Grande festa alla Radio Vaticana per il patrono San Gabriele Arcangelo. Questa mattina la Messa nel Palazzo Pio, sede dell’emittente, celebrata dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, insieme a mons. Dario Edoardo Viganò, prefetto della Segreteria per la Comunicazione, il direttore generale, padre Federico Lombardi, e padre Andrzej Koprowski che, proprio oggi – dopo 10 anni di servizio – ha concluso il suo impegno di direttore dei Programmi della radio del Papa. Gli succede padre Andrzej Majewski, in passato già responsabile della redazione polacca, nominato da Parolin.
Nella sua omelia – come riferisce la stessa Radio Vaticana – il porporato ha ricordato ai dipendenti il compito che l’emittente ha svolto nei suoi 84 anni di vita e che deve continuare a svolgere in futuro. Ovvero essere “una voce e un messaggio che dal Vangelo scaturiscono e al Vangelo intendono condurre”. Un messaggio “di pace, di vita, di solidarietà e di perdono” che il mondo ha “estremo bisogno” di conoscere, anche grazie alla Radio.
Anche nella comunicazione, ha sottolineato Parolin, bisogna servire Cristo perchè questo offre “l’impareggiabile vantaggio di diventare servi della verità” e così si diviene “autenticamente liberi, perché Cristo è verità che ci libera”. “Analogamente alla Chiesa – ha aggiunto – che sulla scena internazionale non ha nulla da difendere, se non la verità e la dignità dell’essere umano, e fa sentire a questo scopo la sua voce”.
Così Radio Vaticana – attraverso i 79 programmi giornalieri in 40 lingue – non ha altro obiettivo che “far risuonare chiaro e forte il messaggio evangelico e di essere esempio di buona informazione”. A tale scopo, essa “si è sempre distinta, fin dalla sua nascita nel 1931, anche per l’adozione di tecnologie all’avanguardia, idonee a raggiungere il suo obiettivo; ponendo la scienza e la tecnica, frutto dell’ingegno umano, al servizio del suo nobile fine”, ha rammentato il cardinale.
E ha evidenziato che “tale dinamismo si è reso necessario anche per rimanere al passo con i tempi nel mondo dell’informazione digitale e telematica, contrassegnata dalla velocità e globalità dei cambiamenti e dal nascere e perfezionarsi, in questi anni, di nuovi mezzi come il web, che hanno aperto vie nuove e offerto possibilità un tempo impensabili per raggiungere la fine del mondo in pochi istanti e rendere per certi aspetti il mondo davvero un villaggio globale”.
Bisogna infatti fornire “un’informazione credibile” anche nel continente digitale, ha affermato il segretario di Stato, perchè “oggi più che mai si sente il bisogno di un tale tipo di informazione, non asservita ad interessi che vorrebbero piuttosto servirsi della verità o che inseguono l’effimera moda del momento o la pesante superficiale tirannia delle emozioni”. Si auspica, invece, “uno stile informativo che osi radicarsi senza presunzione di infallibilità, ma con dedizione e impegno costante, nella verità dei fatti e nella sobrietà e puntualità dei commenti”.
Il cardinale Parolin non manca di sottolineare che la missione della Radio Vaticana viene “apprezzata dal Papa e dai superiori”, anche per l’aiuto “nell’affrontare le difficoltà” e i tanti impegni degli ultimi tempi: dal viaggio a Cuba e Stati Uniti all’imminente Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, fino al Giubileo della Misericordia. In questo periodo, ha proseguito, “siete tutti impegnati per rinnovare nel migliore modo possibile i modi concreti di realizzare questa missione, con gli strumenti offerti dalle odierne tecnologie di comunicazione e linguaggi appropriati alle culture d’oggi”.
Il porporato ha citato in particolare la nuova Segreteria per la Comunicazione, guidata dal prefetto.Viganò: un dicastero che nasce “dalla consapevolezza e dall’esigenza” che “l’attuale contesto comunicativo richiede un ripensamento del sistema informativo della Santa Sede ed impegna ad una riorganizzazione”. “Questa Segreteria della Comunicazione – ha spiegato il cardinale – sa di poter contare sull’esperienza, sulla disponibilità e sulla collaborazione del personale della Radio, che costituisce una componente fondamentale di questa nuova realtà e che pertanto potrà e dovrà dare un contributo essenziale per la riuscita dell’impresa comune. Forse non tutto sarà facile, perché le grandi imprese – in generale – non sono facili; ma ciò costituisce un motivo in più per dedicarvisi con generosità, libertà di spirito e animo grande, mettendo a disposizione il meglio delle proprie capacità e risorse umane e spirituali”.
Parolin ha quindi concluso la sua omelia augurando alla Radio del Papa di essere “sempre capace di rinnovarsi, rimanendo al contempo fedele a se stessa” e di diventare “strumento sempre più efficace al servizio del Papa e di quella Chiesa in uscita, che è la sua consegna a tutti noi”.