Si è giunti finalmente ad un accordo tra l’Ufficio delle scuole cristiane in Terra Santa e il Ministero dell’educazione israeliano per uscire dal contenzioso che li contrappone da mesi a causa del taglio dei fondi e della statalizzazione degli istituti decisi da un governo che, a lungo, ha mostrato poca “sensibilità” verso gli istituti cristiani e i loro studenti. Dopo tre settimane di sciopero e di mobilitazione, le 47 scuole cristiane operanti nello Stato di Israele oggi hanno dunque aperto le porte ai loro 33mila studenti per dare inizio alle lezioni del nuovo anno scolastico. Lo riferiscono fonti ufficiali del patriarcato latino di Gerusalemme, riportate dall’agenzia Fides.
“Siamo soddisfatti – commenta all’agenzia AsiaNews mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vicario patriarcale di Gerusalemme – oggi le scuole cristiane sono aperte ed è cominciato in via ufficiale l’anno scolastico. In teoria abbiamo perso 28 giorni, in realtà con le vacanze e le festività ebraiche, cristiane e musulmane i giorni sono solo 15 e abbiamo tutto il tempo per recuperarli”. La battaglia di genitori e alunni è stata sostenuta dalla Chiesa di Terra Santa e dai vescovi europei.
Per mons. Marcuzzo “l’accordo è stato possibile grazie all’unità, alla collaborazione e alla solidarietà che si è venuta a creare a tutti i livelli. Famiglie, sindaci, sindacati, società civile, arabi ed ebrei, cristiani e musulmani, tutti si sono adoperati per questo obiettivo. Questo – aggiunge – è l’elemento di maggiore soddisfazione, perché conferma il ruolo di ponte dei cristiani nella società, perché è fonte di unità e vicinanza”.
Nelle scorse settimane, gli alunni delle scuole cristiane, insieme ai propri genitori e agli insegnanti, avevano organizzato anche manifestazioni di piazza per denunciare il taglio massiccio dei contributi statali imposto negli ultimi due anni da parte del governo d’Israele. La scorsa settimana, alcune proposte per uscire dall’impasse erano state presentate dal Ministero israeliano per l’educazione all’Ufficio delle scuole cristiane, che le ha accettate. L’accordo prevede l’attribuzione alle scuole cristiane di un primo contributo di 50 milioni di shekel – pari a quasi 11 milioni e 350mila euro – per il primo trimestre dell’anno scolastico 2015-2016. Poi verrà creato un nuovo organismo negoziale, incaricato di affrontare e risolvere le questioni in sospeso.