ZENIT - RR

Sigaretta elettronica: una soluzione al tabagismo

Il Comitato Scientifico della Liaf scrive al Ministro Lorenzin incoraggiando una politica antifumo più radicale

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

I medici italiani e internazionali si mobilitano a favore della e-cig, la cosiddetta “sigaretta elettronica” che alcuni studi di settore hanno dimostrato sia una valida alternativa alle tradizionali “bionde” e riduca sensibilmente i danni per la salute del fumatore.
Una delegazione del comitato scientifico per la Ricerca sulla sigaretta elettronica – riunitosi ieri a Roma per un seminario sul tema – ha consegnato ieri la lettera indirizzata al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sottoscritta da tutti i ricercatori del progetto: Umberto Veronesi (IEO – Istituto Europeo di Oncologia di Milano), Umberto Tirelli (Istituto Nazionale Tumori di Aviano), Riccardo Polosa (Università degli Studi di Catania), Fabio Beatrice (Società Italiana di Tabaccologia), Carlo Cipolla (IEO – Istituto Europeo di Oncologia di Milano), Jacques Le Houezec (Consulente di Sanità Pubblica a Rennes – Francia), Pasquale Caponnetto (Lega Italiana Anti Fumo), David Nutt (Imperial College di Londra), Mike Siegel (Boston University School of Public Health), Sally Satel (American Enterprise Institute), Kostantinos Farsalinos (Università di Patras) e Marcus Munafo (Università di Bristol).
Il Comitato Scientifico si rivolge al Ministro “in merito alle conseguenze non intenzionali che potrebbero derivare da future azioni legislative le quali limiterebbero il potenziale di salute pubblica di tali valide alternative alle sigarette convenzionali”, affermando che “sono necessari approcci efficaci per contrastare rapidamente il tabagismo e ridurre il consumo di sigarette di tabacco. È giunta l’ora per le politiche di controllo del tabacco di andare oltre i soliti metodi di sensibilizzazione, prevenzione e cessazione totale del consumo di nicotina, per approcciarsi a un nuovo concetto di riduzione del danno del tabacco che dovrebbe essere seriamente preso in considerazione dalla comunità scientifica e dalle istituzioni”.
Ed è su questa stessa direzione che si è svolto anche il seminario di approfondimento presso il Grande Hotel La Minerve a Roma, con l’obiettivo di illustrare l’impatto delle e-cig sulla salute pubblica attraverso evidenze scientifiche.
L’apertura dei lavori spetta al direttore scientifico della Liaf­ – Lega italiana antifumo – prof. Riccardo Polosa che ha promosso l’azione scientifica del team, avvalendosi della collaborazione con l’Università degli studi di Catania. Un dato sta a cuore alla Lega antifumo e anche ai medici firmatari della lettera: contrastare le morti per nicotina che sono all’in circa 700 mila l’anno. Recenti studi – la Cochrane Tobacco Addiction Review Group ed European Addiction Research Review Group – hanno dimostrato il primo come le sigarette elettroniche siano una via d’uscita al tabagismo e non causino gravi effetti collaterali a breve e medio termine e il secondo come le sigarette classiche siano molto più pericolose delle elettroniche che risultano per il 95% molto più sicure.
Di parere positivo sono anche gli altri membri del comitato internazionale; Favorevole è il professore David Nutt direttore del Centro di Neuropsicofarmacologia dell’Imperial College di Londra per il quale le e-cig sono “la più grande innovazione sanitaria dai tempi dei vaccini” e come “svapare” sia 40 volte meno pericoloso che “fumare”, non producendo tracce nel sangue e quindi non causando dipendenza. Un approccio oltranzista da parte dei governi che vieti il tabacco tout court per Nutt “potrebbe sortire l’effetto contrario e spingere i fumatori verso altre dipendenze”. Dello stesso parere anche Marcus Munafo, professore di Psicologia all’Università di Bristol, chief editor della rivista scientifica Nicotine e Tobacco che parla dell’uso della e-cig come deterrente per il fumo e sottolinea come la comunità scientifica sia ancora divisa temendo che le grandi major del tabacco possano servirsi di questa via per autoalimentarsi con un ulteriore business, ma ribadendo che l’unico vero scopo per i medici sia “far smettere di fumare le persone e soprattutto i giovani”.
Chiaro e coinciso è anche l’oncologo Umberto Tirelli, secondo il quale la migliore medicina è “non fumare affatto”: 1° regola, in testa al suo decalogo del benessere 2016. “Se proprio non si riuscisse a ottemperare a ciò, allora meglio approcciarsi alle sigarette elettroniche – spiega l’oncologo di Aviano – che sono un’alternativa più salutare per la mancanza di combustione”. Aggiunge Tirelli che una politica proibizionistica sulle e-cig come quella francese e nordamericana non produce effetti positivi, mentre un approccio più aperto come quello del governo inglese abbia contribuito a ridurre i fumatori del 20%.
Un crociato della battaglia per la sigaretta elettronica è il cardiologo Kostantinos Farsalinos, ricercatore presso l’Università di Patras in Grecia. Secondo i suoi studi, la sigaretta elettronica non fa male al cuore perché il rischio legato all’inalazione di vapore elettronico è di gran lunga inferiore al fumo tradizionale. Tra i presenti a Roma e molto attivo nella campagna contro le bionde è Fabio Beatrice, chirurgo oncologo cervico-facciale, autore della pubblicazione La verità sulla sigaretta elettronica, che ha riscosso molto successo tra il pubblico e gli addetti ai lavori e sarebbe di supporto nel lasciare per sempre le “convenzionali bionde”.
Rappresentante dei ricercatori francesi è Jacques Le Houezec, consulente di salute pubblica in Francia e Professore associato presso il Centro di Ricerca su Dipendenze e Alcool e Tabacco dell’Università di Nottingham, il quale rileva come circa 1 milione di persone in Francia avrebbero smesso di fumare grazie alla sigaretta elettronica, malgrado l’approccio proibizionistico del governo francese, che non apre alle e-cig. Ed è proprio per aggirare questo divieto che in Francia ha fondato Sovape: un summit del vaping, organizzato con cadenza annuale per invogliare le persone a parlare e confrontarsi dal vivo come su Internet. “Chi parla a favore dell’e-cig in Francia rischia una multa di 100 mila euro. Noi ci siamo opposti alla trasposizione della legge europea che ne vieta la promozione”.
Tra i partecipanti al focus group anche la senatrice Raffaella Bellot e l’onorevole Ignazio Abrignani componenti dell’intergruppo parlamentare sulla sigaretta elettronica che hanno espresso il loro favore all’e-cig e la loro intenzione di illustrare la differenza con quella tradizionale in sede istituzionale. Ed è questo che il comitato auspica così come ha espresso nella lettera al ministro Lorenzin: “Concentrarsi su una riduzione del danno del tabacco attraverso valide soluzioni alternative che possano ridurre i tanti morti da nicotina”. Tanti – 700mila l’anno – quanti le vittime delle guerre, ma di quelle che si possono vincere con mezzi adeguati e metodi di sensibilizzazione efficaci.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Rita Ricci

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione