Anche il turismo deve basarsi sul concetto di custodia del creato. L’impatto dei turisti non deve stravolgere territori e comunità, ma deve rispettarli e valorizzarli. Sono questi i concetti che ha espresso oggi monsignor Mario Lusek, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, nel corso della tavola rotonda “Turismo sostenibile: educhiamoci con i giovani alla salvaguardia del creato”, che si è svolta a Casa Don Bosco presso Expo Milano 2015. L’incontro è stato organizzato in occasione della Giornata mondiale del turismo con il patrocinio dell’Unwto (Un World Tourism Organisation) e della Conferenza Episcopale Italiana.
“Nell’Enciclica Laudato Si’ – ha detto monsignor Lusek -, papa Francesco ci ha ricordato che compito della Chiesa è anche quello di educare a vivere il tempo libero. Come pastorale del turismo, allora, ci occupiamo di capire ogni ambito di questo settore, che non è solo economico, ma riguarda tutta la vita dell’uomo inteso come viaggiatore che incontra l’altro e che impatta su realtà diverse dalla propria”.
Monsignor Lusek si è soffermato sul tipo di turismo che va promosso. “Alla Chiesa – ha aggiunto – sta a cuore il turista che vuole coinvolgersi, mettersi a confronto, capire. Quello che conosce l’etica del limite contrapposto al progresso folle e a ogni costo, a favore dell’austerità gioiosa e non umiliante. Il nostro compito è educare a questi valori e, più in generale, promuovere quel turismo sostenibile che soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la vita delle generazioni future”.
Alla tavola rotonda è intervenuto anche Gianfranco Spinelli, professore di Geografia economico-politica all’Università degli studi del Piemonte Orientale. “I nativi digitali – ha detto il docente – sono anche nativi sostenibili. Chi oggi ha 20 anni è nato dopo la Conferenza sull’ambiente di Rio de Janeiro del 1992. Per questa generazione lo sviluppo sostenibile e il turismo responsabile sono concetti ben chiari. Questi giovani sono già un terreno fertile con cui dobbiamo sviluppare migliori strumenti sulle tematiche della sostenibilità costruendo anche nuove professionalità”.
L’ultimo relatore della tavola rotonda è stato Nicola Callegaro, responsabile dell’Ufficio turismo sostenibile del Comune di Venezia. “Nella nostra città – ha detto il dirigente pubblico – non esiste più l’ufficio turistico bensì l’ufficio turismo sostenibile. Non è solo un atto formale, ma anche di sostanza perché stiamo promuovendo da anni diverse iniziative che vanno nella direzione di ridurre l’impatto negativo dei turisti su Venezia. Ad esempio, abbiamo creato un ‘Ecogalateo’ del turista oltre a una mappa dove sono indicati mercati biologici, parchi, negozi con prodotti a chilometro zero e botteghe artigiane. Insieme alla mappa regaliamo anche una borraccia, così il visitatore può riempirla d’acqua e portasela con sé evitando così l’acquisto di bottiglie di plastica”.