La linea del totale disarmo nucleare, rilanciata recentemente dai pronunciamenti di papa Francesco, ha avuto un’eco significativa nell’ultimo discorso di monsignor Paul Richard Gallagher.
Intervenendo ieri a New York alla Conferenza sulla facilitazione dell’entrata in vigore del Trattato di completa messa al bando degli esperimenti atomici, il segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, ha esordito citando il Pontefice ed in particolare i suoi riferimenti alla necessità di un’“etica globale” e di un’“etica della solidarietà” per favorire il disarmo.
Il Trattato per la completa messa al bando degli esperimenti atomici (CTBT), ha proseguito monsignor Gallagher, “può giocare un significativo ruolo nel rafforzare questa etica globale” ed impegna ogni stato “a non effettuare, ad astenersi dal provocare, incoraggiare, o partecipare in qualsiasi altra maniera nell’effettuare qualsiasi esperimento che comporti test con armi nucleari o qualsivoglia altre esplosioni nucleari, e a proibire e prevenire tali esplosioni nucleari come stabilito nell’Articolo 1”, ha ricordato.
È proprio tale “etica globale” che dovrà sostituirsi “alla logica della paura e della sfiducia, l’etica della responsabilità, e in tal modo favorire un clima di fiducia che valorizzi il dialogo multilaterale mediante una consistente e responsabile cooperazione tra tutti i membri della comunità internazionale”.
Prendendo in esame l’enciclica Laudato si’ (cfr. n° 104), il rappresentante diplomatico vaticano ha sottolineato il modo scorretto con cui l’umanità si sta servendo della tecnologia nucleare. Citando nuovamente il Santo Padre, ha poi messo in guardia dallo “smisurato potere distruttivo dell’uomo quando fa un uso distorto dei progressi della scienza e della tecnica” (cfr. Angelus, 9 agosto 2015).
Al contrario, l’umanità, “specialmente verso i poveri e le future generazioni”, ha il dovere di “usare del potere senza precedenti di cui la scienza e la tecnologia dispone al servizio del bene comune e per promuovere una genuina cultura della pace”.
Ratificando il CTBT, il 18 luglio 2001, la Santa Sede confermò “la sua visione tradizionale in base alla quale il bando degli esperimenti e di un ulteriore sviluppo delle armi nucleari, il disarmo e la non proliferazione sono strettamente connessi” e devono essere raggiunti il più rapidamente possibile.
Dopo aver elogiato gli stati che hanno appoggiato il disarmo, monsignor Gallagher, a nome della delegazione vaticana, ha rinnovato l’appello ai rimanenti stati, perché dimostrino “una leadership coraggiosa e un alto senso della responsabilità politica al servizio, una volta di più, del bene comune e della promozione di una genuina cultura di pace”.
Secondo il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, “l’entrata in vigore del Trattato sulla completa messa al bando degli esperimenti atomici opererà come una pietra miliare nella fondazione di una struttura globale per promuovere un mondo libero dalle armi atomiche e per garantire una sicurezza frutto di cooperazione e basata su un’etica di responsabilità”.
In conclusione, monsignor Gallagher ha garantito il “completo appoggio morale” della Santa Sede “all’atto solenne della ratifica come un aspetto indispensabile della concreta realizzazione di una cultura della vita, della pace e della prosperità che può assicurare un migliore domani”.