania tra dimostranti palestinesi e polizia israeliana. Le violenze, scoppiate dopo una settimana di altissima tensione, sono avvenute al termine delle preghiere del venerdì – proclamato giorno della collera da Hamas – a Ras el-Amud, sul monte Scopus, nel campo profughi di Shuafat, in direzione di Ramallah.
In mattinata la polizia d’Israele aveva dispiegato sul campo circa 4500 agenti vietando l’accesso sulla Spianata delle moschee agli uomini sopra i 40anni, per evitare che si ripetessero disordini come nei giorni precedenti. Le prime proteste sono state una miccia che ha portato poi al lancio di pietre e bombe molotov per strada, con contro veicoli e postazioni dell’esercito israeliano, che ha risposto con spari di proiettili di gomma.
Sempre nella serata di ieri, nelle città di Sderot e Ashkelon sono piovuti dal cielo i due razzi lanciati dalla Striscia di Gaza, senza provocare alcuna vittima. In risposta, caccia israeliani hanno colpito una base di Hamas in risposta.