CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 16 maggio 2011 (ZENIT.org).- I Vescovi o i superiori maggiori delle Congregazioni religiose hanno il dovere di collaborare con le autorità civili quando si verificano casi di abusi sessuali di minori da parte di chierici, ha sottolineato questo lunedì il portavoce della Santa Sede.
Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa vaticana, ha spiegato la questione – che spesso suscita malintesi nell’opinione pubblica – presentando ai giornalisti la lettera circolare che la Congregazione per la Dottrina della Fede ha inviato come sussidio per le Conferenze Episcopali nella preparazione di Linee Guida per trattare i casi di abusi sessuali di minori da parte del clero.
Parlando della “cooperazione con le autorità civili”, padre Lombardi ha precisato che “bisogna collaborare con la situazione che c’è. Se ci sono le leggi, vanno osservate; se non ci sono, non siamo noi che le facciamo. Occorre collaborare nel modo migliore perché ci sia la protezione delle vittime e sia assicurata la giustizia”.
Le “linee guida”, ha osservato, sottolineano la “responsabilità” dei Vescovi o dei superiori maggiori religiosi, che possono essere “coadiuvati da esperti”, ma con la condizione che “non sia un abdicare alla responsabilità precisa che il superiore ha nel decidere”.
La presentazione del documento ha avuto luogo a pochi giorni dallo scoppio del caso di don Riccardo Seppia, sacerdote genovese condannato e arrestato per abusi sessuali e spaccio di sostanze stupefacenti.
Padre Lombardi ha detto che “è stato di esempio l’intervento del Cardinale Angelo Bagnasco”, Arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale (CEI), “come Vescovo competente: un intervento tempestivo e molto apprezzato dall’opinione pubblica italiana, e che era esattamente quello che si poteva fare come intervento immediato”.
“I Vescovi italiani finora si sono regolati in questo modo: dato che la competenza precisa è del Vescovo della Diocesi, è lui che deve intervenire, ed è quello che ha fatto il Cardinal Bagnasco.
L’invito delle linee-guida è ora quello di elaborare un documento, e anche la CEI ne terrà conto”.
Un “caso gravissimo” come quello citato, inoltre, per padre Lombardi impone “prevenzione e attenzione in ambito pastorale”, nella formazione al sacerdozio, e “conoscenza della personalità del sacerdote”, attraverso l’attenzione a eventuali “segni che possano indicare che ci sono situazioni di abuso su minori”.
Quanto al risarcimento alle vittime, padre Lombardi ha ricordato che “è un problema che riguarda i casi prescritti, perché per quelli non prescritti e ancora in giudizio c’è la legge civile”.
“Dare indicazioni di carattere generale per il mondo” in questo ambito, ha proseguito il portavoce vaticano, “è un po’ difficile. Bisogna cercare un modo comune di procedere anche a livello di società civile”.
“La Chiesa cattolica non è tutta la società, e gli abusi non ci sono solo nella Chiesa cattolica”, ha aggiunto. La “pista” scelta dalla Chiesa cattolica tedesca, ha detto ad esempio padre Lombardi, “è quella di essere molto attenta e generosa riguardo al rimborso per le spese delle terapie, e di prevedere una certa cifra per la compensazione dei danni subiti”.