Con i genitori dei ragazzi delle medie, abbiamo passato una giornata di meditazione, di riflessione psicologico-spirituale, per comprendere sempre meglio il ruolo educativo dei genitori verso i figli. Il problema che dominava domande e risposte era come e quando intervenire sui figli dal comportamento a volte incorreggibile. Verso sera viene proiettato un filmato: “Gara d’amore” che illustra gli atteggiamenti a dir poco problematici di un ragazzo adottato. Egli in casa, rompe bicchieri, trascina per terra la tovaglia…La mamma interviene sempre a rimediare con un sorriso e un grosso bacione. Spesso cade e si butta per terra. La mamma ogni volta, sorridendo, lo alza, lo rialza stampandogli in fronte il più affettuoso dei baci. Come in una gara tra chi trasgredisce di più e chi ama di più, continua il gioco. Un giorno il piccolo si scatena in ogni tipo di trasgressione… finge addirittura di farsi del male. La mamma, sempre sorridente, si prodiga nell’intervenire ogni volta come fosse la prima  e ripaga ogni monelleria con il più tenero degli abbracci e dei baci materni. Interviene lo psicologo: è chiaro che si tratta d’un bambino che è sempre vissuto senza mamma, che non si è mai sentito amato. Con il suo comportamento vuole accertarsi di quanto la mamma lo ami e se il suo sia vero amore. Risulta vero l’amore misurato in una disponibilità a perdere senza limiti. È la prova dell’amore purificato e dichiarato settanta volte sette. Alla fine, certo dell’amore della mamma, il piccolo monello, per riconoscenza fa con slancio molto di più di quanto la mamma gli possa mai chiedere. L’amore vero vince sempre. È fatto così l’amore di Dio. Ci stanchiamo prima noi ad offendere Dio che Dio a perdonarci. È più grande la gioia di Dio nel perdonarci che la nostra nell’essere perdonati.