“Sappiamo dare spazio alla generosità dei giovani nella Chiesa?”

Presiedendo la messa nella cattedrale di Philadelphia, papa Francesco indica un esempio di zelo missionario in Santa Caterina Drexel, la laica americana, la cui vita cambiò dopo l’incontro con Leone XIII

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Con l’arrivo nella mattinata di oggi presso l’aeroporto di Philadelphia ha avuto inizio l’ultima tappa del viaggio negli Stati Uniti di papa Francesco.

Accolto dall’arcivescovo di Philadelphia, monsignor Charles Chaput e dalle principali autorità civili, il Santo Padre si è immediatamente recato presso la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, dove ha presieduto la celebrazione eucaristica, alla presenza dei vescovi, dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose dello stato della Pennsylvania.

Si è trattato del primo appuntamento di una due-giorni che culminerà con la conclusione dell’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie.

Il Pontefice ha aperto l’omelia accennando a quanto da lui appreso stamattina sulla storia della “splendida cattedrale” di Philadelphia. Una storia che, ha commentato il Papa, “non comprende solo la costruzione di mura, ma anche il loro abbattimento” e che “ci parla di generazioni e generazioni di cattolici impegnati che sono andati verso le periferie e hanno costruito comunità per il culto, l’educazione, la carità e il servizio della società in generale”.

Questa storia, così eminentemente cristiana, emerge nei “molti santuari” e nelle “numerose chiese parrocchiali, i cui campanili parlano della presenza di Dio”, nonché nello sforzo di tanti sacerdoti, religiosi e laici che, per due secoli, si sono occupati “delle necessità spirituali dei poveri, degli immigrati, dei malati e dei carcerati” nella più importante città della Pennsylvania.

Tale patrimonio, cui si aggiungono le “centinaia di scuole in cui fratelli e sorelle religiosi hanno insegnato ai bambini a leggere e scrivere, ad amare Dio e il prossimo”, è una “grande eredità” che i fedeli dell’arcidiocesi di Philadelphia sono ora “chiamati ad arricchire e a trasmettere”.

Francesco ha quindi citato l’esempio di Santa Caterina Drexel, originaria proprio di Philadelphia, che “parlò al Papa Leone XIII delle necessità delle missioni”. Le replica dell’allora pontefice fu: “E tu? Che cosa farai?”. Parole che cambiarono la vita della santa, “perché le ricordarono che, in fondo, ogni cristiano, uomo o donna, in virtù del Battesimo, ha ricevuto una missione”.

Ognuno di noi, quindi, potrà far propria la domanda rivolta da Leone XIII a quella “giovane donna di alti ideali”, che, in quell’occasione, realizzò che aveva una missione da compiere.

“Quanti giovani nelle nostre parrocchie e scuole hanno i medesimi alti ideali, generosità di spirito, e amore per Cristo e la Chiesa! Li mettiamo alla prova? Diamo loro spazio e li aiutiamo a realizzare il loro compito?”, ha domandato il Papa ai vescovi, ai sacerdoti e ai religiosi presenti alla celebrazione.

“Troviamo il modo – ha proseguito – di condividere il loro entusiasmo e i loro doni con le nostre comunità, soprattutto nella pratica delle opere di misericordia e nell’attenzione agli altri? Condividiamo la nostra gioia e il nostro entusiasmo nel servizio al Signore?”.

Il Santo Padre ha quindi individuato una delle attuali “grandi sfide” per la Chiesa nel “far crescere in tutti i fedeli il senso di responsabilità personale nella missione della Chiesa, e renderli capaci di adempiere tale responsabilità come discepoli missionari, come fermento del Vangelo nel nostro mondo”.

Secondo Bergoglio, è “significativo” che l’esortazione “e tu?” sia stata rivolta dal suo predecessore ad una “donna laica”, dal momento in cui, “il futuro della Chiesa, in una società che cambia rapidamente, esige già fin d’ora una partecipazione dei laici molto più attiva”.

Questa esigenza implica un “senso di collaborazione e di responsabilità condivisa nella programmazione del futuro delle nostre parrocchie e istituzioni”, senza per questo “rinunciare all’autorità spirituale che ci è stata conferita” ma piuttosto, sapendo “discernere e valorizzare sapientemente i molteplici doni che lo Spirito effonde sulla Chiesa”.

A tal proposito il Papa ha riconosciuto “l’immenso contributo che le donne, laiche e religiose, hanno dato e continuano a dare alla vita delle nostre comunità”.

Ai vescovi, sacerdoti e religiosi presenti, Francesco ha rivolto l’incoraggiamento a “rinnovare la gioia di quel primo incontro con Gesù e a trarre da quella gioia fedeltà e forza rinnovate” e a riservare una speciale intenzione di preghiera per le “famiglie”, per le “coppie che si preparano al matrimonio” e per i “nostri giovani”, oltre che “per le decisioni del prossimo Sinodo sulla famiglia”.

L’invocazione finale alla Vergine Maria è stata rivolta dal Pontefice per la “testimonianza profetica della potenza della Croce di suo Figlio per portare gioia, speranza e forza al nostro mondo”.

Per leggere la traduzione italiana dell’omelia si può cliccare qui.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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