di Antonio Gaspari
ROMA, venerdì, 14 marzo 2008 (ZENIT.org).- Si è svolto l’11 marzo all’Università Cattolica di Piacenza un convegno sul tema “OGM in agricoltura: un futuro possibile?”.
Organizzato dalla Confagricoltura con la collaborazione della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Piacenza insieme alla Cariparma, Crédit Agricole, l’incontro ha affrontato il tema non solo dal punto di vista tecnologico ma anche da quello etico.
Intervistato da ZENIT il prof. Giuseppe Bertoni, Direttore dell’Istituto di Zootecnica alla Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha spiegato che “non è vero che gli OGM siano innaturali, poiché gli scambi di parti maggiori o minori del genoma – al di fuori della via riproduttiva – sono comuni in natura, specie fra batteri, ma anche fra batteri e piante”.
“È vero che possono avere, più o meno volutamente, caratteristiche negative, – ha precisato – ma ciò non accade per i prodotti autorizzati, perché l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), o istituti similari, accertano, con dovizia di attenzione: l’accettabilità del prodotto; la sicurezza per il consumatore; la sicurezza per l’ambiente”.
Il prof. Bertoni è stato membro del gruppo di lavoro della Pontificia Accademia per la Vita che ha prodotto un studio dettagliato sugli OGM: “Biotecnologie animali e vegetali. Nuove frontiere e nuove responsabilità” (Libreria Editrice Vaticana, 1999).
In merito alle accuse che l’ingegneria genetica in campo vegetale abbia generato mostri, l’esperto ha sostenuto che “non ci sono argomenti per dire che esistano mostruosi OGM che hanno procurato danni ai consumatori o squilibri alla natura”.
“Al contrario – ha aggiunto – l’utilizzo di sementi OGM ha ridotto l’uso di pesticidi e la presenza di micotossine negli alimenti”; inoltre “l’ambiente ne ha tratto solo giovamento per il minor uso di antiparassitari, per la possibilità di lavorare meno il terreno, poiché, tra gli altri benefici l’aumento produttivo consente di ridurre le aree coltivate e ridurre i consumi di acqua”.
Circa i dubbi dal punto di vista etico, il prof. Bertoni ha affermato che “non è vero che vi sono dubbi sul piano etico; infatti, padre Bonifacio Honings, docente emerito di Teologia morale e Consultore del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, già nel 1999 suggeriva di giudicare gli interventi di scienza e tecnica sulla base di questi criteri: rispetto della bontà propria delle creature, rispetto dell’ordine ed armonia del creato, attenzione alla qualità di vita dell’uomo presente e futuro”.
“Gli OGM riconosciuti vengono approvati tenendo conto della ‘integrità’ dei nuovi organismi, della assenza di rischi per consumatori (od animali), ma soprattutto della mancanza di rischi per l’equilibrio ambientale; ne consegue che sono totalmente rispettati i predetti criteri etici”, ha ribadito il professore dell’Università Cattolica.
“Inoltre – ha aggiunto Bertoni – gli OGM saranno la ‘chiave di volta’ per il conseguimento dello sviluppo sostenibile in quanto richiedono minori interventi esterni ed accrescono le produzioni sempre più necessarie, non solo cibo, ma anche per biocarburanti, bioplastiche ecc.”.
Secondo il Direttore dell’Istituto di Zootecnica, i benefici non sono valutabili solo dal punto di vista economico cioè “con la riduzione costi e con l’aumento della produzione”, ma ancor più “possono assicurare un diverso rapporto fra uomo, mezzi di coltivazione ed ambiente”.
A questo proposito il prof. Bertoni ha portato l’esempio di piante che si sono adattate a qualsiasi ambiente: siccitoso, povero di nutrienti, infestato dai più diversi patogeni. L’opposto di quanto accade oggi dove l’uomo deve rendere l’ambiente idoneo alle piante che coltiva, con forti investimenti, energia, chimica, meccanica.
Per quanto riguarda le campagne di terrore che indicano gli OGM come il cibo di Frankstein, il docente della Facoltà di Agraria dell’Università Cattolica ha criticato “l’informazione falsa o peggio tendenziosa, cioè quella informazione che il Pontefice ha richiamato con preoccupazione parlando di Infoetica”.
Alla domanda circa i danni che gli OGM apporterebbero nei confronti dei Paesi poveri, il prof. Bertoni ha risposto che “non è vero che non saranno fruibili dai paesi meno fortunati, poiché ad esempio sono già molto diffusi in Cina, India, Filippine, Egitto”.
“Anzi la grande maggior parte degli agricoltori che utilizzano OGM sono proprio quelli dei paesi in via di sviluppo”, ha concluso.