In una Mosca totalmente blindata è stata inaugurata la più grande moschea d’Europa. Il luogo di culto, alto come un palazzo di sei piani, riapre a 111 anni dalla sua fondazione, ricostruita grazie a imponenti lavori costati 170 milioni di dollari, tutti frutto di donazioni. A fare gli onori di casa alla inaugurazione – tenutasi oggi perché vigilia del Kurban Bayram, tra le festività più importanti del calendario musulmano – c’era il presidente russo Putin insieme al Mufti di Mosca, Ravil Gainutdin. Presenti anche il leader turco Recep Tayyip Erdogan, il presidente palestinese Abu Mazen e quello iraniano Rohani.
La superficie della moschea è stata aumentata di 20 volte rispetto alla struttura originale, andando a occupare ora 19mila metri quadrati. Alta come un palazzo di sei piani, essa può ospitare fino a 10mila fedeli. È costruita con granito bianco e verde proveniente dal Canada e marmo dalla Turchia. In alto svetta una cupola dorata con diametro di 46 metri e due minareti alti 80 metri.
La moschea sorge nella zona nord di Mosca, nei pressi del complesso sportivo ‘Olimpisky’, una zona centralissima della città, ma neppure nell’estrema periferia. La sua ricostruzione è iniziata tra le polemiche nel 2005 dalle ceneri della vecchia moschea demolita quattro anni fa a causa del crollo parziale delle pareti. Secondo il muftì l’enorme moschea “si inserisce nel complesso delle chiese di Mosca”: con “tre piani di culto, sette ascensori, sistema di purificazione dell’aria, una sala conferenze attrezzata, con cabine e speciali monitor” essa “è molto moderna, ma allo stesso tempo classica”, afferma l’imam, “abbiamo una struttura, degno della nostra antica capitale e il nostro stato multinazionale e multireligioso”.
Nel suo intervento, Putin ha invece puntato il dito contro i terroristi del sedicente Stato islamico che – ha detto – “compromettono” la grande religione islamica, con una ideologia basata “sulla menzogna”. Il leader del Cremlino si è quindi è concentrato più sul ruolo dell’islam in Russia, che non sugli aspetti politici delle diverse crisi irrisolte in Medio Oriente, elogiando il coraggioso lavoro dei leader spirituali russi per arginare la propaganda estremista nel Paese.