È salito a 131 morti – tra cui numerose donne e bambini – il bilancio del bombardamento che ha colpito ieri un corteo nuziale a al Wahijah, nei pressi della città costiera di Mocha, sud-ovest dello Yemen. Lo hanno riferito fonti mediche di Maqbana, nella zona, dove un esponente di spicco della ribellione houthi stava celebrando il suo matrimonio. La coalizione araba a guida saudita impegnata da mesi nel contrastare, con i suoi raid aerei, l’avanzata ribelle – riferisce l’agenzia Misna – ha smentito di aver effettuato l’attacco.
Ma quello ad al Wahijah è solo l’ultima delle sofferenze subite dalla popolazione civile dello Yemen, durante un conflitto che – spesso dimenticato dai media internazionali – ha provocato finora 2.355 morti, secondo le stime delle Nazioni Unite.
Lo stesso Onu, attraverso il segretario generale Ban Ki-moon, ha condannato “il disprezzo per la vita umana mostrato dalle parti” in lotta in Yemen. Durante l’Assemblea Generale in corso al Palazzo di vetro, Ban ha ribadito che “non c’è una soluzione militare al conflitto” e ha chiesto “alle parti di tornare a negoziare, per risolvere la crisi con il dialogo facilitato dall’inviato speciale Onu”.