Sandri visita Mausoleo "Metz Yeghern". Concluso viaggio in Armenia

Il prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, il 27 settembre, aveva preso parte come rappresentante del Papa alla cerimonia di consacrazione del Santo Myron

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Si è conclusa ieri mattina, lunedì 28 settembre, la visita del cardinale Leonardo Sandri in Armenia. Culmine del viaggio del prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, iniziato lo scorso 23 settembre, è stata la visita al Mausoleo delle vittime del Metz Yeghern, il Grande male, rinnovato e inaugurato nell’aprile scorso a Yerevan. Al porporato è stato chiesto di introdurre la preghiera, che egli ha rivolto – citando l’Apocalisse – ai fratelli che ora sono nell’abbraccio del Padre Celeste, dopo aver attraversato la Grande Tribolazione e aver lavato le proprie vesti nel sangue dell’Agnello. Sandri ha quindi chiesto a Dio il dono sospirato della pace per l’Armenia e per il Medio oriente, in particolare la Siria e l’Iraq, dove ancora una cieca violenza semina morte e violenza.

Nella giornata del 25 settembre, il cardinale Sandri era stato invece ricevuto dal capo dello Stato, a cui ha trasmesso i saluti del Pontefice e l’augurio di pace e riconciliazione per l’Armenia, insieme alla riconoscenza per l’accoglienza garantita in questi mesi ad alcune migliaia di profughi provenienti dalla Siria, a seguito del sanguinoso conflitto. Nel colloquio è stata ribadita inoltre l’importanza che la Repubblica di Armenia riserva alle relazioni con la Santa Sede e la riconoscenza per quanto realizzato lo scorso 12 aprile, in occasione della Santa Messa presieduta da Francesco nella Basilica Vaticana. 

Sabato 26, in mattinata, il cardinale prefetto si è recato invece in visita alla comunità delle Suore della Carità fondate dalla Beata Teresa di Calcutta in Yerevan, dove le religiose si prendono cura di bambini piccoli, abbandonati o gravemente ammalati. Sandri ha pregato con la comunità, incontrando i bambini ospiti, le operatrici ed un gruppo di volontari, provenienti da Bergamo ed appartenenti all’Associazione Alpini, che da oltre 20 anni – dopo il terremoto che colpì l’Armenia – esprimono in questo modo la loro vicinanza e la loro amicizia. 

Nel pomeriggio, la delegazione vaticana che accompagnava il capo Dicasero ha preso parte agli eventi previsti nel programma relativo alla Consacrazione del Santo Myron. Tra gli ospiti, Sua Beatitudine Teodoro II, Patriarca greco-ortodosso di Antiochia e il Patriarca cattolico greco-melkita Gregorio III Laham. Dal Medio Oriente, Metropoliti e Vescovi del Patriarcato Copto Ortodosso, Siro-Ortodosso, Siro-Cattolico e Maronita. Dall’Europa Orientale, rappresentanti dei patriarcati Ortodossi di Mosca e di Romania. Presenti pure delegati del Consiglio Mondiale delle Chiese, oltre che dalle comunità luterane (Finlandia) ed anglicana. Il Catholicos Karekin II ha accolto i delegati nella Sede di Santa Etchmiadzin, dove ha avuto luogo l’incontro ecumenico presso il Seminario Patriarcale, durante il quale Sandri  ha ricordato che durante quest’anno sono stati commemorati il martirio e le sofferenze del popolo armeno, auspicando che la benedizione del Santo Myron, l’olio crismale, “ci guidi lungo le vie del perdono, della pace e della riconciliazione”.

Il cardinale ha poi sottolineato come “le relazioni fraterne stabilite tra la Chiesa cattolica e il Catholicossato di tutti gli armeni sono un motivo di grande gioia e di gratitudine a Dio”. Quindi ha ricordato la recente visita di Karekin II a Papa Francesco, accompagnato da una delegazione di vescovi e da un gruppo di laici provenienti da vari Paesi. 

Nell’altare all’aperto della sede patriarcale, si è svolta anche la consacrazione del Santo Myron, alla presenza del presidente della Repubblica di Armenia, di esponenti del Governo, del Corpo diplomatico, e di migliaia di pellegrini provenienti dalla numerosa diaspora nel mondo. Un rito suggestivo, durante cui il patriarca ha pregato sull’olio e sugli ingredienti del Santo Myron. Al termine ha poi rivolto il suo messaggio alla memoria dei martiri dei tragici fatti di un secolo fa, domandando che il prossimo secolo possa passare alla storia come “il secolo della rinascita, dello spirito e della presenza armena”.

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ZENIT Staff

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