Porimorti è un grosso paese con un piccolo cimitero; così piccolo che ormai stenta a contenere in maniera decente tutti coloro che, soprattutto negli ultimi anni, chiedono alloggio e riposo dopo una vita di stenti, fatica e dolore.
Era chiaro che bisognava intervenire al più presto per ingrandire il cimitero. Abbattere il muro di cinta o creare spazio in altezza?
Il sindaco, in uno dei frequenti incontri, chiese un parere ai suoi collaboratori. I pareri furono diversi e la questione non solo non era di facile soluzione, ma si faceva sempre più ingarbugliata fino a coinvolgere l’intero paese. Chi voleva allargare, chi si impuntava a creare spazio in altezza.
Ma in una successiva seduta si presentò una terza proposta: la cremazione. Più igiene, più spazio e poi e poi… “la terra ai vivi !” esclamò uno dei presenti.
Non più due soltanto i pareri, ma stava prendendo piede anche questa terza soluzione: promuovere la cremazione. Non si fecero attendere gli striscioni per le strade e le megascritte sui muri: “Cremazione: la terra ai vivi…!”
Su uno di questi proclami furono aggiunte, a mano, le parole: “E ai morti… il cielo!”
Sono certo che i morti vanno dritti in cielo. Il cielo è di diritto la patria di chiunque lasci questa terra. Lassù non c’è problema di spazio. Coloro che arrivano ad abitare in cielo sapranno suggerire ai paesani che rimangono, sindaco compreso:
“Cercate lo spazio per voi. Avete solo voi il diritto della terra, ma non dimenticate il più grande diritto: il cielo. “Cercate le cose di lassù”, dove vi attendiamo e preghiamo perchè gli spazi che cercate sulla terra siano trovati e occupati con amore. È l’amore che sa creare e trovare spazio in cielo e in terra.
Ciao da p. Andrea
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