Diritto alla salute significa proteggere i bambini fin dal concepimento

Alla conferenza “Rio+20” il cardinale Odilo Pedro Scherer, spiega come proteggere l’umanità e la natura

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di Antonio Gaspari

ROMA, sabato, 23 giugno 2012 (ZENIT.org).- “I diritti all’acqua, al cibo, alla salute e all’educazione sono intrinsecamente connessi con i diritti alla vita e allo sviluppo”.

Lo ha detto il cardinale Odilo Pedro Scherer, il 22 giugno a conclusione della Conferenza internazionale delle Nazione Unite per “lo sviluppo sostenibile” più nota come  “Rio+20”.

L’arcivescovo di São Paulo in Brasile è intervenuto in qualità di Capo Delegazione della Santa Sede, inviato speciale del pontefice Benedetto XVI.

Il porporato ha spiegato che “i diritti sono a servizio della persona”, per questo motivo non si può accettare l’idea di un “diritto alla salute” che “minaccia la vita dei bambini che si trovano nel grembo materno”.

“Una tale concezione di salute  – ha precisato – rappresenta una grande minaccia alla dignità umana”. Ed ha aggiunto “lo sviluppo, in tutti i passaggi della crescita, deve essere a servizio della vita umana”.

Per affrontare le molte minacce alla famiglia umana, quali l’ingiustizia, la fame, la povertà e il sottosviluppo la Santa Sede ha proposto di mettere da parte “l’ermeneutica del sospetto” che sta alla base di interessi particolari, e sostituirla con una vera solidarietà  specialmente con le popolazioni più povere.

E la “solidarietà con gli altri esseri umani deve essere implicita,compresa quella con i bambini che devono ancora nascere”.

Secondo il Cardinale Scherer è giunto il tempo per “una più giusta distribuzione dei beni di questo mondo” per uno sviluppo integrale che corrisponde alla “dignità di ogni essere umano”.

A questo proposito la Santa Sede, ha riproposto di mettere al centro a persona, come era scritto nel Primo Principio della carta di Rio del 1992, e cioè “Gli esseri umani sono al centro delle preoccupazioni relative allo sviluppo sostenibile. Essi hanno diritto ad una vita
sana e produttiva in armonia con la natura”.

“Ogni individuo umano – ha sottolineato l’arcivescovo – è di pari valore e dignità dal concepimento fino alla morte naturale”

E ogni nuovo modello di sviluppo, come la ‘green economy’, deve essere ancorata e
permeata da quei principi che sono alla base della promozione della dignità umana.

La Santa Sede si è detta favorevole ad un trasferimento appropriato delle tecnologie, alla promozione di un sistema commerciale globale che sia inclusivo ed equo, a progetti in aiuti per lo sviluppo, alla determinazione di strumenti finanziari nuovi e innovativi che pongono la dignità umana, il bene comune e la salvaguardia dell’ambiente al centro delle attività economiche.

Il cardinale Scherer ha richiamato i principi la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo per sottolineare il ruolo della famiglia “nucleo naturale e fondamentale della società”.

Il porporato ha spiegato che la crisi economica e finanziaria ha rischiato di compromettere i grandi progressi compiuti negli ultimi decenni grazie allo sviluppo tecnologico e scientifico. Per questo motivo ha invitato la comunità internazionale a fare un esame di
coscienza che non deve comprendere solo la situazione economica o ecologica del pianeta, ma bisognerebbe “fare il punto della crisi morale e culturale” i cui sintomi sono “evidenti in tutte le parti del mondo”.

Di fronte a questa sfida la Santa Sede ha ribadito l’importanza di passare da un modello di sviluppo basato sulle innovazioni tecnologiche ad un modello integralmente umano, il cui punto di partenza è la dignità e il valore di ogni singola persona.

Il Capo Delegazione della Santa Sede ha concluso invitando “i governi ad unirsi per cercare di promuovere lo sviluppo di tutte le persone, soprattutto per coloro che sono più bisognosi”.

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ZENIT Staff

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