«La nostra casa comune, una chiamata etica ad affrontare il cambiamento climatico»: questo il tema della conferenza in corso al Boston College, istituzione accademica della Compagnia di Gesù, alla quale ha presto parte ieri, lunedì 28 settembre, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Invitato ad offrire una rilettura della Laudato Si’, il porporato nel suo intervento – come riferisce L’Osservatore Romano – ha evidenziato che “la minaccia alla nostra casa comune richiede soluzioni comuni” e che “nessun Paese può risolvere questo problema da solo”.
Quella ambientale “potrebbe essere la sfida più importante del XXI secolo”, ha sottolineato. E poiché gli Stati Uniti “hanno spesso preso l’iniziativa nel risolvere importanti problemi globali”, come nel caso del Piano Marshall alla fine della Seconda Guerra mondiale, “oggi, la leadership americana è più necessaria che mai”, ha aggiunto. Tale sfida, ha poi spiegato Turkson, “chiede dialogo globale e leadership”: “Si tratta di una questione morale di prim’ordine. Si richiedono forti accordi internazionali per eliminare gradualmente le emissioni di anidride carbonica nocive e passare invece alle energie rinnovabili”.
Spostando l’attenzione sulla realtà locale, il cardinale ha richiamato una vicenda storica legata a Boston per trarre una lezione di sorprendente attualità. “Una caratteristica che più colpisce della città è il suo grande parco, il Boston Common. Negli anni intorno al 1630, i suoi 50 acri di verde furono utilizzati da diverse famiglie come pascolo per le mucche. Tuttavia, questo ‘bene comune’ è durato solo per pochi anni”. Infatti le “famiglie benestanti hanno cominciato a comprare altre mucche” e questo sfruttamento intensivo ha iniziato a minacciare il pascolo. Fortunatamente – ha osservato – la risorsa comune è stata salvata da un accordo condiviso, che limitava il permesso di pascolare a sole 70 mucche”.
Da questa storia, secondo il cardinale Turkson, si possono trarre due lezioni: la prima è che il degrado ambientale non è mai per necessità, ma per eccesso. “Materialismo, avidità, consumismo” sono le cause individuate dal porporato, il quale ha anche aggiunto che “quando molti agiscono solo per interesse privato”, finiscono col mettere in pericolo ‘la casa comune’ e ‘la sostenibilità a lungo termine'”. La seconda lezione riguarda l’importanza delle decisioni: “È stato posto un limite all’uso del pascolo”, ha detto il presidente di Iustitia et Pax. “Sono stati gli stessi bostoniani a capirlo. Ed è ciò che chiede Papa Francesco quando auspica maggior forza e risolutezza nelle decisioni riguardanti la salvaguardia del creato, soprattutto dopo la recentissima definizione da parte delle Nazioni unite dei nuovi obiettivi di sviluppo del millennio e in vista dell’imminente conferenza sul clima in programma a Parigi”.