Pope Francis delivers his speech in front of the Independence Hall in Philadelphia

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Francesco negli USA: un successo anche per la stampa anglosassone

Il Papa ha confermato la sua difesa della vita, spostando però l’attenzione dall’aborto alla pena di morte

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Il viaggio di papa Bergoglio negli Stati Uniti si è concluso e la stampa anglosassone ne traccia un bilancio sostanzialmente positivo. I giornali più importanti concordano sul successo globale della visita per quanto riguarda l’accoglienza e il seguito popolare ma anche per l’importanza dei concetti espressi più volte dal pontefice nei suoi discorsi. Diverse invece le opinioni sul significato politico della trasferta nordamericana.

“Era la prima visita di papa Francesco negli Stati Uniti, un paese che non conosceva e che, allo stesso tempo, non conosceva lui. È volato via domenica notte dopo aver elettrizzato Washington e New York ed essersi lasciato dietro una Philadelphia trasformata in una Francisville piena di famiglie e pellegrini”. Questa l’apertura di un articolo del New York Times firmato da Jim Yardley e Laurie Goodstein.

Secondo il quotidiano statunitense, il pontefice è riuscito a conquistare le folle e, allo stesso tempo, evitare il “campo minato” delle divisioni politico-religiose nel cattolicesimo a stelle e strisce. Francesco ha quindi dimostrato “destrezza politica, eludendo il contesto tradizionale del dibattito americano, seguendo invece il suo percorso più ampio: ha difeso la vita, enfatizzando l’opposizione alla pena di morte, ma non all’aborto”.

Contemporaneamente ha ribadito l’importanza della libertà religiosa (tema molto caro ai vescovi americani) legata però all’armonia e alla tolleranza tra fedi diverse. “Francamente sono rimasto sorpreso da quanto il Papa si sia mosso con esperienza – ha dichiarato Stephen Schneck, direttore dell’Istituto di ricerca politica e studi cattolici presso l’Università cattolica d’America – era chiaramente consapevole degli elementi di disaccordo fra i cattolici americani, ma li ha affrontati in modo tale da non favorire né progressisti né conservatori”.

Sul Guardian troviamo invece opinioni diverse. Un editoriale di Paul Vallely evidenzia come, in tutti i discorsi pronunciati dal Papa, sarebbe nettamente prevalente una linea politica liberal. Questo potrebbe avere un’influenza importante nella prossima corsa presidenziale, perfino al di fuori dell’elettorato cattolico. Secondo il quotidiano britannico infatti, il pontefice “ha rimproverato, con gentilezza ma con fermezza, i vescovi americani per il loro approccio duro e divisivo su temi come aborto e matrimoni omosessuali”.

“Non sono venuto per giudicarvi o farvi una predica”, ha detto Francesco ai vescovi americani ma, secondo Vallely, “è esattamente ciò che ha fatto”. “L’episcopato statunitense – rimarca l’editorialista del Guardian – è molto più conservatore dei suoi fedeli e aveva sperato che il papa avrebbe criticato la riforma sanitaria di Obama, per aver incluso i contraccettivi, e la Corte suprema per aver approvato i matrimoni gay. Invece, a Philadelphia, ha rivendicato la libertà religiosa, ma inquadrandola in un contesto di apertura e tolleranza”.

Il pontefice non ha mai pronunciato la parola “aborto” e anche quando, durante il discorso al Congresso, ha parlato della difesa di ogni forma di vita, ha subito spostato l’attenzione sull’abolizione della pena di morte. Tutto questo, unito alle parole di Francesco su immigrazione, solidarietà, ambiente e gli eccessi del capitalismo, non rende certo i repubblicani tranquilli di avere l’endorsement papale “come con i due predecessori”.

Tornando sull’altra sponda dell’Oceano Atlantico, il Washington Post, prendendo come esempio la città di New York, illustra una lista di tutte le modifiche apportate al traffico locale per permettere, a migliaia di fedeli e non, di assistere alla visita di papa Francesco, “rendendola così un successo”.

Nell’elenco sono presenti anche cifre e statistiche come il numero di transenne e “coni stradali” utilizzati e quante miglia ha percorso il pontefice nei suoi spostamenti all’interno della Grande Mela. In un altro articolo il quotidiano statunitense sottolinea l’importanza dell’incontro di Francesco con un gruppo di vittime degli abusi sessuali da parte di alcuni sacerdoti ma, allo stesso tempo, sostiene la necessità “di un’azione ancora più incisiva” per eliminare definitivamente il problema.

 

 

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Alessandro de Vecchi

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