Il 21 settembre a Roma, presso la Sala d’Alba del Ministero della Salute, l’AIOrAO (Associazione Italiana Ortottisti Assistenti in Oftalmologia) ha organizzato un evento per celebrare il 60° anniversario della professione.
L’Ortottista Assistente in Oftalmologia è il professionista sanitario della riabilitazione in campo oftalmologico. Si occupa, tra l’altro, dell’esecuzione di screening presso scuole, consultori pediatrici, reparti di neonatologia e pediatria.
La visita ortottica permette di individuare la presenza di vizi di refrazione (ipermetropia, miopia, astigmatismo); di diagnosticare e trattare tempestivamente l’ambliopia (patologia conosciuta anche come “occhio pigro” che coinvolge il 2-4% dei bambini); di valutare e trattare lo strabismo (disallineamento degli assi visivi) a tutte le età.
L’Ortottista, in quanto assistente in oftalmologia, ha il compito di eseguire esami di oculistica: campo visivo, esami elettrofunzionali, test per valutare la sensibilità al contrasto e la percezione dei colori, e altri ancora. È specializzato nella Prevenzione (in età neonatale, prescolare e scolare), nella Valutazione e nella Riabilitazione dei disturbi motori e sensoriali della visione in bambini e adulti. Dal 1955 la sua formazione è esclusivamente universitaria presso la facoltà di Medicina e Chirurgia.
L’evento tenutosi lunedì 21 settembre ha celebrato l’importanza di questa professione e la necessità di difenderne i confini dai costanti e pericolosi tentativi d’invasione di campo perseguiti da figure non autorizzate alla riabilitazione visiva. L’interdisciplinarietà e il lavoro d’equipe sono il valore aggiunto di questa professione, non ancora conosciuta dal grande pubblico in una misura adeguata alla sua rilevanza medico-sociale.
L’intervento della Presidente dell’AIOrAO, Dilva Drago, ha evidenziato la necessità di valorizzare un’educazione sanitaria che renda il cittadino consapevole di come difendere la salute della visione e quindi capace di destreggiarsi tra le problematiche che investono sia la sanità pubblica che la sanità privata. L’associazione si è mossa fin dal principio a tutela e promozione dell’aggiornamento continuo delle nuove conoscenze scientifiche e dei processi di evoluzione delle organizzazioni sanitarie, incoraggiando l’importanza della prevenzione a tutte le età. La storia della professione è legata inestricabilmente a quella dell’associazione che quest’anno compie il 47° anno di vita.
Grande rilievo è stato dato alle conquiste che hanno delineato il profilo di questa professione ma, come in ogni anniversario che si rispetti, il plauso non ha scandito solo i riconoscimenti pregressi ma soprattutto le battaglie da combattere in previsione del futuro. Ci troviamo di fronte ad una professione ancora giovane che, nella sua gavetta, si è adoperata nella continua ricerca di miglioramenti in grado di rispondere in maniera sempre più soddisfacente ai bisogni di salute del paziente.
La dott.ssa Rossana Ugenti, Direttore Generale della Direzione delle professioni sanitarie, si è fatta portavoce dei saluti del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin esprimendo la vicinanza del Ministro e del Ministero alla professione di Ortottista Assistente in Oftalmologia.
In occasione dell’evento, la Presidente della IOA (International Orthoptic Association), Karen McMain, ha inviato il suo saluto attraverso un video, complimentandosi per i successi ottenuti dall’Associazione Italiana Ortottisti Assistenti in Oftalmologia.
Al mondo istituzionale e politico spetta il compito di comprendere le criticità della professione e fare maggiore chiarezza sulle competenze dell’ortottista per consentire un miglioramento del sistema sanitario, ha sottolineato Emanuela Baio, senatrice nella XVI Legislatura.
Mariarosa Zanasi, Ortottista Assistente in Oftalmologia, socio onorario AIOrAO, ha voluto condividere le aspettative di anni di professione convertendole in un caloroso augurio per gli ortottisti di domani. “Consiglio di abbracciare questa professione a 360° – ha dichiarato la dottoressa Zanasi – con l’entusiasmo che ci ha sempre contraddistinto, e di perseguire gli obiettivi che abbiamo caldeggiato per anni. Amo questa professione e i miei pazienti. Consiglio ai futuri ortottisti di continuare a lottare per i riconoscimenti che ci competono e d’essere sempre aperti all’interscambio senza perdere però mai di vista l’identità unica del nostro ruolo”.
Spegnendo le 60 candeline su una storia professionale costruita con cura, sapienza e maestria, è emerso l’auspicio che gli obiettivi rivolti alla valorizzazione di questa importante professione si avverino.