Pope Francis during the meeting with families in the cathedral of Santiago de Cuba

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“Senza la famiglia la vita diventa vuota e le persone si fanno più facilmente manipolare”

Nella cattedrale di Santiago de Cuba, papa Francesco esorta a pregare per il prossimo Sinodo

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Anche a Santiago de Cuba, papa Francesco si è sentito “in famiglia”, quindi, “a casa”. L’incontro con le famiglie, tenuto oggi nella cattedrale della seconda più importante città cubana, è stato descritto dal Santo Padre come una “ciliegina sulla torta”, a coronamento di una visita pastorale che sta per terminare.

“Concludere la mia visita, vivendo questo incontro in famiglia è un motivo per rendere grazie a Dio per il ‘calore’ che promana da gente che sa ricevere, che sa accogliere, che sa far sentire a casa”, ha detto il Pontefice ringraziando i fedeli, l’arcivescovo di Santiago, monsignor Dionisio García, che gli ha rivolto l’indirizzo di saluto e la coppia che ha reso testimonianza.

Momento centrale della riflessione di Francesco sono state le nozze di Cana (cfr Gv 2,1-11), viste come “festa familiare”. Anche nelle nostre vite, le nozze sono “momenti speciali nella vita di molti”, ha detto il Papa: per “genitori” e “nonni” è “un’occasione per raccogliere il frutto della semina”, la gioia di “vedere i figli crescere e poter formare la propria famiglia”, l’occasione di “vedere, per un istante, che tutto ciò per cui si è lottato ne valeva la pena”.

La gioia è, ovviamente, anche dei “giovani sposi”, per i quali tutto ha “sapore di cosa nuova, di speranza”. Le nozze, ha osservato il Santo Padre, sono un momento in cui “si incontrano il passato che ereditiamo e il futuro che ci attende” e che ci dà “l’opportunità di ringraziare per tutto ciò che ci ha permesso di giungere fino ad oggi con lo stesso amore che abbiamo ricevuto”.

È significativo che Gesù inizi “la sua vita pubblica in un matrimonio”, quindi “all’interno di una famiglia, in seno ad una comunità domestica”. È proprio “in seno alle nostre famiglie che Egli continua ad inserirsi, continua ad esser parte”.

Non meno interessante è che Egli condivida il cibo, i momenti conviviali con tutti i discepoli e le persone che incontra, siano essi “amici” come Marta e Maria, o “pubblicani e peccatori” come Zaccheo. “Mangiare con diverse persone, visitare diverse case è stato per Gesù un luogo privilegiato per far conoscere il progetto di Dio” e, per “manifestarsi”, Egli sceglie sempre le occasioni speciali nelle vite delle persone, ha proseguito Bergoglio.

Di seguito il Pontefice ha rievocato la sua esperienza nella diocesi di Buenos Aires, dove molte famiglie gli raccontavano che “l’unico momento che avevano per stare insieme era normalmente la cena, di sera, quando si tornava dal lavoro, e i più piccoli finivano i compiti di scuola”.

Si trattava, dunque, di un “momento speciale di vita familiare”, in cui ci si raccontava la giornata, si facevano programmi per le successive ma in cui spesso si arrivava “stanchi” e capitavano qualche “discussione” e qualche “litigata”.

Sono proprio questi momenti – belli o brutti – che Gesù sceglie “per mostrarci l’amore di Dio”, per “entrare nelle nostre case e aiutarci a scoprire lo Spirito vivo e operante nelle nostre cose quotidiane”.

In casa si impara “la fraternità, la solidarietà, il non essere prepotenti”, “ad accogliere e apprezzare la vita come una benedizione e che ciascuno ha bisogno degli altri per andare avanti”, ha aggiunto il Santo Padre.

È sempre “in casa che sperimentiamo il perdono, e siamo continuamente invitati a perdonare, a lasciarci trasformare”, poiché “in casa non c’è posto per le ‘maschere’, siamo quello che siamo e, in un modo o nell’altro, siamo invitati a cercare il meglio per gli altri”. Le famiglie sono “chiese domestiche”, perché “è nel calore della casa che la fede permea ogni angolo, illumina ogni spazio, costruisce la comunità”.

Purtroppo, in “molte culture d’oggi […] tutto tende a separarsi, isolarsi”, sempre più “scarseggiano i momenti in comune, per essere uniti, per stare in famiglia”, perché “non si sa aspettare, non si sa chiedere permesso né scusa, né dire grazie” e la nostra casa viene lasciata “vuota di relazioni, vuota di contatti, vuota di incontri”.

Senza la famiglia e senza il calore domestico, “la vita diventa vuota, cominciano a mancare le reti che ci sostengono nelle difficoltà, che ci alimentano nella vita quotidiana e motivano la lotta per la prosperità”.

È la famiglia che ci salva da fenomeni come la “frammentazione”, la “divisione” o la “massificazione” che trasformano le “persone” in “individui isolati, facili da manipolare e governare”.

Essendo la famiglia “scuola di umanità”, che ci aiuta a “mettere il cuore nelle necessità degli altri”, essa non è un “problema” ma una “opportunità”, che dobbiamo “curare, proteggere, accompagnare”.

Ai nostri figli dobbiamo lasciare “un mondo con le famiglie” e, sebbene non esistano “famiglie perfette”, ciò “non impedisce che siano la risposta per il domani”.

In una breve digressione a braccio, Francesco ha raccontato di quando, in occasione delle udienze generali, molte future mamme, gli chiedono di benedire il bambino che portano in grembo. Esse, ha commentato, “sono gravide di speranza, perché un figlio è una speranza”.

Il Papa ha poi chiesto a tutte le donne incinte, presenti in cattedrale o in ascolto per radio o per TV, di accarezzarsi la pancia, per ricevere la sua benedizione. “Accarezzate il figlio che aspettate, io vi auguro che nasca sano, che cresca bene”, ha detto.

Il tema della famiglia, ha sottolineato poi il Pontefice, si lega perfettamente con il tema dell’Eucaristia, poiché Gesù ha voluto “utilizzare come spazio del suo memoriale una cena”, ovvero “un momento concreto della vita familiare”.

In questo modo, Gesù diventa “Pane di Vita delle nostre famiglie […] nutrendoci con il suo amore, sostenendoci con la sua fede, aiutandoci a camminare con la sua speranza, perché in tutte le circostanze possiamo sperimentare che Egli è il vero Pane del cielo”.

In conclusione, il Papa ha invitato i fedeli a pregare per l’Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma tra pochi giorni, e per il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, che inizierà tra un paio di settimane, “perché sappiamo tutti insieme aiutarci a prenderci cura della famiglia” e “perché sempre più sappiamo scoprire l’Emmanuele, il Dio che vive in mezzo al suo popolo facendo delle famiglie la sua dimora”.

 

 

 

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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