Durante una visita pastorale a Prato, nel 2015, Papa Francesco ha detto: “La sacralità di ogni essere umano richiede per ognuno rispetto, accoglienza e un lavoro degno”. Sono parole che ci ricordano quanto sia importante la dimensione umana e psicologica di ogni attività lavorativa e delle conseguenze che può avere nella vita delle persone. Ogni ambiente di lavoro ha le sue caratteristiche e i suoi aspetti critici che, a volte, possono rappresentare fonte di stress e di incertezza nella vita quotidiana delle persone.
ZENIT ne ha parlato con il prof. Gabriele Giorgi, fondatore, insieme al Prof. Javier Fiz Pérez, del laboratorio Business@Health dell’Università Europea di Roma.
Quanto è importante la Psicologia del lavoro nel mondo di oggi?
La Psicologia del lavoro nel mondo di oggi rappresenta un asset strategico. La sua natura interdisciplinare, con contaminazioni dall’economia e dalla medicina del lavoro, caratterizza un sapere plastico e flessibile nel rispondere alle esigenze del mercato e della società. Dal marketing allo sviluppo dell’occupabilità, dalla prevenzione dello stress e degli infortuni sul luogo di lavoro al management del personale. Sono tante le piste di intervento dello psicologo del lavoro e delle organizzazioni che trovano un forte riscontro sociale ed aziendale.
Quali sono le principali sofferenze e malattie che possono essere causate dall’attività lavorativa? E come prevenirle?
Il lavoro diventa giorno dopo giorno sempre più impattante nella dimensione psicologica individuale alimentando rischi e pericoli di malattie e sofferenze. Risultano in forte aumento, anche in connessione con la società aged e con la crisi economica, il burnout, il mobbing, i disturbi da stress lavoro correlato e i disturbi post-traumatici a seguito di violenze (aggressioni, rapine, molestie morali, discriminazioni). Appaiono inoltre, anche se in misura contenuta, sindromi gravi e spesso fatali come il karoshi (morte per eccesso di lavoro), il karojisatzu (suicidio legato al lavoro) e il tako tsubo (infarto da stress), che fino ad oggi erano quasi sconosciute in Italia.
Il più grande pericolo rimane quello rappresentato dalla compromissione della salute mentale (forti ansietà, depressione, pensieri negativi, paure multiple, ossessioni e dipendenze) che rischia non solo di ridurre la capacità lavorativa, ma di avere conseguenze anche molto negative sulla vita non lavorativa.
Bisogna infine sottolineare che tali sintomatologie psicologiche possono rappresentare fattori aggravanti e/o co-aggravanti in molti disturbi di natura fisica ed organica.
La prevenzione (primaria, secondaria e terziaria) operata dalla figura dello psicologo del lavoro nei contesti aziendali rappresenta la soluzione vincente (win win) sia per il lavoratore che per l’azienda.
Che cosa offre il Laboratorio Business@Health dell’Università Europea di Roma? Quali sono le sue caratteristiche?
Il Laboratorio Business@Health è un centro di ricerca interdisciplinare, innovativo e di eccellenza. Collabora con importanti business schools internazionali e con scuole italiane di medicina del lavoro offrendo servizi e ricerche ad alto impact scientifico.
Il motto del laboratorio è “Non esiste business senza la salute dei lavoratori. La salute dei lavoratori è business“. Svolge attività di ricerca con note organizzazioni ed aziende multinazionali.
Si pone come strumento di networking con imprese ed organizzazioni, stimolando, con seminari e convegni, un dibattito scientifico e professionale.
Inoltre supporta gli studenti, che sono il fulcro dell’Università Europea di Roma. Abbiamo studenti che, collaborando con il laboratorio, sostengono tesi di laurea in inglese, pubblicano su riviste scientifiche durante il percorso di studi, svolgono project work ed esperienze aziendali. Ciò ne accresce il percorso professionale rendendoli fortemente appetibili sul mercato. Per maggiori informazioni: www.uerbusinesshealth.com.
Qual è il futuro della Psicologia del lavoro nel mondo universitario? Come si evolverà, secondo lei, questo tipo di studio?
Il futuro della Psicologia del lavoro è mutuabile e interdisciplinare, così come è la natura del settore scientifico. Ci si aspetta una crescita scientifica, anche in considerazione dell’elevata occupabilità dei laureati in questo indirizzo.
Non possiamo dimenticare infine le previsioni che riguardano l’età pensionabile futura. Se dovremo lavorare oltre i 70 anni, estendendo sempre più il tempo di vita lavorativa, sarà sempre più importante considerare la contestualizzazione del lavoro nello studio dell’uomo e della psiche, tema talvolta obliato da rilevanti teorie nel mondo della psicologia.
Prof. Emanuele Giorgi -Foto: UER (Francesco Cardillo)
La dignità dell’uomo è al centro del lavoro
Il prof. Gabriele Giorgi, docente all’Università Europea di Roma, si sofferma sul tema della dimensione umana e psicologica del mondo del lavoro