Italian President Giorgio Napolitano meets cardinal Angelo Bagnasco

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Migranti, gender, mattanza cristiani. Bagnasco: "Chi sono i grandi burattinai?"

Accoglienza profughi, educazione, attacchi a famiglia, legislazioni “aberranti” in Europa, tra gli altri temi affrontati dal cardinale nella sua prolusione per il Consiglio episcopale permanente 

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Negli occhi fini del cardinale Angelo Bagnasco c’è ancora la gioia per l’VIII Incontro mondiale delle Famiglie vissuto a Philadelphia, da dove è rientrato ieri pomeriggio. Il guizzo di emozione, espresso all’incipit della sua prolusione al Consiglio Episcopale Permanente della Cei – riunito oggi a Firenze fino al 2 ottobre -, diventa presto cupo quando il porporato enumera le sfide che l’Italia e il mondo si trovano ad affrontare oggi. Sfide positive, che presentano “grazie” ma implicano anche grandi “responsabilità”, come il Sinodo; il Giubileo straordinario della Misericordia; l’Assemblea generale del prossimo maggio sulla vita e la formazione permanente del Clero, la GMG di Cracovia, e il Congresso Eucaristico Nazionale a Genova. Ma anche sfide negative, che presentano invece ‘disgrazie’ e suscitano inquietudine nell’episcopato italiano: la forte ondata migratoria su tutte, che coinvolge per primo il nostro paese, o gli attentati alla famiglia, colpita nei suoi diritti e nelle sue strutture.

Migranti: “Italia c’era e c’è. Europa ha guardato per anni con fastidio”

“Un esodo di disperazione” definisce Bagnasco quello incarnato da migliaia di migranti, profughi e rifugiati. Sul tema – ricorda – si è riunita la plenaria del Ccee, per la prima volta in Terra Santa, che ha ribadito il “grande” impegno delle Chiese per fronteggiare tale fenomeno e ne ha auspicato uno maggiore da parte dell’Onu, visto che “di fronte a persone che per fuggire alla disperazione rischiano la vita non si può né stare a guardare con fastidio – come l’Europa ha fatto per anni – né fare i sofisti”. “La coscienza umana esige di intervenire”, rimarca il cardinale con la consueta schiettezza. Cosa che l’Italia ha fatto “fin dalla prima ora” e continua a fare “con impegno, generosità, al meglio del possibile”. “Nessuno può dar lezione o muovere rimproveri”, afferma Bagnasco, “in prima linea sulle coste l’Italia c’era, a differenza di altri”. 

Dare da mangiare a chi ha fame

Ora, però, con questa “onda di piena” che “si allarga” sembra essere giunta “l’ora della concertazione”. E ciò richiede un triplice intervento: “l’oggi, il domani e i Paesi di provenienza”. “A chi ha fame – spiega l’arcivescovo di Genova – bisogna, innanzitutto, dar da mangiare con urgenti interventi”. Poi bisogna assicurare a questa stessa gente “un futuro di dignità”, poiché “non si può vivere perennemente da assistiti”, condividendo quindi “lingua, lavoro e casa”. Infine, la Comunità internazionale deve concretamente favorire lo sviluppo dei Paesi di provenienza, “perché nessuno sia costretto a fuggire da guerra, persecuzione e miseria”. Impegno, questo, che necessita di “risorse ingenti, tempi lunghi e volontà politiche certe”, anche perché – sottolinea Bagnasco – “chi credesse di porvi rimedio attraverso improbabili scorciatoie, sbaglierebbe sul piano etico e sarebbe miope su quello politico”.

Cei accoglie invito Papa ad ospitare profughi

In tal ambito, la Conferenza Episcopale italiana, per bocca del suo presidente, rinnova la sua risposta al pressante del Papa ad accogliere una famiglia di immigrati in ogni parrocchia, comunità religiosa, santuario, monastero d’Europa. “Vogliamo essere in prima fila”, dice Bagnasco, informando che in questi giorni “cercheremo le vie più sicure e praticabili” facendo anche una mappa dei migranti già ospitati in strutture ecclesiali o accompagnati da volontari.

Persecuzione cristiani: mattanza continua, programmata e feroce…

Ampliando lo sguardo oltre il Mediterraneo, il cardinale accenna quindi alla fuga dei cristiani da “sanguinarie persecuzioni di ordine religioso o etnico”, che stigmatizza come una “mattanza continua, programmata e feroce”, sia in Terra Santa che in altri Paesi del Medio Oriente e del Continente africano. Il porporato si abbandona a tutto il suo rammarico: “Sembra che qualcuno abbia deciso di sradicare i cristiani per bonificare il territorio! Colpevoli di che cosa? Forse di portare il sigillo di Cristo? Forse di essere operatori di pace e di bene senza colori, come si vede nelle mille istituzioni e opere di bontà che anche noi – Vescovi italiani – colà sosteniamo? Perché, domandiamo al mondo occidentale, perché non alza la voce su tanta ferocia e ingiustizia?”. 

Persecuzioni cristiani: “Chi compra petrolio dai taglia-gole?”

Ma c’è un quesito forse anche peggiore: “Chi procura armi per alimentare i molti conflitti? Chi compera petrolio da chi taglia le gole o affama o violenta senza pietà? Chi vuole la destabilizzazione sistematica di intere aree servendosi di ogni pretesto, religioso, politico, culturale? Chi soffia sul fuoco della confusione, della paura, del fanatismo, dell’ignoranza, e manipola gruppi, etnie, popoli?”. Chi sono, insomma, – domanda Bagnasco – “i grandi burattinai che, dietro la maschera del perbenismo, decidono le sorti dei poveri e dei deboli con il criterio di incrementare il proprio lucro e il proprio potere?”. “Questi due idoli – aggiunge . non hanno colore e trovano facili alleanze! Ma ricordiamo: la disperazione umana ha una soglia di limite, che – una volta raggiunta – nessuno potrà fermare”.
 
Gender, pensiero unico che vuole colonizzare l’Europa

Con lo stesso tono di risentimento il presidente dei vescovi italiani parla degli ostacoli della famiglia, che per la Chiesa, se fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, è “la cellula basilare della società umana e della stessa comunità cristiana”. “Non si vede perché realtà diverse di convivenza debbano essere trattate nello stesso modo”, osserva il card. Bagnasco, esprimendo “particolare preoccupazione” per il tentativo di applicare la ‘teoria del gender’: “un progetto del pensiero unico che tende a colonizzare anche l’Europa”.

UE: forti pressioni su temi di vita e famiglia

Gli attacchi di oggi – aggiunge – sono frutto di “decenni di forti pressioni culturali” alle parole più sacre della vita e della storia umana, “come persona e libertà, amore e famiglia, vita e morte, sessualità e generazione”. Così che “ciò che fino a ieri era impensabile oggi diventa plausibile e addirittura oggetto di legislazione”. In diversi Paesi europei, “perfino certe aberrazioni come la pedofilia, l’incesto, l’infanticidio, il suicidio assistito sono motivo di discussioni e di interrogativi non astratti”, denuncia il porporato. E accusa l’Unione che continua a fare pressioni “sempre più pesanti e insistenti” anche in materie che non le competono. Tutto ciò – dice – avviene “attraverso alcune tecniche di persuasione delle masse”. Una su tutte la “cultura degli eufemismi”, ovvero “chiamare le cose peggiori con nomi meno brutali e respingenti per la sensibilità generale”. 

Educazione giovani: genitori vigilino anche nelle scuole

In questa prospettiva, l’arcivescovo ribadisce che “l’educazione delle giovani generazioni deve nascere in famiglia ed essere in ogni modo custodita e vigilata dai genitori nelle istituzioni e in particolare nella scuole”. Come prevede infatti il Ministero: “Le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell’iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell’offerta formativa (POF)”.  “Veramente tra i luoghi deteriorati dall’individualismo – osserva Bagnasco – laddove sono custodite le fondamenta dell’umanità, c’è la famiglia, ancor prima che il sociale e il politico”. Rispetto a tali problemi, soggiunge, “a volte si sente parlare di ‘irrilevanza’ dei cattolici nella società”, ma “la vera questione non è però essere rilevanti per
il mondo, ma il rimanere fedeli a Cristo. L’esempio di tanti martiri del nostro tempo ce ne dà ampia testimonianza”. 

Italia: “tristi” fatti di cronaca ogni giorno. Ma c’è anche un popolo di “onesti”

Nella prolusione del numero uno della Cei c’è posto per i tanti, “tristi”, fatti di cronaca che ogni giorno invadono le nostre case: “violenze, soppressione di vite umane, corruzione, un potere mafioso sempre più arrogante e sfidante, il malaffare, la vergogna del caporalato, la speculazione sui poveri, la prevaricazione verso chi non può difendersi, il bullismo fisico o cibernetico, il traffico di droghe sempre più sofisticate, il rifiuto del diverso, la piaga tollerata e ‘intoccabile’ del gioco d’azzardo…”. “Tale spettacolo non deve farci dimenticare il popolo degli onesti”, dice il cardinale, “popolo grande, maggioritario, che porta avanti non solo la propria esistenza con dignità, ma anche le proprie famiglie e la vita della Nazione”.  Al contempo deve però provocare in tutto il Paese “un serio esame di coscienza a partire da una verità molto semplice: si raccoglie ciò che si semina”. 

“Le buone leggi sono necessarie e doverose – prosegue – devono mirare al bene comune, non all’interesse di pochi; ma non bastano senza un’intensa, costante, vera opera educativa. Se si semina l’idea che esistono solo diritti ma non anche doveri; se si afferma che ogni desiderio individuale deve essere riconosciuto da tutti e diventare legge; se chi è più forte e ha più voce vince sugli altri; se la fatica e il sacrificio, la fedeltà e il quotidiano vengono di fatto negati e sbeffeggiati come negazione dell’affermazione di sé e della propria felicità, allora si sta seminando vento: si raccoglierà tempesta!”.

Chiesa paga Imu

Da Bagnasco anche un chiarimento sul pagamento dell’Imu da parte della Chiesa: “Non è inutile riaffermare anche che le strutture che sono riconducibili a realtà ecclesiastiche e che svolgono attività di natura commerciale, rispettano gli impegni a cui per legge sono tenute”.  

Giubileo, tempo di grazia per scrollarsi l’egoismo di dosso

In ultima istanza, il cardinale parla del Giubileo della Misericordia, un “tempo di grazia” che coinvolgerà anzitutto la Chiesa, ma che sarà “un segno forte per tutta la società”. L’auspicio del porporato per l’Anno Santo straordinario è che esso porti “a scrollarsi quell’egoismo che, se apparentemente rende più forti, in realtà riveste di vulnerabilità ogni iniziativa, segnata da scarsa progettualità, dal perseguimento di interessi di parte, dall’oblio delle generazioni future e della sostenibilità del sistema”.  L’orizzonte che ci si apre davanti, attraverso questa “medicina” della misericordia prescritta dal Santo Padre, è dunque di “ricostruire la nostra società” rivedendo le logiche che la reggono. Si tratta di “ri-progettare, ri-fondare e ri-costruire un tessuto più umano, fondato sulla fiducia e sulla comprensione”. Ciò – precisa il leader della Cei – “non significa abdicare alla giustizia, ma renderla più giusta e umana”. 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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