Sant'Egidio: "Pace in Colombia avrà riflessi positivi in tutta America Latina"

Il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, commenta l’accordo tra governo e Farc firmato ieri a L’Avana. E rivela che al Papa sono state consegnate due lettere della guerriglia

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“Grande soddisfazione” per “l’accordo che schiude la porta a un accordo generale di pace per la Colombia, che sarà firmato entro sei mesi”. Così Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, commenta al Sir la firma, avvenuta ieri a L’Avana (Cuba), dell’accordo tra governo colombiano e Farc. “Tutto può cambiare, anche le situazione che sembrano bloccate da anni”, ha sottolineato Impagliazzo, richiamando il titolo del recente incontro della Comunità a Tirana, “La pace è sempre possibile”.
 
Ricordando che il primo leader delle Farc “salì sulle montagne già nel 1949” e che negli anni ’50 la Colombia “fu travolta da una guerra di tutti contro tutti che fece 300mila morti”, cui vanno sommati i 200mila dal 1964 a oggi, il presidente di Sant’Egidio ha evidenziato che la pace “avrà riflessi positivi al di là della Colombia”, consentendo “di fare passi da gigante al processo d’integrazione dell’America Latina”. “Poiché nel mondo globalizzato solo i Paesi che vivono processi d’integrazione potranno vincere la battaglia dello sviluppo”, ha aggiunto ricordando il ruolo di Unione europea e Unione africana, “quest’accordo va inquadrato in una situazione generale che va al di là dei confini della Colombia”.

“Le due parti – il governo colombiano e le Farc – non aspettavano altro che l’appello fatto da Papa Francesco domenica scorsa all’Angelus”, ha poi sottolineato Marco Impagliazzo. Le parole del Papa, “leader riconosciuto dell’America Latina oltre che di tutta la Chiesa cattolica”, hanno contribuito ad accelerare la firma.

Un traguardo verso il quale “la Comunità di Sant’Egidio ha fatto un lavoro di facilitazione”, ha spiegato, rivelando di aver “consegnato al Papa due lettere delle Farc”, di cui la prima durante la visita di papa Francesco a Sant’Egidio, a giugno 2014. Nelle missive, le Farc chiedevano al Pontefice d’impegnarsi per la pace in Colombia, e pure il presidente colombiano Juan Manuel Santos, recatosi in udienza in Vaticano nel 2013, aveva dichiarato di aver chiesto un sostegno nel processo di pacificazione.

“Il primo impegno verso la pace – ha concluso il presidente di Sant’Egidio – è vincere gli estremisti, dall’una e dall’altra parte”: questa la ragione dell’impegno di Sant’Egidio, che invita ad avere “fiducia” nel processo di pace ora intrapreso dal Paese latinoamericano.

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ZENIT Staff

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