"Totale estraneità ai fatti": mons. Paglia prosciolto da ogni accusa

Il presule coinvolto in un procedimento penale per fatti accaduti quando era vescovo di Terni-Narni-Amelia. Risulta ora aver agito sempre nell’espletamento del suo mandato pastorale

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Si è concluso il procedimento penale che vedeva coinvolto mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, per fatti accaduti quando era vescovo di Terni-Narni-Amelia. Il magistrato inquirente ha formulato la richiesta di proscioglimento per la totale estraneità del presule in relazione ai fatti contestati. 

All’agenzia della Conferenza Episcopale italia, Sir, il capo Dicastero ha dichiarato: “Ho sempre confidato nel lavoro della magistratura. Quando seppi della chiusura delle indagini che mi riguardavano dissi che credevo anche nella giustizia terrena. Prendo atto con grande soddisfazione della decisione presa dal magistrato inquirente che sancisce la mia totale estraneità ai fatti contestati o a eventuali altri illeciti. Termina così per me un non facile periodo di prova”.  

Il decreto di archiviazione del Gip Simona Tordelli – riferisce sempre l’agenzia – definisce “certa la totale estraneità” di mons. Paglia, “il quale, anzi, risulta avere agito sempre nell’espletamento del suo mandato pastorale con l’unico meritorio obiettivo di assicurare alla realtà cittadina un riscatto in termini sociali e culturali”.

“Ringrazio coloro che hanno contribuito all’emergere della verità e i tanti che mi sono stati vicini in questo tempo con amicizia e fiducia – aggiunge mons. Paglia -. Sono certo che un approccio all’intera vicenda più sereno e disteso aiuterà il popolo cristiano di Terni-Narni-Amelia a continuare il suo impegno evangelico e a vivere con intensità l’Anno giubilare della Misericordia”.  

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ZENIT Staff

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